Hamilton compie 36 anni: viaggio tra passato e presente (II)
…Lewis Hamilton, che oggi compie 36 anni, ha fatto sin qui un lungo viaggio. Continuiamo a percorrerlo dal passato al presente, ricordando anche quelle volte in cui ha messo a nudo i suoi limiti e le sue debolezze.
I COME… ISPIRAZIONE
Uomo: dopo la vittoria del suo settimo mondiale, ha esplicitamente affermato che spera di poter essere d’ispirazione per tutti i bambini che lo seguono, per far sì che credano sempre nella bellezza dei propri sogni e combattano per realizzarli. Senza alcun dubbio il britannico ha una grande influenza sulle persone che lo seguono, anche al di fuori della pista, sui suoi profili social. Diverse sono le battaglie sociali che porta avanti e per cui si espone con l’obiettivo di sensibilizzare il suo seguito, affinché il suo esempio possa essere portato avanti in tutto il mondo.
Dal suo essere ambassador del brand Puma, grazie al quale supporta temi fondamentali come l’inclusione e l’uguaglianza, alla grandissima battaglia sociale che ha portato avanti quest’anno “Black Lives Matter” dopo la turbolenta morte di George Floyd. A tal proposito, il sette volte campione del mondo si è esposto esprimendo il suo rammarico sul perché si sia voluta la morte di quest’uomo per dare vita a questo movimento, ma al tempo stesso gli ha fatto piacere vedere la voglia della Mercedes di promuovere il cambiamento, schierandosi dalla parte della giustizia.
Questo è solo l’inizio. L’obiettivo di Hamilton è infatti quello di continuare a sensibilizzare le persone fin quando non vedrà un netto cambiamento nella società. Da una sua fonte d’ispirazione nasce il motto da lui creato “Still I Rise” ovvero “Mi rialzo ancora”. Suo fratello Nicolas l’impersona alla perfezione. Egli nonostante conviva con una paralisi cerebrale, non si è mai arreso e non ha mai abbandonato i suoi sogni. Al contrario, è arrivato dove per molti era impensabile arrivare.
Pilota: passare da alunno a maestro è nell’ordine delle cose, soprattutto quando puoi vantare ben sette titoli all’attivo in carriera. In molti della nuova generazione di piloti si sono espressi circa l’ammirazione nutrita nei confronti di Lewis, tra cui lo stesso George Russell, che poi ne ha anche provato il sedile nella penultima gara della passata stagione.
C’è una foto eloquente che riassume quello che romanticamente potremmo vedere come il passaggio di testimone dal passato al futuro, anche se Lewis non si è detto ancora pronto a mollare la presa. Nell’immagine si intravede un Russell bambino alle spalle di un giovanissimo Hamilton con la tuta McLaren; George stringe tra le mani due libri, entrambi biografie di Hamilton, forse in attesa che vengano autografate. All’epoca, avrà mai immaginato di arrivare a guidare proprio la sua monoposto?
Happy Birthday, @LewisHamilton! 🥳🎂 Send the Champ your birthday wishes as he hits 36 today 🎉😊 pic.twitter.com/qKPygFwFq5
— Mercedes-AMG PETRONAS F1 Team (@MercedesAMGF1) January 7, 2021
HAMILTON COMPIE 36 ANNI: VIAGGIO TRA PASSATO E PRESENTE;
L COME… LIBERTA’
Uomo: la libertà da ogni pregiudizio, che l’ha accompagnato sin dal suo esordio e che forse, in parte, ancora oggi lo segna. Sentirsi costantemente giudicato per il colore della sua pelle ha portato Hamilton a essere sempre più affamato di vittoria. La sua inesauribile voglia di vincere a ogni costo lo ha aiutato a dare il meglio di sé e a far ricredere chi lo critica, dimostrando a se stesso che ha tutte le carte in regola per farcela. Nonostante ciò, non si è mai lasciato ledere dalle critiche, anzi a testa alta ha perseguito i suoi obiettivi.
Diverse sono le parole che descrivono al meglio la sua personalità. Se dovessimo indicarne un aspetto con una frase, sicuramente diremmo “Una vita senza negatività”, come abbiamo constatato. A esempio, nel 2017, durante una vacanza a Mykonos, pulì il lungomare della località greca ricoperto da plastica. Documentò il tutto ai fan, invitandoli a non inquinare e a non gettare i rifiuti in mare. In un post dedicato al veganismo, affermò inoltre che l’estinzione umana diventa sempre più probabile a causa della nostra tendenza ad abusare delle risorse naturali del Pianeta.
Pilota: ne sono cambiate di cose da quando Hamilton era un giovane pilota alle prime armi, o quasi, in McLaren. La scuderia inglese, all’epoca guidata da Ron Dennis, lo ha tirato su come un figlio, un piccolo bambino prodigio che aveva tanto il sapore della scommessa della vita. Qui è cresciuto, si è misurato per la prima volta con il complicato e competitivo mondo della Formula 1 e ha vinto il primo titolo mondiale. Ma, nonostante tutto, non è mai riuscito a essere completamente se stesso. McLaren aveva aspettative precise su come un pilota dovesse essere e presentarsi; per uno come Lewis, apriti cielo!
Gli equilibri sono fortunatamente cambiati con il suo trasferimento a Mercedes nel 2013. Un trasferimento, quello, che si prospettava il colpo di mercato più azzardato della storia. A Lewis è stata lasciata carta bianca: qui poteva essere chi voleva, sperimentare, osare. Ed è quello che ha fatto. In pochissimo tempo, l’uragano Hamilton si è così trasformato in un marchio vivente, calamita umana di pubblicità e nuovi sponsor pronti a essere stampati sulla sua vincente vettura; uno tra i tanti, Tommy Hilfiger.
T COME… TURCHIA
Uomo: con la vittoria del settimo titolo mondiale, il pilota di Stevenage si guarda indietro e pensa a quanta strada abbia fatto dal punto di vista umano. A quanto sia cresciuto, a tutte le lezioni che ha imparato prima nella vita e dopo in pista. La gratitudine è sicuramente un elemento che caratterizza la quotidianità e la personalità del britannico. Infatti, dopo la vittoria, ha espresso i suoi ringraziamenti al team e ai ragazzi della fabbrica per il lavoro che svolgono ogni giorno, per essergli stato accanto, sottolineando che senza di loro non avrebbe raggiunto questi traguardi.
Pilota: sul tracciato di Istanbul, lo scorso 15 novembre, Lewis ha messo l’ipoteca sul suo settimo titolo iridato, eguagliando in questo modo il record assoluto di Michael Schumacher. Quasi fosse uno strano volere del destino, la tanto agognata vittoria che lo ha incoronato uno dei piloti più vincenti della storia della Formula 1 è giunta proprio dove, quattordici anni prima, quando ancora gareggiava in GP2, l’inglese aveva impressionato il mondo intero conducendo una gara da manuali di storia.
Il giovane di Stevenage è risalito con rabbia e audacia dalle retrovie fino alla seconda posizione, davanti agli occhi sognanti di suo padre. Memorie e ricorrenze che quasi disegnano un cerchio che si chiude. Da dove tutto è cominciato a dove il sogno di poter essere annoverato tra i grandi, che Lewis impersonava nei giochi alla Play Station, prende finalmente forma.
O COME… ONORIFICENZE
Uomo: il 2021 per questo aspetto inizia bene per Hamilton che si aggiudica il titolo di Sir nel New Years Honours. Ottiene questa onorificenza per aver prestato un servizio a livello internazionale al Regno Unito. Oltre ai suoi successi nell’ambito della Formula 1, è una guida nella lotta contro ogni tipo di discriminazione. In merito Toto Wolff lo ha definito uno dei britannici più vincenti della sua generazione per essere un’ispirazione sotto ogni punto di vista. Domenicali invece lo ha definito un’icona della storia della Formula 1 e un’influenza positiva nella quotidianità. Così, il sette volte campione del mondo ottiene questo riconoscimento che nobilita ancor di più la sua etica.
Pilota: tra le tante soddisfazioni che Lewis si è tolto nel 2020, si è aggiunta anche quella arrivata direttamente dal Laureus World Sports Award. Nel mese di dicembre, Hamilton è stato infatti premiato in diretta sulla BBC in qualità di uomo sportivo dell’anno per le sue prodezze in pista. Il suo grande contributo ha però da tempo valicato i confini del ristretto mondo della Formula 1 per trasformalo in un personaggio a tutto tondo.
Persino la nobiltà inglese l’ha accolto nella sua cerchia per la seconda volta in dodici anni. Al titolo di “Membro dell’Ordine dell’Impero Britannico”, ottenuto nel 2008, qualche giorno fa si è aggiunto anche quello di “Knight Bachelor”. Un pilota e un personaggio eclettico a cui certamente guarderanno le generazioni future in Formula 1 pronte a lasciare il segno. D’ora in poi, chiamatelo “Sir”.
I 36 ANNI DI HAMILTON IN UN VIAGGIO TRA PASSATO E PRESENTE;
N COME… NICO
Uomo: Lewis Hamilton e Nico Rosberg provenivano da due mondi diversi, eppure, conosciutisi sui kart, tra i due nacque una solida amicizia, logoratasi poi nel 2016. La lunga lotta per primeggiare all’interno del team e in pista ha fatto sì che i due piloti arrivassero a scalfire tutto ciò che negli anni avevano costruito. Cosa ha imparato Lewis da un mondiale perso perché conquistato dal suo amico d’infanzia e diretto rivale con cui si è sempre mostrato spietato?
Questo avvenimento ha portato l’attuale sette volte campione del mondo a effettuare una grande crescita. Ha continuato a persistere per la sua strada, cercando nuovi stimoli e capendo cosa effettivamente non avesse funzionato l’anno precedente nella sua quotidianità. Se il pilota britannico è quel che è, lo deve anche a quella sconfitta, che l’ha portato senz’altro a migliorarsi costantemente per non lasciare nulla al caso!
Pilota: sì, perché anche grazie al grande amico di un tempo, e che ora non lo è più, Lewis è quello che conosciamo oggi. La sconfitta del 2016 è stata un evento che ha profondamente segnato non solo la sua vita, ma soprattutto la sua carriera. Veniva da due anni consecutivi di trionfi. Era convinto e ben consapevole delle sue potenzialità, anche rispetto al compagno di squadra, che non aveva mai mostrato quel guizzo che invece è il suo marchio di fabbrica. Ma qualcosa in Nico Rosberg era cambiato; un uomo più risoluto si era fatto strada tra le insicurezze e le paure del tedesco.
E così, col suo sorriso sornione e i modi quasi nobili, Rosberg ha minato le sicurezze dell’anglo-caraibico, giocando con le sue fragilità, trasformandosi nel suo peggior incubo. Fa quasi sorridere pensare che la necessaria dose di cattiveria di cui Nico aveva bisogno per fare quel salto di qualità, alla fine forse l’abbia trovata proprio nel momento in cui rilanciava con stizza a Lewis il cappellino di secondo che lui stesso gli aveva scortesemente tirato dietro al podio. Ricordate? Il fatto che Hamilton abbia dichiarato che la forma raggiunta nel 2020 fosse la migliore di sempre è forse l’ennesima manifestazione di un effetto domino ancora in corso che ha avuto il via in quel lontano 2016?
Erika Mauri
Emanuela Aceto