Toro Rosso team 2019

Credit: Toro Rosso Press Area

Toro Rosso alla ribalta. La stagione 2019 è stata la migliore finora disputata dalla scuderia di Faenza, nonché l’ultima. Analizziamo quanto avvenuto e prepariamoci al prossimo campionato

Troppo spesso i tifosi italiani tendono a scordarsi che in Formula 1 non è presente solamente la Scuderia Ferrari. Rendiamo omaggio alla Toro Rosso, che in questa stagione ha reso onore al tricolore portandolo per ben due volte sul podio. La scuderia di Faenza, dopo un 2018 in continuo calando culminato con il penultimo posto in classifica costruttori, ha rialzato la testa e si è presentata ai test prestagionali di Barcellona nel migliore dei modi, bazzicando sempre nella parte più alta della classifica e dimostrando di aver progettato una monoposto solida e bilanciata sotto tutti i punti di vista.

La STR14 ha effettuato un netto passo avanti rispetto al passato, sia dal punto di vista aerodinamico e del telaio, grazie al contributo del team maggiore Red Bull, che da quello motoristico, con la power unit Honda finalmente in grado di rivaleggiare con gli avversari. Ma come si suol dire, i test sono solo test, la stagione si apre in Australia.

Ciò che è sembrato subito evidente è che la squadra italiana fosse maturata sotto il lato gestionale. Infatti, onde evitare di ripetere gli errori commessi in passato, i dirigenti della Toro Rosso hanno deciso di affidarsi a una lineup giovane e dal futuro prosperoso, ma anche a tanta esperienza. Per affiancare l’esordiente Alexander Albon, Franz Tost ha richiamato Daniil Kvyat, appiedato nel 2017 in favore di Brendon Hartley. Opportunità che il pilota russo non ha fatto rimpiangere.

INIZIO DI CAMPIONATO PROMETTENTE

Avvio di stagione senza botti o effetti scenografici, ma il primo punto arriva subito, grazie al decimo posto conquistato da Kvyat. Anche Albon si dimostra immediatamente concreto, nonostante la pressoché nulla esperienza nella massima categoria. Il pilota inglo-thailandese si piazza al nono posto in Bahrain e al decimo in Cina, salvo mancare di pochissimo la top ten a Baku. A riportare in zona punti la STR14 ci pensa nuovamente Kvyat, con il nono posto conquistato in Catalunya.

Il primo acuto avviene durante il Gran Premio più prestigioso del Circus, Monaco. Nel tortuoso tracciato cittadino del Principato, entrambi i piloti della Toro Rosso hanno guidato in maniera esemplare, pulita, evitando le barriere e piccole sbavature che potevano compromettere irrimediabilmente l’esito della gara. Risultato finale settimo e ottavo posto, ottenuti rispettivamente da Kvyat e Albon, solamente dietro alle coppie Mercedes, Ferrari, Red Bull e alla McLaren di Carlos Sainz. Un importante bottino di ben dieci punti, circa un terzo di quelli conquistati complessivamente nel corso del 2018.

MIRACOLO SPORTIVO

Dopo questa splendida prestazione, però, la Toro Rosso subisce un leggero calo, racimolando solamente tre punti, tutti conquistati dal pilota russo, in quattro Gran Premi. La vera svolta arriva in Germania, nella gara più pazza ed esaltante degli ultimi anni. Dopo ben undici anni da Monza 2008, la pioggia torna a far sorridere gli uomini di Faenza e a far conquistare un podio totalmente inaspettato. Protagonista indiscusso è Kvyat, che dimostra di non essere più il pilota avventato dei tempi della Red Bull. L’asfalto bagnato elimina gran parte dei concorrenti, anche i più blasonati e talentuosi, ma il russo non demorde e dà prova di avere carattere, nonché di avere un grande manico.

“E’ incredibile essere tornati sul podio in quella che posso considerare la mia ‘seconda carriera’. Non credevo potesse succedere di nuovo in vita mia, sono così contento. Provo così tante emozioni adesso che ho bisogno di tempo per elaborarle”, dichiarerà al termine della gara il numero #26. Incredibile pensare a come una semplice gara possa cambiare una stagione, o persino una carriera intera. Il tutto, viene condito da un ottimo sesto posto di Albon. Risultato record, assurdo a pensarlo lo scorso anno, anche per la Honda, che ha portato ben due monoposto motorizzate da power unit giapponesi sul podio.

Il campionato va avanti e la gara succesiva, in Ungheria, sancisce la fine della prima parte della stagione, con un ulteriore punticino conquistato. La sosta estiva è più che mai sorprendente, Gasly non rispetta le attese di Helmut Marko, che lo rispedisce indietro in Toro Rosso e chiama a sé Albon, snobbando totalmente Kvyat, reduce da un’esperienza tutt’altro che positiva con la scuderia maggiore.

THE POWER OF DREAMS

Fino al termine della stagione, la Toro Rosso continuerà a raccogliere punti fondamentali, centrando spesso e volentieri la top ten con uno o l’altro dei due piloti della rinnovata line-up. Quello che succede a Interlagos, però, resterà negli albi di storia della scuderia, e della Formula 1 stessa. La STR14 sfiora l’impresa, tenendosi alle spalle una Mercedes, quella di Lewis Hamilton, e sfiorando la vittoria. Questa volta la gloria spetta a Pierre Gasly, silurato in un non nulla dal team maggiore. Karma.

“Sogni di arrivare in Formula 1, sogni il tuo primo podio, ma quando arriva tutte le emozioni che provi sono inspiegabili. E’ il miglior giorno della mia vita”. Finora, ti auguriamo caro Pierre. Questa incredibile seconda posizione coincide, per la prima volta dal ritorno nella massima serie, con un “uno-due” dei motorizzati Honda, segno definitivo e indelebile del duro lavoro effettuato in Giappone.

OBIETTIVO 2020: LAVORARE SULLA STESSA LUNGHEZZA D’ONDA

Al termine del campionato, la Toro Rosso ha raggiunto la sesta posizione in classifica costruttori, a soli sei punti di distanza dal quinto posto occupato dalla Renault. Per stessa ammissione del Team Principal Franz Tost, il salto in avanti compiuto dal punto di vista delle prestazioni è in larga parte merito del motorista nipponico, che con la specifica 4 della power unit 2019 ha quasi raggiunto la potenza espressa da quelle Ferrari e Mercedes.

Dopo un 2018, segnato da sacrifici e un duro lavoro di testing, la partnership tra Honda e Toro Rosso ha prodotto i risultati sperati, convincendo così i dirigenti delle due aziende a continuare il loro rapporto di collaborazione anche nel 2021, nuovo anno “0” del Circus. Niente rivoluzioni, dunque, la prossima stagione sarà un prosieguo di quella appena conclusasi, con l’unico obiettivo di mantenere la posizione finale strappata e di cercare di insidiare le più favorite McLaren e Renault, magari grazie a un ulteriore step delle unità Honda e qualche suggerimento aerodinamico da parte del team maggiore.

Riconferme anche dal punto di vista della line-up piloti, che vede il rinnovo della coppia Kvyat-Gasly. I due piloti si sono ampiamente meritati il sedile della prossima monoposto progettata a Faenza, regalando gioie indescrivibili che difficilmente verranno dimenticate. Certo, è pur vero che le difficili condizioni hanno eliminato gli avversari dei due in Germania e Brasile, ma questo è un punto a loro favore, che hanno dimostrato di essere concentrati e determinati nel cercare di raggiungere un obiettivo. Adesso tocca continuare a portare a casa ottimi risultati, in una sorta di “rivincita” contro i loro detrattori.

ADDIO TORO ROSSO, BENVENUTA ALPHA TAURI

Come accennavamo a inizio articolo, questa è stata la stagione dell’addio da parte della Toro Rosso. Infatti, dopo il Gran Premio di Sochi, è stata data l’ufficialità: dal 2020 lo junior team della Red Bull si chiamerà Alpha Tauri, per favorire le vendite del brand di moda lanciato due anni fa dal gruppo. A conti fatti, nulla cambierà, ma non vedere più il nome “Toro Rosso” sulla griglia di partenza sarà un vero colpo per i tifosi, abituati a sostenere la piccola scuderia italiana nata nel 2006, dalle ceneri della Minardi, allo scopo di far crescere i giovani talenti della Red Bull.