gp giappone pagelle

Credits: Colombo Images

VALTTERI BOTTAS – 9

In qualifica manca la prima fila, ma si toglie di nuovo il lusso di precedere Hamilton (per 9 millesimi!). In gara approfitta alla grande dei guai altrui: non si fa distrarre dall’esitazione di Vettel, ma azzecca uno start impeccabile, stile Austria 2017, prendendosi d’autorità il primo posto. Suda freddo solo nelle battute finali, quando l’abilità di Lewis nel gestire le gomme minaccia la sua leadership. Ma poi interviene il muretto che risolve la questione.

SEBASTIAN VETTEL – 7

Media matematica tra una pole strepitosa (10 e lode) e la (grave) sbavatura allo start, dove rischia di mandare all’aria tutto. Riesce ad arrestare la vettura prima che il sensore sulla griglia lo condanni a una penalità. Dice che la SF90 manca di passo, ma qualche lacuna sua a livello di pilotaggio non facilita certo le cose.

LEWIS HAMILTON – 8,5

Senza il pit stop finale avrebbe probabilmente gestito il degrado gomme, chiudendo da vincitore. Va però sottolineato che in qualifica è dietro al compagno e in gara non riesce a sferrare un attacco su Vettel nei giri finali, nonostante disponga di gomme nuove.

ALEX ALBON – 8

L’entrata aggressiva su Norris (che gliel’ha perdonata) è quanto Helmut Marko si aspettava dal sostituto di Gasly: se il francese appariva troppo titubante nei sorpassi, Albon sembra decisamente l’opposto. Evidentemente, il talent scout Red Bull ci ha visto giusto.

CARLOS SAINZ – 8

Un altro quinto posto che suggella i progressi suoi e della McLaren. Alcuni lo avevano messo in dubbio dopo che fu sconfitto da Hulkenberg alla Renault lo scorso anno, ma questa stagione lo spagnolo si sta riproponendo come uno dei talenti più interessanti del midfield. Peccato che l’auto non gli consenta di più.

DANIEL RICCIARDO – 7

Qualifica disastrosa, ma dal 16esimo posto risorge fino al settimo, frutto di un’esaltante sfilza di sorpassi nel finale. La penalità comminata nel post-gara a Leclerc gli regala pure il sesto posto e due punti in più in campionato.

CHARLES LECLERC – 5

Attribuisce al sottosterzo la causa del contatto con Verstappen, ma l’impressione è che abbia peccato di troppa irruenza. La velocità (soprattutto in qualifica) non è in discussione, ma ci sono altri aspetti su cui migliorare, specie nei momenti topici. Le sue responsabilità nell’urto con l’olandese sono palesi.

MAX VERSTAPPEN – NG

Viene speronato da Leclerc nelle prime fasi, mentre tenta un attacco dall’esterno. In partenza appare lucido e pronto ad approfittare dei guai altrui. Ma la sua gara finisce lì, nonostante tenti di proseguire per qualche giro. Aspetterà con trepidazione il Messico, dove ha vinto le ultime due edizioni.

MERCEDES – 10 E LODE

Perfetta come un orologio svizzero, nella sua monotona sinfonia che la vede vincere sempre senza sbagliare un colpo. Anche nei momenti critici, evita che l’equilibrio deflagri, richiamando Hamilton ai box per garantire il successo a chi la gara l’ha dominata. Non emoziona, come da sei anni a questa parte, perché è maledettamente perfetta. Con questa corazzata, rischia di ridimensionare i successi (per ora eguagliati) di Schumacher-Todt.

FERRARI – 5

Lasciare Leclerc in pista mentre lo specchietto si sta staccando (costringendo il monegasco ad affrontare la 130R con una mano!) e l’ala perde pezzi è una leggerezza troppo grande. Inevitabile la penalità.

GLI ALTRI

Pierre Gasly – 6,5: forse il ritorno in Toro Rosso era la soluzione giusta: con meno pressione sembra rinato; Sergio Perez – 6: esce per un contatto con Gasly, ma è classificato 9° perché la fine della corsa viene decretata al giro 52; Nico Hulkenberg – 6: per tutto il weekend è più veloce di Ricciardo, meno quando conta. Ma con una Renault così sottotono (specie in qualifica) è già difficile andare a punti.

Lance Stroll – 5; Daniil Kvyat – 5; Lando Norris – 6; Kimi Raikkonen – 4; Romain Grosjean – 4; Antonio Giovinazzi – 4; Kevin Magnussen – 4; George Russell – 5; Robert Kubica – 4.