Guerra Russia-Ucraina, Ecclestone scettico su alcune scelte del Circus

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Credit: Getty Images

Più passano le ore, e sempre più Federazioni del mondo sportivo stanno condannando la Russia escludendola dalle massime competizioni internazionali, per aver mosso guerra all’Ucraina

È passata praticamente una settimana dallo scoppio della guerra tra Ucraina e Russia. All’inizio, nessuno si aspettava che questa crisi potesse avere, anche a livello sportivo, una cassa di risonanza così ampia. Fin dai primi giorni del conflitto, diverse Federazioni sportive internazionali hanno preso le distanze dalla scelta di Putin e del Cremlino di attaccare militarmente l’Ucraina.

E da meno non è stata nemmeno la Formula 1. La notizia dello scoppio della guerra ha sconvolto anche la massima serie automobilistica che, è stata raggiunta dalla notizia, proprio in occasione dei test di Barcellona. Alcuni piloti hanno subito preso le distanze dalla decisione della Russia di invadere l’Ucraina e immediatamente dopo si è deciso per la cancellazione del GP di Sochi, che avrebbe dovuto disputarsi il prossimo 25 settembre.

Questa settimana se la sono vista brutta anche i piloti con passaporto russo e bielorusso, che hanno rischiato di non poter prendere parte ai campionati disciplinati dalla FIA. Un problema che però è rientrato nel giro di poco. Proprio ieri, il World Motor Sport Council, attraverso la Federazione Internazionale, ha notificato che i piloti russi e bielorussi potranno correre regolarmente per tutta la durata della guerra con l’Ucraina, però sotto la bandiera della FIA.

La guerra tra Russia e Ucraina non giustifica la cancellazione di Sochi?

Forse una delle poche voci fuori dal coro è stata quella di Bernie Ecclestone. L’ex Patron della Formula 1, che inizialmente ha difeso la scelta di Vladimir Putin, continua a mostrare scetticismo sulla decisione di cancellare il GP di Russia: “Per il Formula One Group era la cosa migliore da fare ma io sinceramente non la vedo così corretta – ha raccontato Ecclestone ai colleghi di Times Radio – Non c’è la guerra in Russia. La gara è stata cancellata da parte della FIA semplicemente perché il Formula One Group l’ha rimossa. Non credo che Putin sia contento per quello che sta accadendo. Quando lo conobbi, come persona lo trovai molto diretto e stimabile. Ora ha tutto il mondo contro. Per tutti è un criminale quindi credo che non sia troppo preoccupato per il fatto che salti il GP di Formula 1“.

Anche i manager dalla parte dei piloti

Alcuni piloti, ancora prima che arrivasse la conferma dell’annullamento della gara di Sochi, hanno mostrato chiara volontà di non correre il GP di Russia. Una scelta minimizzata da Ecclestone, che però ha trovato un forte oppositore in Helmut Marko: “Lo sport è un modo per presentarsi e distinguersi. Tenendo conto di costa ha fatto Putin sarebbe stato controproducente permettere alla Russia di fare bella figura, davanti al mondo intero, per una gara di Formula 1 – ha raccontato il super consulente Red Bull ai colleghi di RTL – È stato chiaro fin da subito che i piloti non volessero prendere parte a quella gara. Non volevano correre in un Paese che ha scatenato una guerra“.

Un po’ di preoccupazione c’è, ed Helmut Marko non l’ha nascosta: “Nessuno poteva immaginare che nel 2022 potesse accadere una cosa di tale portata. Poi quando vedi con quanta ferocia e con che toni minacciosi questo conflitto stia andando avanti, posso dire che è tutto molto, molto spaventoso“.

Tutti si auspicano che la pace arrivi in tempi brevi

Il 78enne austriaco spera che sanzioni internazionali inflitte alla Russia, inclusa la cancellazione del GP di Sochi, abbiano un impatto positivo sui prossimi colloqui di pace: “La cosa più positiva in questa faccenda è la coesione dell’Europa e la forza con la quale è stato fatto capire a Putin che quello che ha fatto, non avrebbe dovuto farlo. Comprendo tutte le sanzioni date alla Russia e le condivido personalmente“, ha concluso.