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Credits: Scuderia Ferrari Press Area

La Ferrari il giorno della presentazione sembrava essere la vera contender di Red Bull. Il gap sembrava chiuso e tutti si aspettano di nuovo un super duello Max-Charles. E invece no. Due Gran Premi disputati, con tantissime difficoltà, sia nel trovare la prestazione che interne allo stesso team. Adesso la rossa si deve interrogare e cercare di uscire da questa situazione. Rivoluzione della SF23 in stile Mercedes?

21 Maggio. Data da segnare sul calendario. Sicuramente, molti fans italiani lo hanno già fatto. Sarà il primo appuntamento italiano – di due totali – della Formula 1 di questa nuova stagione. Occasione, dunque, per molti tifosi della rossa di vedere le monoposto dal vivo e vivere tutto l’entusiasmo che questo sport si porta dietro. Ma se si può pensare, su quanto visto finora, che sarà un weekend fallimentare della Ferrari, ecco che potremmo essere smentiti.

Si, perché molte fonti danno per certo che quel weekend di gara, che coinciderà con il sesto appuntamento stagionale di questa F1 2023, Ferrari porterà un importante pacchetto di aggiornamenti. Tanto di è parlato in queste settimane della necessità di cambiare rotta, trovare delle soluzioni che possano rendere questa vettura competitiva. Se da un lato il progetto di base della F1-75 sembrava essere molto buono, questa SF23, vuoi per una serie di motivi, non si è rivelata competitiva. Tutti i team hanno migliorato notevolmente le prestazioni rispetto alla scorsa stagione, la prima del nuovo regolamento. Ma non Ferrari.

La stessa Ferrari che a metà stagione scorsa, sfumate tutte le possibilità mondiale, ha messo in pausa lo sviluppo della vecchia monoposto proprio per concentrarsi su questo 2023. Difficile cercare di spiegare cosa sia andato storto. Vuoi l’addio di Binotto, comunque molto presente nella concezione di questa SF23. Vuoi l’assetto interno del team, certamente non dei migliori. Fattostà, il problema di questa Ferrari non è l’usura gomme e il troppo degrado. E’ proprio la mancanza di velocità e di performance. Un qualcosa di mai visto finora.

Serve cambiare qualcosa, ma come e in che area?

Serve un cambio di rotta. Drastico, per certi versi. Abbiamo visto come squadre diverse hanno interpretato diversamente il regolamento, dando alle loro vetture forse totalmente opposte. La filosofia Ferrari, seppur alternativa, sembrava poter comunque competere con Red Bull, ma forse ha dei limiti? Aston Martin è il chiaro esempio di come rivoluzionarsi nel modo giusto. 2022 stagiona fallimentare, ripartiamo da zero, copiando e prendendo spunto dai più forti. Non a caso, adesso, sono seconda forza.

Con questo non va detto che copiare Red Bull sia la cosa giusta da fare, ma se i concorrenti vanno più forte di te, ed hanno trovato quel qualcosa in più, perché non provarci? Già Mercedes ha annunciato come la loro filosofia di vettura ad effetto suolo – la suddetta zero sidepods – non abbia dato i frutti sperati, ed hanno già pronta una versione B, totalmente rivisitata della W14. W14 Evo – così è stata chiamata – che anch’essa dovrebbe apparire per la prima volta ad Imola.

I lavori diretti da Enrico Cardile – direttore tecnico in casa Ferrari – verteranno su diverse componentistiche. Abbiamo già sentito parlare di un nuovo fondo e di una nuova concezione per le sospensioni posteriori, finalizzate a garantire un maggior controllo dell’altezza da terra grazie ad un effetto anti-squat in accelerazione.

Ma non finiscono qui le novità. Anche le pance, molto presumibilmente, subiranno una rivoluzione. Non aspettiamoci pance in stile Red Bull o Mercedes, chiaro, ma il disegno subirà delle novità.

L’obiettivo è di far lavorare la Ferrari alla giusta altezza minima da terra che sia in linea con quella misurata in galleria del vento: i tecnici del Cavallino si erano concentrati molto nella ricerca dell’efficienza aerodinamica, per ridurre la resistenza all’avanzamento, ma non hanno tenuto nella debita considerazione il porpoising.

Il saltellamento a certe velocità impone che il fondo della rossa venga alzato da terra per evitare che si possa danneggiare toccando cordoli e asfalto, per cui si registra una dannosa perdita di downforce. Con meno forza verticale si riduce anche l’energia che viene immessa sugli pneumatici e ne consegue un’usura non programmata delle gomme, che lavorano in una finestra di funzionamento troppo ristretta. Da qui la mancanza di performance rivendicata da questa SF23.

Non più, quindi, uno sviluppo costante nell’arco della stagione. E’ stato deciso di investire, in maniera importante, subito, con l’idea di tornare lassù dove Ferrari merita. Il potenziale di questa vettura è importante, il margine di miglioramento ampio. A Maranello ne sono convinti. Ma per tirarlo fuori serve qualcosa. Un qualcosa che può essere trovato con tutte queste nuove accortezze?

Toccherà aspettare Imola per capirlo. Fino ad allora, Ferrari con ogni probabilità dovrà giocare in difesa, con i suoi due piloti. Vedremo, comunque, cosa accadrà in questo race week di Melbourne, dove sono attese piccole novità frutto dei dati raccolti nei primi due GP.