Sebastian Vettel e la Ferrari, un sogno coronato a metà

Sebastian Vettel e la Ferrari, un sogno coronato a metà

Credits: Press Area Ferrari

Il GP di Abu Dhabi è stato l’ultimo con la casacca della Ferrari per Sebastian Vettel. Si è conclusa dopo sei anni l’esperienza del tedesco in rosso, un’esperienza ricca di gioie ma non solo

Era il 20 novembre 2014 quando la Scuderia Ferrari annunciò l’arrivo di Sebastian Vettel a partire dalla stagione 2015. Per il tedesco era “un sogno che si realizza“, l’occasione di ricalcare i passi del suo idolo Michael Schumacher. Mentre per il team di Maranello questa rappresentava l’opportunità di ripartire, dopo gli alti e i bassi con Alonso e una brutta stagione che la vedeva concludere solo quarta nel campionato costruttori. Il 29 novembre, appena una settimana dopo, Sebastian era a Fiorano, a bordo di una F-2012, con un casco bianco su cui era impresso: “29.11.14 Il mio primo giorno in Ferrari“.

GLI INIZI: 2015 E 2016

Il 2015 non vede solo l’arrivo del pilota di Happenheim. Via Montezemolo, al suo posto Sergio Marchionne. Via Mattiacci, al suo posto Maurizio Arrivabene. La stagione inizia con un podio, Vettel arriva terzo al termine del GP d’Australia. Ma è in Malesia che il tedesco corona un desiderio che ha fin da bambino: vincere al volante della Ferrari. Quella gioia straripante nel team radio e quelle lacrime sul podio non lasciano dubbi. Vettel è innamorato della rossa. Ma anche i tifosi, prima magari scettici, cominciano a innamorarsi dell’ex Red Bull. Le prime due gare sono però illusorie.

Le prestazioni della SF15-T non sono al livello della Mercedes che in quell’anno si laurea campione del mondo per la seconda volta. Ciò nonostante nel 2015 il pilota tedesco conquista altre due vittorie: nel GP d’Ungheria e a Singapore. All’Hungaroring è commovente la dedica di Vettel a Jules Bianchi, scomparso pochi giorni prima. A Singapore invece, oltre a trionfare la domenica, al sabato agguanta la prima pole position della sua storia in rosso. Divenne virale l’adattamento di una famosa canzone di Toto Cutugno che fece Sebastian al termine della gara cantando “Lasciatemi guidare“.

Anche nel 2016 le speranze sul titolo iridato svaniscono. Ancora una volta la monoposto non è all’altezza. La Mercedes vince il suo terzo campionato costruttori consecutivo, mentre è Nico Rosberg a divenire campione del mondo dopo una lunga battaglia con il compagno di squadra Lewis Hamilton. Il tedesco si deve accontentare di sette podi in totale tra terzi e secondi posti, mai una vittoria in stagione. C’é nervosismo per un 2016 che non è andato come doveva andare (almeno secondo le aspettative).

LE PRIME SPERANZE

Il 2017 vede una modifica regolamentare: cambia l’aerodinamica e cambiano le gomme. In generale le monoposto sono più veloci. A Maranello creano la SF70H che in pista risulterà decisamente più competitiva rispetto alla macchina del 2016, quasi al livello della Mercedes W08 (perlomeno all’inizio). La Ferrari torna a vincere per la prima volta dal GP di Singapore del 2015. E lo fa nella prima gara della stagione, a Melbourne, con Sebastian Vettel. Il campione tedesco vince anche la tappa bahreinita e il GP di Monaco, quest’ultimo grazie a un overcut sul compagno di squadra Kimi Raikkonen. Dopo sei gare è il leader della classifica piloti.

Sembra finalmente che il 2017 possa l’essere l’anno del titolo. Sembra che Vettel abbia tutte le carte in tavola per poter realizzare il suo sogno. Ma non è così. Dal GP del Canada comincia un periodo difficile in cui la pressione si fa sentire. A Baku il quattro volte del mondo, durante il regime di Safety Car, tampona Hamilton, reo di aver rallentato troppo dopo una curva, per poi affiancarlo e dargli una ruotata (manovra che gli costerà uno Stop/Go + 10 secondi). A Silverstone Sebastian arriva solo settimo a causa di una foratura al penultimo giro; alla fine del GP c’é un solo il punto di distacco tra i due contendenti al titolo.

La tappa ungherese vede una nuova doppietta Ferrari con Vettel e Raikkonen rispettivamente primo e secondo. La gara del numero 5 è segnata da un problema allo sterzo che per la maggior parte del GP tende a sinistra, il finlandese rimane dietro come scudiero a protezione della posizione del tedesco. Alla ripresa della pausa estiva però la SF70H non mantiene il ritmo della Mercedes e dopo Monza Hamilton sorpassa in maniera decisiva il pilota di Happenheim in classifica piloti. A Marina Bay la Ferrari ha l’occasione di rifarsi ma il contatto al via tra Vettel, Raikkonen e Verstappen compromette i piani, i tre sono costretti al ritiro.

Da quel momento in poi l’inglese non fa altro che aumentare il proprio vantaggio nei confronti dell’ex Red Bull. Un passaggio importante avviene a Suzuka quando Vettel neanche parte a causa di una candela del motore. La definitiva resa mondiale arriva al GP del Messico quando Hamilton ottiene matematicamente il quarto titolo iridato, con Mercedes già campione dal GP degli Stati Uniti.

LA SECONDA OCCASIONE MONDIALE

La stagione 2018 inizia alla grande per Sebastian e per la Ferrari. Vettel conquista a sorpresa il GP d’Australia grazie a un pit stop in regime di Virtual Safety Car, e il GP del Bahrain tramite una gestione magistrale delle gomme soft. Diversamente i GP di Cina e di Azerbaigian non vanno come previsto. A Shanghai non va oltre l’ottava posizione a causa di un contatto con Max Verstappen, a Baku invece chiude quarto dopo un bloccaggio nel tentativo di sorpassare Valtteri Bottas. Il pilota tedesco torna alla vittoria nel GP del Canada; ma poi di nuovo un errore di valutazione al circuito de Le Castellet quando colpisce il numero 77 al primo giro.

La prima parte di stagione vede Hamilton e Vettel contendersi la testa della classifica. Dopo la gara al Red Bull Ring Sebastian è davanti con un punto di vantaggio sull’inglese. Vince poi il GP di Gran Bretagna dopo un gran sorpasso su Bottas (“qui a casa loro“), mentre Hamilton, che partiva dalla pole, alla partenza ha un contatto con Raikkonen che lo costringe a una gara di rimonta. La possibilità di allungare arriva nella tracciato di casa, all’Hockenheimring. Qui Vettel domina la gara fino al cinquantaduesimo giro quando perde la macchina, a causa di una leggera pioggia, e finisce sulla ghiaia contro le barriere. Al termine Hamilton vince e va a + 17.

Nell’appuntamento successivo il britannico prevale ancora. La speranza si riaccende nel GP del Belgio: Vettel sorpassa il pilota di Stevenage al primo giro sul rettilineo del Kemmel e si impone per il resto della gara. A Monza il weekend inizia con il piede giusto, in qualifica le due Ferrari padroneggiano la prima fila con Kimi che conquista la pole. Ma domenica la SF71H del tedesco, a seguito di un contatto con Hamilton alla Roggia, si gira; inizia la rimonta che lo porta a chiudere in quarta posizione.

Nella seconda parte della stagione l’inglese non fa altro che allungare, complici prestazione della monoposto non a livello ed errori commessi dal pilota di Happenheim a Suzuka e ad Austin. Il duello termina ufficialmente a Città del Messico dove Lewis Hamilton si laurea campione del mondo per la quinta volta. Per Vettel e per la Ferrari il 2018 non è terminato con il raggiungimento dell’obiettivo. Questa però rimane una delle migliori stagioni della rossa degli ultimi anni: con sei vittorie, ventiquattro podi totali e 571 punti conquistati (di cui 320 portati dalla monoposto numero 5).

DIFFICOLTÀ

A partire dal 2019 il compagno di squadra di Vettel non è più Kimi Raikkonen, ma il giovane e talentoso pilota Charles Leclerc. Oltre a ciò Mattia Binotto assume la carica di team principal sostituendo Maurizio Arrivabene. Fin dall’inizio la macchina non è competitiva come la precedente e la stagione è chiaramente nelle mani della Mercedes. In Bahrain il monegasco conclude terzo mentre Vettel quinto, in una gara che lo ha visto prima andare in testacoda e poi perdere l’ala anteriore a causa delle forti vibrazioni. La SF90 non è una monoposto che si adatta allo stile di guida del tedesco che preferisce un posteriore saldo.

Una gran prestazione del quattro campione del mondo arriva nel GP del Canada, dove al sabato conquista la pole position grazie a un giro pazzesco. In gara Vettel, tallonato da Lewis Hamilton, al quarantottesimo giro manca una chicane e il rientro viene giudicato pericolo dai commissari che gli infliggono una penalità di 5 secondi. Il britannico non riesce a sorpassare il tedesco in pista ma vince la gara visto la penalità del rivale. Sotto al podio il numero 5 si rende protagonista dello scambio dei cartelli considerando rubata la vittoria.

Vettel da (ancora una volta) dimostrazione del suo talento al GP di Germania agguantando la seconda posizione al termine di una gara bagnata in cui partiva ultimo. In generale la macchina da il meglio di sé su piste a basso carico aerodinamico come il Red Bull Ring, Spa o Monza. Tracciati in cui però la monoposto più competitiva è quella di Charles Leclerc. La prima vittoria stagionale per Sebastian arriva a Singapore grazie a un overcut sul compagno di squadra che molto ricorda quello del GP Monaco nel 2017.

Nelle restanti gare il tedesco è costretto al ritiro in ben due occasioni. Prima nel GP di Russia a causa di un problema all’ERS (proprio quando era in testa), e poi nel GP del Brasile a seguito di uno scontro con il monegasco. Alla fine Vettel conclude il campionato in quinta posizione con 240 punti, dietro al monegasco (quarto con 264 p.).

VETTEL, È ADDIO ALLA FERRARI

L’inizio della stagione viene posticipato a causa della pandemia. Ma ancor prima che questa abbia luogo, il 12 maggio, la Ferrari annuncia che non rinnoverà il contratto di Sebastian Vettel chiudendo il rapporto dopo sei anni. C’é voglia di concludere alla grande ma la SF1000 non permette ai due piloti, sopratutto al tedesco, di esprimersi come loro solito.

La monoposto del 2020 eredita infatti tutte le carenze telaistiche di quella 2019, a cui si aggiunge un motore vistosamente “depotenziato” dato l’accordo a inizio anno tra la FIA e il team di Maranello. Sebastian arriva a podio, conquistando il terzo posto, solo nel GP di Turchia. È una annata assolutamente deludente sia per le prestazioni della SF1000 che per quelle di Vettel, che spesso ha lamentato una macchinainguidabile“.

Il binomio Vettel-Ferrari non ha funzionato per quel era l’obiettivo comune. Non è arrivato il titolo iridato. L’ultimo campione del mondo per la rossa rimane Kimi Raikkonen. Ma questi non sono stati sei anni negativi. Ci sono state stagioni, come quelle del 2017 e del 2018 dove la lotta mondiale c’é stata (anche se non fino all’ultima gara), dove si è arrivati a essere vice-campioni del mondo. Sebastian chiude la sua esperienza con 14 vittorie (terzo miglior pilota per numero di trionfi dietro solo a Michael Schumacher e Niki Lauda), 12 pole position e 55 podi.

Tutto questo comunque non si può ridurre solo ai numeri. Non si può tralasciare quello che ha dato Sebastian Vettel al team, non si può tralasciare il dato che abbia fatto tornare il calore per la rossa riaccendendo le speranze mondiali e facendo innamorare i tifosi. È vero, è stato “un sogno realizzato a metà. Non c’é stata la cosiddetta ciliegina sulla torta.

Ma ci sono tante altre cose che fans e pilota porteranno con loro. Una di queste cose è sicuramente il momento al termine del GP di Abu Dhabi quando il tedesco si è aperto in radio ringraziando il suo box e cantando una versione parafrasata di “Azzurro“, in cui è racchiusa tutta la sua passione e il suo legame alla squadra. È l’addio alla Ferrari ma non alla Formula 1. Dal 2021 il tedesco avrà una nuova opportunità guidando per un team in crescita come Racing Point (futura Aston Martin), che tanto bene ha fatto in questa stagione e che tanto bene potrà fare grazie al know-how di un quattro volte campione.