Ricciardo: “Io in una ristretta élite di piloti”

Daniel Ricciardo

Credit: Renault F1 Team media

Stando alle parole di Daniel Ricciardo, del già ristretto gruppo di piloti che corrono in Formula 1 un numero ancora minore sarebbe capace di vincere facilmente una gara con la giusta macchina

“Ci sono degli rari unicorni nel mondo dello sport. Esiste una piccola manciata di persone abbastanza talentuose da riuscire a vincere in una giornata qualsiasi, e la Formula 1 non è differente. Credo ci sia un ristretto gruppo di noi al top, ed io insieme a pochi altri ne facciamo parte, che con la giusta macchina potrebbe avere una chance di vittoria”. Queste sono le parole di Daniel Ricciardo, il pilota trentenne della Renault. L’australiano è forse uno degli attuali talenti più brillanti del Circus, come le 7 vittorie e i 29 podi conquistati in carriera suggeriscono. La sua serie di successi ha subito una battuta d’arresto con il passaggio dalla Red Bull alla scuderia di Enstone nel 2019.

Nonostante questa parentesi finora poco vincente, Ricciardo non ha perso fiducia nelle proprie abilità. Dal 2021 l’Honey Badger di Perth avrà le chance per riscattarsi affiancando Lando Norris in qualità di pilota McLaren, uno dei team più in crescita negli ultimi anni. Ricciardo è abbastanza sicuro di avere le qualità necessarie per essere al top: “Che sia per talento o per l’abilità, solo pochi di noi riescono a spingere la macchina al limte. Avremmo però bisogno della giusta monoposto, e allora la differenza non starebbe più nella velocità ma nella capacità di dominare gara dopo gara. Alcuni di noi potrebbero vincere in qualsiasi momento. Quello che bisogna concedere a Lewis è che lui riesce a farlo ancora e ancora”.

NELLA MENTE DI HAMILTON

Da ormai sei anni Lewis Hamilton ha assunto il ruolo di uomo da battere. Secondo Ricciardo la fortuna dell’inglese non è interamente basata sulla mera competitività della Mercedes, che comunque gioca un ruolo fondamentale nel successo di Lewis, ma anche e sorprattutto sulla forma mentis. Ciò che ci diversifica in questo gruppo ristretto, trascendendo la monoposto, è la capacità fisica e mentale di riuscire a gestire qualsiasi aspetto dello sport, settimana dopo settimana. Che sia una particolare giornata in cui non ci si sente bene, che sia del jet-lag non smaltito o semplicemente si esca da una brutta settimana alle spalle. Se riesci comunque ad entrare nell’abitacolo e a battere gli altri, allora puoi essere un campione“.

“La differenza con Lewis, ciò che lo rende speciale, è che lui è riuscito a farlo sei volte. Anche se gli si voglia contestare l’aver guidato la macchina migliore, è comunque un risultato rimarchevole – prosegue Ricciardo – “Essere sé stesso anno dopo anno, continuare a darsi la spinta, essere capace di gestire la pressione con consapevolezza di essere colui che tutti puntano a battere, è impressionante. Con tutta la fiducia che ripongo in me stesso, e certamente credo di poter vincere un mondiale a sue spese, potrei riuscire a farlo ogni anno? Non ne sono sicuro. Il suo è un grande risultato e come tale è meritevole di rispetto”.