Ricciardo contro la strategia digitale della Formula 1

Ricciardo contro la strategia digitale della Formula 1

Credits: Pirelli Press Area

Il pilota della McLaren non approva la condivisione di contenuti sensibili come possono essere i video degli incidenti in pista dei piloti

L’utilizzo dei social media, e degli strumenti digitali in generale, è da sempre un’arma a doppio taglio. Le reazioni provocate negli utenti che guardano un determinato video o un determinato contenuto, sono imprevedibili. Ma, soprattutto, rispondono al mantra “il web non dimentica“. Un concetto che, nel suo senso più ampio, ben rispecchia il commento rilasciato da Daniel Ricciardo in merito alla strategia digitale utilizzata dalla Formula 1.

La descrizione data dall’australiano è un po’ più colorita, dato che Ricciardo ha definito degli idioti coloro che gestiscono la strategia social del Circus. Questo soprattutto in seguito allo spaventoso incidente occorso a Romain Grosjean durante le battute finali del mondiale 2020. Un incidente, tra l’altro, che avrebbe potuto avere conseguenze drammaticamente peggiori. In particolare, Ricciardo ritiene che la Formula 1 glorifichi gli incidenti, ritenendoli come momenti spettacolari da ricordare, senza però tenere conto delle sensazioni che questi possono generare, soprattutto tra i famigliari dei piloti coinvolti.

FUCKING IDIOTS” E CONTENUTI PER DODICENNI

Penso che l’anno scorso la Formula 1 abbia caricato sui suoi canali social un video intitolato qualcosa come “I 10 momenti migliori dell’anno”. E 8 su 10 erano incidenti. […] Forse i ragazzi di 12 anni vorrebbero vedere quel tipo di contenuti e per loro è qualcosa di bello, perché non conoscono bene le dinamiche. Ma noi non siamo bambini. Dovete fare di meglio. Semplicemente, fate qualcosa di meglio“. Con queste parole Ricciardo ha apostrofato il Circus durante un’intervista rilasciata per la rivista britannica Square Mile.

Per Ricciardo, il colpo più forte è stato rappresentato proprio dall’incidente di Grosjean. Le scene dell’impatto contro la barriera e del fuoco che avvolge la sua monoposto, sono qualcosa che difficilmente verrà dimenticato. E, secondo il pilota australiano, si tratta di immagini che avrebbero potuto urtare la sensibilità di molti, soprattutto dei suoi famigliari, che in quel momento non avevano idea di come stesse il pilota della Haas.

Proprio per questo motivo, lo scorso anno Ricciardo ha avuto espresso le proprie perplessità al direttore marketing e comunicazione della Formula 1, Ellie Norman. “Si è dimostrata molto comprensiva e riconoscente“, ha dichiarato Ricciardo. “Ha accettato le mie preoccupazioni, non le ha respinte. Penso stesse anche cercando di ascoltare e di capire come le cose avrebbero potuto essere fatte diversamente. Ma mi ha anche spiegato i motivi per cui, in quel momento, la Formula 1 ha deciso di adottare quella strategia digitale“.

UN’EVOLUZIONE SBAGLIATA DEI CONTENUTI

Secondo il pilota della McLaren, la Formula 1 e il motorsport in generale hanno subito una strana evoluzione nel modo di comunicare. E, nell’opinione di Ricciardo, questo è stato una conseguenza dovuta alla serie Drive To Survive. Se, infatti, la prima serie è stata un canale importante per la strategia digitale del Circus e nonostante abbia portato grande successo anche agli stessi piloti, nella seconda stagione Ricciardo ha notato qualche forzatura.

Hanno cercato di creare un po’ di rivalità tra me e Sainz, una cosa che non c’era davvero. […] Non c’era alcun rancore personale contro di lui, ma penso che Netflix volesse ottenere qualcosa e si sia concentrato prevalentemente su di lui. Forse nessuno l’ha notato. Ma io non ho mai avuto nulla contro Carlos. Forse ci sono piloti che non mi piacciono, al contrario di Carlos…“.