Red Bull, uno sguardo oltre il Junior Programme
Nel 2020 la Red Bull si è trovare a scegliere tra Alexander Albon e Sergio Perez, tra il rimarcare o il rinunciare al loro Junior Programme
La decisione presa alla fine della scorsa stagione da parte di Red Bull di ingaggiare Sergio Perez non è stata una banale scelta tra due piloti. Il tutto non si riduce ai soli Perez e Albon, ma in realtà coinvolge la filosofia dei giovani che da anni è un marchio distintivo del team austriaco. A Milton Keynes hanno sempre attinto dai piloti del Red Bull Junior Programme; l’ultimo non appartenente al progetto era stato Sebastian Vettel (nel 2009).
Nel 2014 l’arrivo di Daniel Ricciardo, chiamato a sostituire Mark Webber, aveva dato il via a scelte simili. Promuovere driver parte del loro programma giovani, che avessero già accumulato esperienza in Formula 1 correndo per la squadra “sorella” – Toro Rosso/AlphaTauri. Helmut Marko è riuscito con ciò a portare alla ribalta un talento come Max Verstappen. Ma non sempre questo modello ha pagato.
Dopo l’addio di Ricciardo (alla fine del 2018) in Red Bull vi è stata la “danza dei piloti” con tante promozioni e retrocessioni. Non hanno convinto né Kvyat, né Gasly e né Albon che, dopo la loro esperienza nel team minore, hanno faticato nel confronto con l’olandese. Questo si è tradotto anche nella considerevole differenza di punti in stagione, cosa che a sua volta ha avuto un impatto nelle possibilità del team di lottare per conquistare il titolo costruttori.
POSSIBILITÁ
Dinanzi a ciò spesso ci si è chiesti perché insistere con il Junior Programme. È lecito per la scuderia favorire i propri piloti, ma è giusto metterli subito davanti a un parallelo che metterebbe in difficolta molti, perlopiù quando non si è ancora pronti? Nel 2020 questa situazione si è palesata nuovamente. E con Sergio Perez appiedato dalla Racing Point, la Red Bull si è trovata a scegliere tra il fare un passo concreto nel tentativo di combattere Mercedes nel 2021 o rimanere ancorata alla propria filosofia.
“È stata una decisione tremendamente difficile, che abbiamo avuto la fortuna di ponderare per diverso tempo – per tutta la stagione in verità. È stato insolito trovare sul mercato un pilota con le qualità e le capacità di Sergio. Abbiamo considerato che avere lui al fianco di Max ci avrebbe messo in una posizione migliore per il 2021“, ha detto Christian Horner in un’intervista a Motorsport.
“È stata una scelta adulta. Abbiamo deciso di dare una possibilità a Sergio e di uscire dal nostro schema. L’anno scorso lui ha guidato davvero bene, in particolar modo nell’ultimo terzo della stagione. Ha 10 anni di esperienza in Formula 1 (…) e porta con sé una serie di competenze acquisite su vetture, che fino allo scorso anno, erano tutt’altro che competitive“.