Red Bull, una pesante squalifica: la storia insegna
L’esclusione dal Campionato è l’unica via da intraprendere per la FIA? E cosa succederebbe se la sanzione fosse puramente economica? Analizziamo le situazioni analoghe del passato
Lo sforamento del Budget Cap da parte della Red Bull lascia tutti i tifosi delusi e arrabbiati. Perché, a prescindere dal tifo per la propria squadra del cuore, è inconcepibile pensare che uno sport venga manipolato in questo modo sleale. Si parla infatti di doping finanziario: un’onta tanto pericolosa e tanto scandalosa quanto il classico doping di atleti, ciclisti e tutti gli altri sportivi.
This may have been our biggest soaking yet 😜 pic.twitter.com/xka1SE7g3w
— Oracle Red Bull Racing (@redbullracing) October 13, 2022
Stando così la situazione, sono in tanti quelli che invocano una squalifica. In primis, ovviamente, i rivali della Red Bull. E in questi giorni sono state anche riprese le parole di Ross Brawn. Che nel 2019 aveva affermato che, chiunque avesse infranto il tetto delle spese, “avrebbe potuto perdere il titolo“. Tuttavia, dobbiamo ricordare che Brawn non ha alcuna voce in capitolo. Non facendo parte di alcun organo della FIA. Ma di Liberty Media.
IL PANE A CHI HA GIA’ I DENTI
Parliamo di una vera e propria fregatura. Per i team minori, perché vedono che una misura che era stata creata per loro – per cercare di equilibrare la sfida in pista – non ha avuto alcun risultato. Per i team maggiori si prospetta uno scenario anche peggiore. Se la sanzione inflitta alla Red Bull, invece che una squalifica, sarà puramente economica, nulla potrà vietare loro di fare lo stesso il prossimo anno. Quale problema (e ironia), per una scuderia che ha abbastanza soldi da violare il Budget Cap, sborsare qualche milioncino in più! E intanto, avrà avuto la possibilità di sviluppare un motore congelato fino al 2025. Chiamiamoli scemi!
E quindi, quale dovrebbe essere la risposta della FIA? Dovrebbero avere il pugno di ferro e infliggere una squalifica? Ma parecchi sono gli interrogativi al riguardo. L’esclusione dal Campionato riguarderebbe la stagione passata o quella attuale? E i punti sarebbero detratti soltanto al team o anche alla coppia di piloti? Se guardiamo alla storia della Formula 1, sono stati diversi gli sviluppi in questi casi.
SQUALIFICA RED BULL: SCHUMACHER, MCLAREN E IL SUPERMOTORE FERRARI
Ricordiamo l’eclatante squalifica di Michael Schumacher dal Mondiale 1997. Dopo aver tentato di buttare fuori pista il rivale al titolo Jacques Villeneuve, il Keiser fu escluso dal Campionato. Eppure la Ferrari mantenne i punti che il tedesco aveva segnato per i Costruttori. Ribaltata invece la situazione nel 2007. Quando la McLaren, accusata per il famoso spionaggio sulla Ferrari per gli impianti frenanti, fu squalificata dal Campionato. In quel caso, però, i due piloti del team – Fernando Alonso e Lewis Hamilton – mantennero i loro punti nel Campionato Piloti.
Un caso ancora più recente, e ancora più intricato, è quello del “supermotore” Ferrari del 2019. La scuderia di Maranello, improvvisamente ritornata in testa alla classifica a metà stagione, ha concluso un accordo a porte chiuse con la FIA. A causa della illegalità del nuovo propulsore. Non conosciamo tutti i dettagli, eppure sembrerebbe che sia stato chiesto alla Ferrari di progettare una monoposto meno performante per la stagione successiva: è il 2020, e lo ricordiamo tutti. Una delle peggiori annate nella storia del Cavallino.
La situazione è tutt’altro che semplice. E una decisione poco severa potrebbe portare a un pericolosissimo precedente. Capace di minare l’integrità del nostro sport. Eppure la Red Bull è stata colta in una “violazione minore”, e tra le sanzioni previste la FIA potrebbe scegliere quella di comodo. Pur di salvaguardare un’immagine della Federazione che, settimana dopo settimana, si deteriora sempre di più.