Red Bull: “Accordo FIA-Ferrari? Non possiamo fermarci qui”

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Credits: Red Bull Content Pool

Intanto dal fronte dei 7 team esce la Mercedes, mentre agli altri la squalifica della Ferrari dal mondiale 2019 fa gola anche in ottica finanziaria

Non si placano le polemiche suscitate dall’indagine condotta dalla FIA riguardo alla power unit Ferrari del 2019, che ‘regalò’ alla scuderia di Maranello tre vittorie e sei pole position nella seconda parte di campionato. I tecnici della Federazione, al termine dei controlli, hanno emesso un verdetto che ha fatto storcere il naso a tutti i non motorizzati Ferrari. I termini dell’accordo raggiunto, infatti, sono rimasti riservati tra la FIA e la Ferrari. Una conclusione sconcertante, che ha sollevato un fronte d’opposizione di sette team, i quali, alla vigilia di Melbourne, hanno espresso il rispettivo malcontento.

RED BULL LEADER DELL’OPPOSIZIONE

Perché in ballo c’è anche una consistente questione economica. La potenziale squalifica della Ferrari dal campionato 2019 comporta il guadagno di una posizione per ogni team (eccetto che per la Mercedes campione del mondo), con i benefici finanziari a esso connessi. Ma pare che quel fronte di sette team ne conti ora uno in meno, ossia la Mercedes. La casa della Stella sarebbe uscita dal fronte oppositivo dopo un incontro tra il vertice di Daimler Ola Källenius e quello di FCA John Elkann

“La Mercedes è uscita dal gruppo in rivolta” ha confermato Helmut Marko ad Auto Motor und Sport. La Red Bull, invece, intende proseguire: fanno gola quei 20 milioni in più che deriverebbero dal secondo posto nel mondiale Costruttori 2019. “Tutto questo ci lascia l’amaro in bocca – ha commentato Chris Horner – Tra la seconda e la terza piazza ballano 20 milioni di dollari, che poi vengono redistribuiti anche come bonus aggiuntivi per i nostri dipendenti. Non possiamo lasciar perdere la cosa

Non c’è alcuna evidenza, però, circa il mancato rispetto delle regole da parte della Ferrari. Per di più la stessa FIA ha chiarito, in una nota del 28 febbraio, la liceità della riservatezza dell’accordo con la casa di Maranello al termine dell’indagine. La sensazione, in ogni caso, è che la querelle non si ferma qui. Anzi, potrebbe diventare il motivo dominante dei prossimi mesi senza azione in pista.