Ferrari-FIA: i perché di un accordo ‘riservato’
La Ferrari avrebbe aperto le porte alla FIA, orientandola soprattutto sulle zone grigie del regolamento. Quelle dove si esprime la genialità degli ingegneri
Inizia nella bufera il mondiale 2020 di Formula 1, e non c’è di mezzo solo il Coronavirus, che rischia di scompaginare l’intera prima parte del calendario. Sotto i riflettori c’è anche la feroce polemica nata tra la Ferrari e i sette team che non montano la power unit di Maranello, in seguito all’indagine della FIA sui propulsori della SF90 che tanti sospetti avevano destato alla fine dello scorso anno. La conclusione dell’indagine da parte della Federazione parla di termini dell’accordo rimasti riservati tra le parti – ossia tra la FIA e la Scuderia Ferrari -, scatenando il malcontento dei 7 team non equipaggiati dai motori di Maranello, con Mercedes e Red Bull in testa.
SEGRETI
Da Motorsport.com è stato tracciato uno scenario che aiuta a far luce sulla vicenda. In pratica, l’esame della FIA sulla power unit di Maranello avrebbe messo a nudo le carenze degli stessi tecnici federali, che non sarebbero riusciti con i propri strumenti a fare un’analisi approfondita su eventuali violazioni del regolamento da parte della Rossa. Violazioni che, secondo le voci, consistevano nell’aggirare i controlli del flussometro, regalando alla SF90 discreti vantaggi soprattutto in qualifica. Di conseguenza, la stessa Ferrari avrebbe aperto le porte del proprio garage alla FIA, illustrando nel dettaglio il metodo operativo soprattutto in relazione alle zone grigie del regolamento. Quelle che, se opportunamente interpretate, consentono ai tecnici di esprimere la propria genialità.
Insomma, un corso ‘full immersion’ (per riprendere le parole di Franco Nugnes) a beneficio dei tecnici FIA, ‘istruiti’ su tutti i segreti della power unit di Maranello. Nascerebbe da qui il silenzio della Federazione, che non avrebbe potuto divulgare i segretissimi dati raccolti durante l’indagine sulla Ferrari. Dati che avrebbero portato i tecnici federali a conoscere il sistema di alimentazione del motore endotermico e la gestione dell’energia elettrica che viene generata dalla MGU-H e trasmessa alla MGU-K senza passare dalla batteria. Perché tutto questo? Forse per rendere la FIA più consapevole in materia di zone grigie regolamentari, spostando così l’attenzione anche sulle soluzioni al limite degli altri team.