Le sprint race al posto delle qualifiche. Vale la pena?

Sprint Race

Credits: Pirelli Press Area

Nel 2021 (Silverstone, Monza, Interlagos o forse prima!) si sperimenterà la sprint race per decidere la griglia di partenza della domenica

E insomma la sprint race si farà. O meglio, si proverà, perché su un’idea così rivoluzionaria il cappello sono in tanti a non volercelo ancora mettere. Quello più convinto è Ross Brawn, che da quando in Federazione è diventato la bocca della verità ha deciso di liberare la fantasia e proporre idee nuove senza limiti, e quel che sarà sarà. Ma anche Domenicali pare entusiasta e non vede l’ora di attuarla, forse già da domenica prossima! Questa della sprint race, è veramente grossa. Sì perché, con tutte le diverse formule provate in settant’anni di storia per decretare la griglia di partenza dei gran premi, a utilizzare un (altro) mini gran premio non c’era ancora arrivato nessuno.

E invece il tecnico (un tempo) e manager (adesso) britannico è convinto che per rinvigorire il formato dei fine settimana motoristici aggiungere un’altra gara sia la soluzione giusta. Per carità, in termini di qualifiche, soprattutto negli ultimi vent’anni, si è visto di tutto e di più. E anche esperimenti rispetto ai quali la sprint race non farà certo figura peggiore. Però questa idea rivoluziona davvero il concetto di qualifica, e se da una parte riuscirà ad attirare il pubblico di età più giovane (ossessionante target di Liberty Media) potrà pure gettare nello sconforto gli appassionati di lunga data.

COME SARA’ LA SPRINT RACE? CERTEZZE POCHE, DUBBI QUANTI SE NE VOGLIONO

Nasce, questa strana idea, dalla necessità per il business della massima formula di incrementare il seguito, gli spettatori (soprattutto via TV), l’esposizione dei marchi e quindi i soldi incassati. Il format attuale oggettivamente non è malaccio. Tre sessioni a eliminazione regalano incertezza continua, possibili sorprese e un’azione in pista senza interruzione. Ma vuoi mettere col divertimento di una gara vera e propria? Simile magari a quella della Formula 2, dove i piloti si prendono a ruotate sin dal sabato.

Sprint Race
Credits: Pirelli Press Area

Ed ecco quindi che, nelle tre occasioni designate, il venerdì si girerà per decidere la griglia di partenza della sprint race. E poi già da sabato si gareggerà corpo a corpo per la conquista della pole position e per mettere in saccoccia qualche manciata di punti, ancora da definire con precisione. Cento chilometri a tutta birra, con lo scopo di attirare un po’ più di attenzione sulla giornata di sabato. Ma senza intaccare la sacralità della domenica, che decreterà il solo e unico vincitore del fine settimana al termine di una gara vera e propria come da tradizione. Potrebbe funzionare. Ma potrebbe anche venirne fuori uno scempio.

I RISCHI DI UN EVENTO CONDIZIONATO DALLE STRATEGIE E NON ANCORA BEN DEFINITO

Intanto ci sono ancora un sacco di condizioni da definire. Come verranno utilizzate le mescole nei fine settimana con la sprint race? La limitazione nell’uso dei motori terrà conto di questi cento chilometri così stressanti sulla meccanica? E in caso di incidente, quanti pezzi si potranno cambiare sulla monoposto? Saranno permessi assetti specifici? Davvero ancora molte, le situazioni da regolamentare, per poter fare delle previsioni sul successo della sprint race.

Sprint Race
Credits: Pirelli Press Area

In compenso vengono in mente tanti fattori che potrebbero far naufragare l’idea. Ce la metteranno davvero tutta, i piloti, per conquistare una posizione in più durante la sprint race? Oppure cercheranno di preservare le vetture e di capire il funzionamento di mescole e assetti in condizioni da gara? E mettiamoci nella condizione di un Verstappen che al sabato si trova dietro alle Mercedes. Quante possibilità ci sono di vederlo attaccare alla morte per guadagnare una posizione che forse gli consentirà di partire alla domenica sei metri più avanti ma dalla parte più sporca della pista?

ADDIO AL GIRO SECCO…LA MACCHIA PIU’ GROSSA SU QUESTO NUOVO FORMAT DELLE QUALIFICHE

Ma soprattutto…sarà del tutto indolore la rinuncia alla qualifica basata sul giro secco? Perché è proprio intorno a questo concetto che la sprint race si gioca la sua credibilità. Fino adesso un pilota completo doveva misurarsi sulla distanza di una gara, ma anche dimostrare le sue pure doti velocistiche. Impegnarsi al massimo in una prova di un minuto e mezzo, senza gomme o meccanica da preservare. Il giro della morte, insomma, del tutto o niente.

Sprint Race
Credits: Pirelli Press Area

Che grandi emozioni regalava Senna quando usciva dal garage negli ultimi dieci minuti per assestare il colpo decisivo. Per non parlare dell’attuale formato, che negli ultimi trenta secondi vede la classifica rivoluzionarsi ogni volta che un pilota prende la bandiera. Per chi non fosse ancora convinto, e nostalgico a sufficienza, basta infine ricordarsi di questo giro di Schumacher nel 1996 a Montecarlo (00:39, entrata in traverso alla Rascasse…). Vogliamo davvero dire addio a tutto questo? Queste sprint race dovranno essere davvero divertenti, altrimenti non avranno vita lunga, e dispetto del gradimento di gente come Horner e Ecclestone.