Analisi della redazioneFormula 1Presentazioni F1

Le presentazioni delle nuove vetture: tanto fumo senza arrosto

Tanto attesi quando deludenti: i vernissage della nuove macchine sono eventi pubblicitari e poco altro

Le presentazioni delle nuove vetture sono da sempre seguitissime dagli appassionati. Ma non sarà che ci accontentiamo di poco?

Reduce delle presentazioni di McLaren e Alpha Tauri (un po’ meglio l’Alfa Romeo), vetture attese ad un certo salto di qualità nella stagione a venire, provo un senso di “mixed feelings“. Chi ricorda certe attese, spesso lunghe quattro o cinque mesi, e la sorpresa nel vedere oltre a livree inedite anche soluzioni innovative sa di cosa parlo.

La trepidazione per l’inizio di una nuova stagione è inevitabile, ma obiettivamente dagli eventi multimediali odierni se ne esce abbastanza interdetti. Non invidio infatti i miei colleghi che stanno studiando le poche foto significative messe in circolazione dalle scuderie, alla ricerca di particolari rivelatori opportunamente penalizzati dalle inquadrature o semplicemente…assenti.

LA CACCIA AL DETTAGLIO (INSIGNIFICANTE) DELLE VETTURE

Per carità, mi ci metto anche io spinto dall’avidità e dalle migliori intenzioni a spulciare queste immagini, bramate per tutto l’inverno, alla ricerca della novità che ti spiazza e dello scoop sulla nuova diavoleria inventata dal fenomeno di turno. Nella maggior parte dei casi riesco a malapena ad individuare dei profili alari diversi, una nuova concezione dei bargeboards, le pance più affusolate, il cape (sotto del muso) diversamente schermato.

Alpha Tauri
Credits: Scuderia AlphaTauri Twitter

Ma poi l’entusiasmo tramonta e mi chiedo: mi ricordo di un mondiale vinto grazie ad un bargeboard, un monkey seat, o una T wing? O che questi particolari, spesso i soli evidenti dalle riprese, siano poi stati rivoluzionari nella storia del motorsport? No, non ne ho memoria.

FRASI FATTE E PROCLAMI BALORDI DURANTE LE PRESENTAZIONI

Ma è quando si accendono le luci ed i microfoni che la consapevolezza che ci si trova a poco più che un evento pubblicitario prende il sopravvento. In genere un tizio elegante e una bella signorina iniziano a fare domande a team principal e responsabili tecnici abbastanza imbarazzati, che parlano in modo molto vago di lavoro di affinamento, di evoluzione, di miglioramento e infine usano il termine che tutto vuol dire e niente dice: ottimizzazione. Ancora nessuno che ha presentato una macchina impostata sul low profile, ma che strano.

McLarenf1_Twitter
Credits: McLarenf1_Twitter

Il resto della banalità sono riservate ai piloti, tutti convinti di essere alla vigilia della loro stagione più importante e felici del lavoro che potranno fare col nuovo compagno di squadra (questa è la bugia più divertente di tutte). Ma soprattutto pienamente uniformati ai valori (?) dettati dal main sponsor.

MA INSOMMA, ALLORA COME DOVREBBERO FARE?

E’ vero, facile criticare, ma come ci piacerebbero allora, queste presentazioni? Diciamo che, poverine, non è che possono mostrare proprio tutto tutto, le scuderie. Perchè finire scopiazzati in poche settimane, con la potenza di fuoco che hanno gli odierni studi tecnici (per non parlare dei modelli di calcolo che trasformano una foto in un pezzo meccanico come se niente fosse) è veramente un attimo. E poi con i regolamenti strettissimi imposti negli ultimi anni non si inventa niente; manca solo che vengano limitati i cambi di livrea…

1990sF1
Credits: 1990sf1

Siccome a chi scrive della livrea importa il giusto lasciate che mi ricordi con emozione le prime pagine delle riviste specializzate. Tre foto di numero della Brabham BT52 a freccia e Piquet seduto sorridente su una ruota anteriore. O la McLaren MP4/4, bassissima, fatta provare in fretta e furia a Prost e Senna prima di spedirla in Brasile. Foto che valevano l’attesa di un inverno intero. E vetture che è ancora impossibile confondere con le altre, tali erano le novità tecniche visibili.

Altrimenti che facciano come Briatore nel ’96, che portò tutti a Taormina, e chi se ne frega della macchina, godiamoci una bella giornata in un posto stupendo.

David Bianucci

Mi chiamo David Bianucci, nato a Prato ma trasferito per amore e lavoro sui colli Euganei in provincia di Padova. Sono uno sportivo a livelli di fanatismo, ho praticato la pallanuoto per vent'anni e ora faccio i campionati di nuoto Master. Ma le sensazioni più forti me le ha sempre regalate la Formula 1, sin da quando a nove anni ho visto il Gran Premio di San Marino del 1981. Sono seguite sveglie notturne per vedere i gran premi asiatici, autentiche fortune spese in riviste specializzate, giornate tra le frasche del Mugello per guardare girare di nascosto Michael Schumacher. Essere diventato nel frattempo Ingegnere Meccanico non ha migliorato la cosa... Scrivo perchè non posso fare niente per evitarlo.

Un commento

  1. Finché questo schifo, ottiene milioni di visualizzazioni, è chiaro che il problema non esiste. Cosa porti tutti questi appassionati (?) ad andare a guardare il nulla, se non a farsi addirittura prendere per il naso, per me è veramente incomprensibile. Sarà che ho qualche anno di troppo, ma vedere davvero una nuova monoposto presentata in pista, che dopo qualche foto viene messa in moto e comincia a girare, e piloti e tecnici si mettono a disposizione dei giornalisti per delle “vere” domande nei box, sono davvero cose da nostalgici, dei tempi andati?
    Io credo di no.
    Sì chiama rispetto verso il pubblico e gli appassionati.

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