Max Verstappen Honda Red Bull

Credit: Red Bull Media Center

Il Mondiale 2019 verrà ricordato dai tifosi e dagli addetti ai lavori per essere stata la stagione di resurrezione della Honda. E tutti i segnali indicano che la strada intrapresa è definitivamente quella giusta.
Dopo parecchi anni di assenza dalla classe regina del Motorsport, nessuno avrebbe immaginato un rientro in Formula 1 così fallimentare il motorista giapponese, nel 2015, con la McLaren.

Archiviato il nefasto triennio, riposto nel cassetto dei ricordi come un brutto momento del passato, possiamo finalmente dire che la rinascita della Honda è ufficialmente iniziata.

Nel 2018 fu la Toro Rosso, sorellina della Red Bull, la prima a passare ai motori giapponesi. Uno stratagemma pensato forse per andare a spianare la strada a un eventuale passaggio ai motori Honda anche da parte del team di Milton Keynes, che da dodici stagioni si affidava ai propulsori della Renault. Ed è esattamente quello che è successo. L’annuncio è arrivato nel giugno del 2018.

Ma prima di questa straordinaria annata per il motorista giapponese, Honda ha dovuto soffrire parecchio tra il 2015 e 2017. In quegli anni la power unit veniva fornita alla McLaren e, nonostante col team di Woking la precedente partnership avesse generato tonnellate di successi, le cose non andarono certamente come era lecito aspettarsi.

Inizialmente Honda fornì i motori alla scuderia britannica tra il 1988 e il 1992. In questo periodo, la McLaren vinse 44 Gran Premi, aggiudicandosi anche quattro titoli Costruttori e quattro titoli Piloti.

Eppure tra il 2015 e il 2017 il team di Woking non è mai riuscito a chiudere la stagione andando oltre a un sesto posto nella classifica riservata ai Costruttori. Non c’è mai stato uno dei suoi drivers, capace di terminare l’anno nella top ten della classifica riservata ai piloti. E il miglior risultato ottenuto in gara, nel corso della stagione, non è mai andato oltre al quinto posto. A causa di questi motivi la collaborazione tra McLaren e Honda ha iniziato a scricchiolare, è diventata tossica. Al punto che Honda non ha nessuna intenzione di continuare a lavorare con la McLaren, nemmeno in IndyCar, nemmeno per la stagione 2020. Giusto per sottolineare come siano stati tagliati i legami col passato.

Non a caso, quando la Red Bull ha annunciato la sua decisione di passare ai motori Honda i dubbi sono stati parecchi. Nessuno poteva avere la certezza che la power unit nipponica potesse offrire alla scuderia di Milton Keynes sufficiente potenza e affidabilità per poter sfidare Mercedes e Ferrari. Ora dopo pochi mesi, si può dire che ne è valsa la pena.

Dopo appena undici appuntamenti mondiali, e metà stagione ancora da disputarsi, soprattutto nelle ultime settimane i pochi dubbi ancora presenti hanno iniziato a sparire lungo la linea dell’orizzonte.

La Red Bull è sulla buona strada per agganciare la Mercedes. Max Verstappen ha vinto due delle ultime tre gare, ha conquistato la prima pole position della sua carriera in occasione del Gran Premio di Ungheria ed è l’unico pilota che quest’anno ha chiuso tutte le corse tra i primi cinque classificati.

Proprio il pilota olandese ha aperto la stagione 2019 di Formula 1 con un terzo posto, ottenuto nel Gran Premio d’Australia, gara d’esordio della Honda come fornitore di motori della Red Bull. Questo è stato il primo podio per i giapponesi da quando Rubens Barrichello, a Silverstone, nel 2008, chiuse il Gran Premio di Gran Bretagna in terza posizione guidando per il team Honda. È stato il loro primo podio come fornitore di motori per un team clienti da quando Jenson Button è salito sul gradino più basso del podio, nel Gran Premio del Belgio 2005, guidando per la BAR.

Max Verstappen, poi, ha vinto la nona gara della stagione, il Gran Premio d’Austria, è nuovamente salito sul gradino più alto del podio in Germania. E ancora, in Ungheria, ha chiuso la corsa alle spalle del vincitore, Hamilton, portandosi a casa un altro podio e punti importanti per la rimonta in un Mondiale che non può essere ancora definito impossibile.

Qui la notizia bella è che nel giro di pochi mesi la Red Bull e Max Verstappen hanno riportato la Honda in alto. Tra quelle posizioni di rilevanza che spetterebbero di dovere a un costruttore leggendario come del resto è proprio il motorista giapponese.