Hill sulle penalità: “Le vetture non possono diventare armi”

Hill sulle penalità: "Le vetture non possono diventare armi"

Credits: Red Bull press area

IL CASO HAMILTON-VERSTAPPEN DEL GP GRAN BRETAGNA, CONTINUA A FAR PARLARE DI SÉ. IL COMMENTO DI HILL SULLE PENALITA’ COMMINATI DA MASI

A Silverstone, ben due piloti britannici hanno avuto una penalità per aver colpito gli altri concorrenti. Il primo  è stato George Russell, che ha ottenuto una penalità di tre posizioni indietro sulla griglia di partenza, per aver colpito Carlos Sainz nel giro iniziale della Sprint Qualifying. Lewis Hamilton ha invece ottenuto una penalità di 10 secondi, per essersi scontrato con Max Verstappen, proiettando la sua Red Bull contro le barriere. Damon Hill, ex pilota di Formula 1 e figlio di Graham, altro ex campione della categoria regina, ha espresso la sua opinione su questa situazione.

Queste penalità, non sono certo le uniche di questa stagione, essendoci stati diversi episodi simili e spesso contestati. Alla luce di quanto successo, Damon Hill crede che Michael Masi, direttore di gara, stia provando a dare un giro di vite sui piloti, che utilizzano le vetture come un’arma, invece di far il possibile per costringerli a correre senza rischio di incidenti.

OBIETTIVO DELLA F1: GARE SENZA COLLISIONI TRA LE VETTURE

In un’intervista rilasciata a F1 Nation Podcast, Hill ha così dichiarato: Mi sembra che Michael Masi, stia cercando di raggiungere un obiettivo, non so bene il motivo in quanto non ho parlato con lui, per poter avere una risposta. Ma ho la sensazione che stia buttando via le penalità, non appena le vetture finiscono in collisione e in occasione di incidenti, perché deve trovare qualcuno a cui addossare la colpa in queste situazioni”.

“Ultimamente, l’obiettivo dello sport è quello di avere gare senza collisioni tra le vetture. Qualche volta è inevitabile, i piloti prendono dei rischi e poi le cose accadono. Ma ciò che non vuoi avere, è uno sport dove si utilizza la propria vettura come un’arma, per evitare che l’altra persona possa superarti. In questo caso, dov’è il limite?”

“Abbiamo avuto una situazione estrema a Suzuka, con Ayrton Senna e Alain Prost. In quel caso, era chiara l’azione dannosa, Senna non aveva l’intenzione di fare la curva, piuttosto voleva colpire Alain Prost e diventare Campione del Mondo”.

Quello non è sport, questo è un fallo. Siamo arrivati a un punto, nel quale qualcuno sta provando ad applicare equità, e fermare queste azioni,” ha così aggiunto Hill.

HILL: “ENTRATI NELL’ARENA, NE ACCETTI LE CONDIZIONI…”

I principali contendenti al titolo iridato, Lewis Hamilton e Max Verstappen, si presentano all’Hungaroring, 11° tappa del mondiale 2021, con l’obiettivo di riprendere la loro sfida da dove si era interrotta, prima di quello scontro a Silverstone. Verstappen è attualmente leader della classifica iridata, a otto punti di vantaggio su Hamilton. Passato lo spavento per il botto, Max vuole riscattarsi e possibilmente vincere per difendere la leadership in campionato.

Damon Hill affronta l’argomento sulla richiesta presentata dalla Red Bull alla FIA, per rivedere la penalità di 10 secondi comminati a Hamilton.

Supponendo sul perché Red Bull, abbia impegnato i propri avvocati, Hill crede che possa essere una decisione finanziaria, considerando che il team abbia dovuto spendere molto denaro per riparare la vettura, ma anche perché Hamilton ha vinto il gran premio e ridotto lo svantaggio di otto punti, nei confronti di Verstappen, e di quattro punti nei confronti della Red Bull. Anche perdere i titoli iridati, per la Red Bull costerebbe milioni.

Hill crede che tutti coloro che competono in un gran premio, siano consapevoli dei rischi a cui vanno incontro: “Se fai così, chissà dove andremo a finire se dovessimo richiedere aiuto agli avvocati, per ogni incidente. Nel motorsport per i prossimi 100 anni, saremmo legati alla trafila burocratica”.

“È un problema che è stato esaminato. Se qualcuno si sia sentito ferito, si va incontro a una causa civile o eventualmente penale. Secondo il mio punto di vista, una volta che entri nell’arena, accetti le condizioni e gli accordi di come verrà condotta. È come un combattimento gladiatorio. Qualcuno sarà ferito, benché a livello emotivo o fisico”.

“Sono cose che accadono, ogni volta che metti in pista una macchina che sfreccia a quelle velocità, e hai dei giovani piloti che sono una testa calda e che vogliono essere i migliori”.

“Infine, una volta che capisci le condizioni, devi dire che nessuno in quell’arena possa lamentarsi del risultato,” ha così aggiunto il Campione del Mondo 1996.