Formula 1 | Come trasformare un Gran Premio in una festa per tutti

Che la festa abbia inizio! Sarà questo lo slogan che accompagnerà ogni singolo gran premio nella prossima stagione?
Anche se sono attesi notevoli cambiamenti da parte del nuovo patron, quella Liberty Media che affiancherà l’ottantacinquenne Bernie Ecclestone nella gestione dei prossimi campionati, l’aria che si sta respirando al momento è di cauto ottimismo.
I promoter, nonostante i miglioramenti attuati a livello dei social media e attraverso la rete in generale per diffondere il nostro sport anche al di fuori dei weekend di gara, hanno l’intenzione di trattare il 2017 come una semplice questione di business in modo da tirare l’acqua al proprio mulino.

Fortunatamente esistono le eccezioni ed una di queste prende il nome di Bobby Epstein, CEO del Circuit of The Americas su cui si correrà la festa di Austin nel prossimo fine settimana: “Visto che ci troveremo proprio nel loro cortile di casa, siamo fiduciosi di organizzare qualcosa che la Liberty Media potrà valorizzare perchè potrebbe tornare utile per lo sport in tutto il mondo”.
“Una delle aree più degne di nota in questo contesto che farebbe la differenza per noi è il budget riservato al mercato – ammette il presidente del COTA – Siamo il braccio destro del marketing della Formula 1 negli Stati Uniti il che capita a fagiolo”.

Allo stesso modo, nella parte opposta del globo, l’amministratore delegato dell’Australian Gran Prix Corporation si sta concentrando sul rendere nel migliore dei modi l’esordio della nuova stagione sul circuito di Melbourne: “Al momento rappresentiamo la prima gara del campionato per cui, come ogni anno, ci mettiamo anima e cuore nel garantire il meglio per i nostri fan e per lo sport”.
“Vogliamo migliorare alcuni eventi della nostra festa come “The Melbourne Walk” e “Fan Forum” – ammette Andrew Westacott, CEO dell’Albert Park – Il nostro obiettivo è promuovere la nostra città per cui se le innovazioni della Liberty Media porteranno dei benefici a tutta la Formula 1 oltre che all’Australia ben venga, ma per noi è semplicemente un business”.

Ma cos’hanno in comune Melbourne ed Austin? Presto detto: sono il fulcro centrale in grado di ospitare eventi su larga scala.
Melbourne è la capitale australiana dello sport ed ospita non solo la F1 ma anche l’Australian Open e la Melbourne Cup, mentre Austin propone ogni anno il South-By-Southwest Festival ovvero una festa che attrae ogni anno decine di migliaia di persone.
In un mercato del genere la Formula 1 ha bisogno di far sentire la propria voce e per questo si sta pensando ad ulteriori attrazioni al di fuori della pista.

“Sappiamo che la gente ama venire in circuito – ammette Andrew Westacott – Tuttavia ciò che cercano le famiglie è completamente differente da quello che l’utenza giovanile richiede: per le prime abbiamo una sezione della Disney, una scuola guida per bambini in collaborazione con Porsche e, non ultima, una zona dedicata alle attività sportive”.
“Per i più giovani Melbourne è sinonimo di buon cibo e caffè, vicoli trafficati, musica ed arte di strada, quindi qualcosa di assolutamente diverso da coloro che sono appassionati di motori”.

Nell’emisfero opposto si sta procedendo nella stessa maniera, ossia nel ridisegnare la natura di ciò che sono in grado di offrire le attrazioni all’esterno del tracciato americano: “Il nostro pubblico non è fatto di soli uomini ma anche le donne, i bambini e le famiglie in generale stanno cominciando ad avere voglia di un po’ di sano divertimento”, commenta Bobby Epstein.
“L’obiettivo per l’anno prossimo è un ulteriore incremento di quelli che sono già dei numeri in forte crescita tra coloro che vengono a vedere il GP delle Americhe; il fatto di avere queste percentuali di aumento anno dopo anno ma anche il piacere di rivedere le stesse persone della stagione precedente in circuito vuol dire una sola cosa: stiamo facendo qualcosa di buono”.