Ferrari: ha funzionato la nuova ala posteriore?

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Credits: Scuderia Ferrari Press Area

La nuova ala posteriore portata da Ferrari per Baku già la avevamo vista a Miami, poi inutilizzata però

Il disastro motoristico che ha portato Ferrari a un doppio ritiro nel Gran Premio di Azerbaijan, non ha comunque impedito alla Scuderia di raccogliere dati sufficienti per capire se l’ala posteriore a basso carico, montata per l’occasione, sia effettivamente stata efficace o meno. Anche se definirla novità non è del tutto corretto. Suddetta componente, infatti, l’avevamo già vista montata sulla rossa durante il weekend di Miami, anch’esso circuito cittadino con lunghi rettilinei. Anche se, in gara, poi venne deciso di usare la vecchia specifica, a favore di una monoposto più stabile e reattiva in curva.

Durante il GP di Azerbaijan, invece, non vi sono stati dubbi. Il rettilineo più lungo di tutto il calendario ha portato i meccanici Ferrari a installare l’ala a basso carico, che si è rivelata efficiente e ha atteso le aspettative della camera del vento. Il Team Principal Ferrari, ha infatti confermato queste sensazioni: “Credo che con questa quantità di downforce, la nostra ala abbia performato bene. La distanza da Red Bull, in termini di velocità sul dritto, non era così evidente come in altri circuiti“. La nuova ala, oltre che in gara, si è comportata bene anche in qualifica, dove il DRS la fa da padrone (soprattutto in un circuito come quello di Baku).

Sia con il DRS aperto al sabato, che con il DRS chiuso durante la gara di domenica, le nostre performance sono state buone abbastanza da ridurre il gap che avevamo con Red Bull. Penso che avremmo potuto tenere dietro Max con questa configurazione” – ha continuato Binotto nelle impressioni post-gara. “Quindi, tutto sommato, possiamo ritenerci soddisfatti di come si è comportata l’ala posteriore. Ha lavorato in un modo molto simile ai nostri rivali – Red Bull – in una tale situazione di downforce. Questo non deve far altro che darci fiducia, per continuare a migliorare e recuperare lo svantaggio che abbiamo“.

Canada come prova del nove?

Purtroppo, per quanto positivi siano stati i dati raccolti, la domenica delle due Ferrari si è interrotta prima del previsto, non dando ai suoi piloti la possibilità di sfruttare fino in fondo il nuovo aggiornamento. Dovremmo, quasi sicuramente, aspettare il Canada per capire l’effettiva qualità del lavoro Ferrari. Essendo anch’esso circuito a basso carico, molto veloce, ci aspettiamo di rivedere questa componente. Nel frattempo, per una componente che funziona, ve ne sono ben altre che stanno riscontrando non pochi problemi.

In vista del Canada, infatti, la Ferrari sta studiando, in fabbrica a Maranello, le motivazioni dietro i guasti avuti da Sainz e Leclerc domenica scorsa. Se da una parte, il problema della monoposto di Carlos è già stato individuato e risolto, dall’altra la Power Unit di Charles sta ancora aspettando il verdetto. Come annunciato dall’account social della Ferrari stessa, nella giornata odierna il motore è sotto analisi.

Ferrari non sta certo vivendo il suo momento migliore. Nonostante tutto, Mattia Binotto subito dopo il Gran Premio dell’Azerbaijan ha sempre voluto sottolineare l’importanza, in un simil momento, di restare uniti come team. “Lo so, è difficile. Ma non incolpo nessuno. So il duro lavoro che abbiamo fatto in passato per arrivare alle performance che abbiamo oggi. E’ un lungo percorso, il nostro. So quali saranno i prossimi passi da seguire, e gli scalini da superare. Se vogliamo uscirne più forti, non ci resta che restare uniti, e lavorare tutti per un unico obiettivo“.

Gabriele Bonciani