Andretti e la Formula 1: tra la spinta continua e la mancanza di rispetto del paddock
Andretti non molla il colpo: entrare in Fomrula 1 resta l’obiettivo della scuderia americana. Ma gli ostacoli sono tanti…
Mario Andretti, nonostante le critiche ricevute dalla scuderie di Formula 1, porta avanti gli sforzi affinché la sua famiglia possa entrare a far parte del Circus con una propria squadra, il che porterebbe la classe regina del motorspost ad avere 11 team in griglia. A febbraio, il campione del mondo di F1 del 1978 aveva annunciato su Twitter che suo figlio Michael avesse presentato i documenti necessari alla FIA per entrare in F1 nel 2024. La risposta degli altri team è stata gelida, eccezion fatta per McLaren. Nonostante il prestrigio in varie categorie, quali IndyCar, Indy Lights, Extreme E, Formula E e Australian Supercars, molti sono i dubbi circa l’ingresso di Andretti nel Circus, in particolare da parte di Toto Wolff.
I primi tentativi di ingresso nella Formula 1 da parte di Andretti sono stati resi noti a fine 2021 quando la squadra sembrava essere pronta a rilevare una quota della Sauber. L’accordo, però, è saltato quasi sul nascere, spingendo Andretti a cercare una via alternativa per entrare nel Circus, ossia la creazione di una propria scuderia. Questa dovrebbe prendere il nome di “Andretti Global” e per il 2022 la squadra ha annunciato l’inizio della costruzione della sua base operativa. Questa servirebbe da base non solo per il team di Formula 1, ma per tutte le iniziative sportive di Andretti, attuali e future. La nuova fabbrica costerà all’azienda 200 milioni di dollari, costruita a Fishers, nell’Indiana, e avrà l’obiettivo di essere operativa a partire dal 2025.
Andretti risponde a Wolff
“Stiamo lavorando ogni singolo giorno a questo progetto, con l’intenzione di essere sulla griglia di partenza nel 2024″, ha dichiarato Mario Andretti a PlanetF1. “Ci stiamo preparando come se ci fosse stato dato il via libera. Michael ci sta lavorando ed è quello che ci aspettiamo di fare. Di certo non ci arrendiamo. È un progetto molto serio per noi e siamo pronti a fare questo investimento. Onestamente, [l’accoglienza] è stata estremamente deludente, ovviamente, finora. Ma, allo stesso tempo, stiamo cercando di fare tutto ciò che ci viene chiesto, stiamo cercando di soddisfarlo – non so cos’altro possiamo fare“.
Lo stesso campione del mondo del 1978 ha anche parlato dei dubbi espressi dall’attuale team principal Mercedes circa l’ingresso in Formula 1 da parte di Andretti. “Toto Wolff ha parlato apertamente della nostra credibilità. Trovo le critiche molto irrispettose perché siamo attivi nel motorsport da molto più tempo di lui. Rispetto il suo successo finora, ma non ha motivo di guardarci dall’alto in basso“ rivela l’italo-americano ad Auto Motor Und Sport.
“A volte si sentono opinioni diverse, da parte di diversi team e così via, e ci si chiede perché ci sia un po’ di mancanza di rispetto là fuori che non so se è quello che ci meritiamo” continua Andretti, interrogato sul perché di una così brutta accoglienza dalle altre scuderie. “Le nostre intenzioni sono buone per lo sport. Non capisco perché l’investimento non dovrebbe essere positivo, soprattutto se si pensa che l’anno prossimo la stagione arriverà a 24 gare, con uno stress incredibile per tutti i team. Per essere in grado di garantire una griglia completa, se c’è una squadra che potenzialmente rinuncia a una gara o altro, almeno si ha una certa assicurazione con 11 squadre – che sono 22 potenziali piloti là fuori”.
Perché Andretti fatica a trovare consenso tra le scuderie di Formula 1?
Dall’ingresso di Haas, ultima scuderia a debuttare in Formula 1, le regole circa l’entrata nel Circus sono decisamente cambiate. Chiunque voglia tentare di aggiungersi ai 10 team già presenti deve versare un contributo di 200 milioni di dollari solo come tassa d’iscrizione. Ciò avviene ancora prima che la squadra possa fare investimenti sulla vettura, sul personale e le strutture. La quota verrebbe poi ripartita tra le scuderie già esistenti in modo tale da compensare il premio in denaro complessivo, che verrebbe diluito con l’arrivo dell’undicesimo team. Proprio la diluizione a lungo termine del compenso sarebbe il motivo principale per cui le scuderie non siano propense ad accettare alcun nuovo ingresso.
“Un grande investimento, la respinta è deludente”
Andretti continua, però, a sostenere come la squadra possa essere una degna aggiunta allo sport. “Penso che possiamo aggiungere qualcosa. Stiamo solo lavorando per questo e abbiamo tutte le intenzioni di farne parte”, ha detto. “La respinta è deludente in questo senso, perché stiamo cercando di entrare in Formula 1 a lungo termine. Questo è qualcosa che possiamo garantire. Se si fa un investimento di questo tipo, non lo si fa per entrare e uscire subito. Credo che ci sia qualcosa da dire in proposito. È un grande investimento e si penserebbe di venire accolti con favore… Ma stiamo ancora lottando, stiamo cercando di vedere se possiamo soddisfare tutto ciò che ci chiedono. Basta che ci mettiamo in gioco, e lo faremo. Questo è tutto ciò che possiamo fare”.
Come ultima cosa, ad Andretti viene chiesto un parere circa il perché sia così poco entusiasta la risposta della griglia circa il loro ingresso, domanda a cui non ha saputo rispondere. “Non so quale sia la ragione per alcuni di questi individui ma, onestamente, non è mai facile. Abbiamo la volontà di continuare a lottare perché crediamo che sia una cosa buona per noi. Vogliamo contribuire, questo sport è stato tutto per noi nella nostra vita professionale e penso che vogliamo essere in grado di contribuire e continuare a farlo”. La famiglia Andretti, in ogni caso, non ha intenzione di lasciare perdere il proprio obiettivo, affermando di andare avanti nel progetto “a tutta velocità”.