2021 sotto la lente: dove hanno sbagliato Hamilton e la Mercedes?
Nella lotta al titolo non sempre tutto è andato liscio per la Mercedes e per Lewis Hamilton; e nel 2021 sono stati diversi infatti gli errori commessi dai protagonisti che ne hanno influenzato il rendimento
Dopo diversi anni a senso unico in questa stagione si è assistito a un cambio di rotta. Per il risultato al termine sì, ma soprattutto per quelle che sono state le vicende che ci hanno accompagnato in questi mesi. Una lotta al titolo sempre accesa infiocchettata però anche da diversi errori. Nel passato la Mercedes e Lewis Hamilton non ci hanno abituato a imprecisioni, ma il 2021 ha dimostrato come anche i migliori sotto pressione possono sbagliare.
Il lungo alla Tosa
Tra i primi abbagli che saltano all’occhio c’è quello d’Imola. Figlio della pressione e dell’insoddisfazione per un fine settimana che non stava andando a concludersi nel modo in cui ci si aspettava. Per la scuderia tedesca e per il britannico è stata una gara iniziata dalla pole position messa quasi nell’immediato in difficoltà dal sopravanzare di Max Verstappen.
La sosta ai box è stato indubbiamente un momento chiave guardando a come sarebbero andate le cose. Il piccolo ritardo accusato nel cambio gomme ha infatti portato Hamilton ad avere maggior foga nel tentativo di recuperare sull’olandese. Ed è questa foga il motivo per cui lo abbiamo visto protagonista del lungo alla Tosa proprio nel momento in cui stava doppiando la Williams del suo prossimo compagno di squadra. Un errore banale e piuttosto grave che fortunatamente per via dell’episodio successivo fra Russell e Bottas (ma guarda un po’) non ha avuto grandi ripercussioni.
Today was incredibly tough. Glad that both George and Valterri were able to walk away ok. Huge congrats to Max, he did an awesome job and to Lando, great to see you and the team up on the podium. pic.twitter.com/uQUEKz2XKc
— Lewis Hamilton (@LewisHamilton) April 18, 2021
L’inconveniente del “Brake Magic”
Baku per Lewis è stata invece un’occasione gettata al vento. Con Max a muro lungo il rettilineo principale a quattro giri dalla bandiera a scacchi, improvvisamente il GP azero poteva rivelarsi sorprendentemente positivo. E lo sarebbe stato stato se alla ripartenza il tutto fosse andato liscio. Così invece non è andata lasciando per strada punti importanti.
Alla ripartenza da fermo il sette volte campione del mondo era stato capace con maggiore abbrivio di superare la Red Bull di Sergio Perez, ma alla staccata di curva 1 lo abbiamo visto andare lungo scivolando fino alla quindicesima posizione. La colpa è ancora del pilota, ma stavolta è un errore inconsapevole. Questo perché poco prima degli spegnimento dei semafori l’inglese non si era accorto di aver schiacciato accidentalmente il “Brake Magic” – il famoso pulsante che tra le cose permette di ripartire il 90% del frenata sull’anteriore.
Tattiche errate
All’Hungaroring a combinare un pasticcio è stato il muretto regalandoci inconsapevolmente un’immagine che rientrerà nella storia della Formula 1. Quella di Hamilton solo in griglia. In seguito all’incidente in partenza con diverse vetture coinvolte la gara è stata prima interrotta e poi fatta ripartire, ma nel mentre le condizioni era cambiate. Perciò tutti (o quasi) al termine dell’outlap hanno preferito rientrare per montare le slick, perché quindi non Hamilton?
Una cantonata della Mercedes che si è vista comunque costretta a cambiare le gomme al costo però di scivolare fino alla quattordicesima piazza. La rimonta successiva ha portato l’inglese fino alla seconda posizione alle spalle di Esteban Ocon – grazie anche alla squalifica di Sebastian Vettel; ma è indubbio che senza l’erroraccio avrebbe avuto ampissime possibilità di aggiudicarsi la tappa.
Il pasticcio con il DRS
Quella di Interlagos è stata invece una papera senza conseguenze data la vittoria del britannico. Ma come non inserire la svista del DRS che ha messo in salita il weekend del Brasile? Che comunque ha fatto perdere i punti della Sprint Race, che non sono da sottovalutare guardando al testa a testa perdurato fino ad Abu Dhabi. Perché non importa che siano due micron o due centimetri l’irregolarità dell’ala posteriore rimane. Permane una domanda: come ha potuto una squadra come Mercedes sbagliare in un momento così cruciale proprio con il loro pilota di punta?
Non che dall’altra parte non vi siano stati episodio sfavorevoli, e forse pensandoci su si può dire che entrambi hanno sprecato delle chance per allungare o recuperare. Concentrandoci però sulle circostante a cui si è fatto riferimento, è inevitabile pensare che con quei punti in più quanto successo ad Abu Dhabi avrebbe avuto un altro peso. Ma d’altronde è pur vero che con i “se” non si fa molta strada.