Williams una vita di lotte contro il tempo
La Williams è il terzo team all-time in Formula 1, che ha abituato i suoi fan ad alti e bassi. Le scelte tecniche hanno pagato e questo biennio ne è stata la conferma
La squadra inglese chiude la stagione con un nuovo record, negativo, e torna a casa a mani vuote. Abbiamo visto una stagione da pagina nera a Melbourne senza i ricambi, in Europa con freni ballerini. Un pilota esperto obbligato a non sbagliare, un rookie a caccia di fiducia per cercare una frenata efficiente che gli permetta di vivere il week-end di gara da pilota. Insomma la delusione Williams prosegue, non c’è tregua per il team di Grove che ha perso la rotta e naviga in acque agitate senza riuscir a riprendere in mano il timone e uscire da questa situazione che lo vede sempre più lontano dalle posizioni che contano.
Il ritorno al mondo delle corse per Kubica con RoKit ha dato una nuova speranza alla Williams, ma solo in apparenza. Il portafoglio del reparto corse ha lasciato il segno su tutti i fronti e così ha rilegato la Williams a sprofondare sempre più nella loro palude, senza mai poter lottare per le posizioni che contano. Questa Williams assomiglia ad una Formula 2 iscritta per errore al campionato di Formula 1, già i test invernali avevano dichiarato la FW42 una vettura dalle basse capacità tecniche e il campionato ha solo confermato quello che già si era visto nel 2018 con una squadra allo sbaraglio.
LA SITUAZIONE CONTINUA A ESSERE DRAMMATICA
La Williams fondata da Frank Williams e Patrick Head nel lontano 1977 è sempre stata costernata da tante difficoltà ma capace rinascere come una fenice. Abbiamo vissuto l’epoca straordinaria di Nigel Mansell, ci siamo affezionati alle Williams Renault, poi il lutto che ha lasciato orfana una intera nazione ed infine la rinascita con il mondiale del 1997. Insomma una vita agonistica fatta sempre di alti e bassi. Nonostante il suo fondatore sia stato privato delle sue gambe a causa di un incidente stradale a Nizza, non ha mai perso di vista la Formula 1, il suo team, la sua azienda.
La Williams Corporation – oggi rinominata Rokit – rimane un team privato e non cede a investitori che potrebbero portare il team ad una nuova vita. Le enormi perdite accusate in questa stagione non fanno ben sperare per il 2020, Russel ha definito lo scenario in modo drammatico ed è certo che il prossimo anno non saranno in grado di lottare per il centro classifica. Ancora oggi la Williams è sotto l’occhio degli investitori, pronti come avvoltoi con assegni in bianco per comprare la scuderia. Un esempio? La famiglia Stroll ha investito nel team per garantire al loro pupillo, Lance Stroll, una vettura vincente.
LA WILLIAMS MERITA DI LOTTARE PER IL TITOLO
Ma non ci sono stati sviluppi utili per migliorare la vettura, che è rimasta nel fondo della palude come un vecchio cancello glorioso ma che di tale ricorda solo il nome. Le porte chiuse del team non permettono l’ingresso di uomini di potere che potrebbero distruggere l’azienda di famiglia, ma vale la pena andare avanti così? In passato la Williams ha cambiato molti piloti dalla coppia Motoya, Schumacher R. a Maldonato, Barrichello, Kubica, Rosberg jr, ma questa Williams non riuscì ad ottenere i risultati sperati. Creatività, investitori, menti brillanti, uomini capaci di riportare alla gloria un team che non si merita di essere dietro lo specchietto ma tra i primi a lottare per il titolo mondiale, dove siete?
RINCORRERE GLI AVVERSARI SENZA OTTENERE RISULTATI DA MONDIALE
Si arriva velocemente al 2003 e la vettura decolla! Finalmente la luce in fondo al tunnel, la Williams torna lottare per le posizioni che contano e va a infastidire Ferrari. Vettura generosa, potente, aerodinamica eccezionale e questo consente a Juan Pablo Montoya di andar lontano e infastidire Michael Schumacher. Alcuni errori del colombiano fanno si che il mondiale viene perso per una manciata di punti a favore del team di Maranello, questo fu l’ultimo atto glorioso per la Williams prima di sprofondare nel buio, ancora una volta, con un regolamento che sfavorisce su tutti i fronti il team anglosassone per le stagioni a seguire.
L’assenza di stabilità porta ad avere problemi anche all’interno del team con i piloti che iniziano a guardarsi intorno destabilizzando ancora di più squadra. Il 2003 è l’ultimo anno buono. Il Mondiale Costruttori li vede secondi, Montoya si ferma a undici lunghezze da Micheal. Con l’addio del colombiano e di Ralf Schumacher, la Williams sprofonda ancor di più nel caos senza ottenere più alcun risultato positivo. Patrick Head (Direttore Tecnico), Gavin Fisher (Chief Designer) e Antonia Terzi (Chief Aerodynamicist) – quest’ultima ex Ferrari – tentano di stravolgere la vettura. Soluzioni ardite e originali non sono state efficaci per quel che riguarda la funzionalità e competitività.
IL FALLIMENTO CONTINUA
Un fallimento totale sotto ogni aspetto. Nel 2011 arrivano Barrichello e Maldonato, il venezuelano porta lo sponsor petrolifero PDVSA e per quanto la vettura non si rivelò mai all’altezza, il venezuelano gettava sempre il cuore oltre l’ostacolo nella speranza di ottenere qualcosa di più. La sua bontà di guida lo porta sempre a lottare per una manciata di punti ma, la Williams fallisce sotto ogni aspetto tecnico e tra guasti meccanici e idraulici beneficia di una sola vittoria, sette anni dopo Montoya, nel Gran Premio di Spagna, dopo una lunga lotta con Alonso a bordo della sua Ferrari. Lontani dalle posizioni che contano la Williams continua a lottare e lavorare con frenesia nella speranza che la dea bendata torni a baciare la casa inglese.
LA GESTIONE DI CLAIRE WILLIAMS NON HA PORTATO I RISULTATI SPERATI
Frank Williams, per motivi di salute, non può più seguire in prima persona il suo team che sembra sia intrappolato in una maledizione da cui non riesce a uscire. Investimenti, acquisizioni, persone non all’altezza dei loro compiti e via discorrendo. L’arrivo di Mercedes in Williams ha dato una boccata di ossigeno a tutti, tanto da farci credere che forse il glorioso team potesse lottare per il titolo e, invece, l’esperienza di Felipe Massa e la freddezza di Vatteri Bottas ha permesso di vedere solo uno spiraglio di luce in fondo al tunnel. Un abbaglio.
Paddy Lowe è tornato a Grove nel 2017 per aiutare la squadra a risollevarsi e doveva essere l’uomo della rinascita, invece è stato un flop. Il suo congedo è stato necessario per far respirare tutti, soprattutto il portafoglio. Il team ora è gestito da Clarie Williams, carattere forte, l’unica, forse, in grado di risollevare la squadra. Al momento però tutto sembra tranne che stia facendo il suo dovere. Se da un lato la figura del capo non manca, quel che manca davvero è un portafoglio che permetta alla squadra inglese di trovare un vento favorevole per sviluppare una vettura vincente.
MOSSA NECESSARIA O SCELTA OBBLIGATA? 2019 DA ZERO SPACCATO
Il 2020 è vicino, ma sembra che al momento non ci siano grandi idee per portare in alto una vettura che ancora arranca in coda al gruppo. Purtroppo la Williams ha ceduto il controllo all’ Advanced Engineering lasciandogli le quote maggioritarie, una mossa necessaria per recuperare un po’ di soldi oppure una scelta obbligata? La speranza è quella di vedere il team di Grove ai nefasti di un tempo, perché non potrà certo continuare con stagioni così deludenti come questa, a cui viene difficile dare anche un voto, che non sia un triste zero spaccato.