Villeneuve: “Nel ’97 mettemmo Schumacher sotto pressione, e lui sbagliò”

Villeneuve parla alla “rosea” del duello Mondiale, e  ricorda Jerez, quando riuscì a battere Michael Schumacher

L’inedito GP dell’Arabia Saudita in scena a Jeddah questo weekend sarà il primo dei due appuntamenti decisivi per il campionato 2021. Per trovare una sfida ancora aperta a due gare dal termine – almeno nella classifica piloti – bisogna tornare indietro di cinque anni, quando in Mercedes militava ancora Nico Rosberg. Oggi c’è sempre una Mercedes a giocarsi il titolo, quella di Lewis Hamilton. A contendergli l’ottavo titolo, il rampollo di casa Red Bull Max Verstappen. Per entrambi gestire la pressione sarà un aspetto fondamentale, come ben sa Jacques Villeneuve, campione del mondo 1997 che grazie alla pressione riuscì ad avere la meglio su Michael Schumacher.

Raggiunto dai microfoni de “La Gazzetta dello Sport” proprio a Jeddah, il canadese ha ripercorso i momenti salienti della stagione ’97. Il figlio di Gilles esordì nella massima serie l’anno prima sotto la guida di Frank Williams. Non possono che essere per lui le prime parole dell’intervista. “E’ l’uomo che mi ha aperto le porte della Formula 1” – afferma Jacques – mi ha dato fiducia e non era facile. […] Si è preso un bel rischio. Già il ’96 fu soddisfacente. Potevo imparare molto da Damon Hill, eppure Patrick Head e Frank mi diedero carta bianca. Fu una lotta a due. Lui aveva lavorato tanto con la squadra sulla macchina. […] Ne uscii sconfitto ma non distrutto”. 

La stagione successiva il canadese si trovò a giocarsi il titolo contro Michael Schumacher, già due volte campione del mondo con la Benetton, all’ultima gara. Eppure secondo l’ex pilota BAR “la vigilia si vive bene se hai la squadra giusta abituata a vivere questi tipo di stress”. Visto lo standing provvisorio della classifica è impossibile non fare parallelismi tra le allora Williams e Ferrari e le attuali Mercedes e Red Bull. “La Red Bull è preparata. La Mercedes è forte ma negli ultimi anni ha avuto vita facile. Si vede come certe volte risponde in maniera troppo cattiva, quasi non sapesse perdere. Le capacità per vincere le ha e si sono viste in tante gare”.

COSA ASPETTARSI PER IL FINALE

Con soli 8 punti a separare Hamilton da Verstappen e 5 la scuderia di Milton Keynes dalla facility di Brackley le battute finali di questo 2021 si preparano ad essere drammatiche e cariche di pathos. Il caso vuole inoltre che due tracciati rimanenti sembrino per caratteristiche perfetti l’uno per il primo team, l’altro per il secondo. “Il primo (Jeddah, ndr) mi pare caratterizzato da lunghe curve, normalmente queste favoriscono la Mercedes. Abu Dhabi prima delle modifiche era senz’altro congeniale alla Red Bull. Non possiamo però dimenticare che Lewis monterà il motore di Interlagos. Mi pare imbattibile con questa Power Unit”. 

“Fossi in Christian Horner non mi giocherei un motore nuovo. Quello Honda è sì potente dall’inizio alla fine, ma quello Mercedes… non è solo nuovo. Ha qualcosa dentro di diverso, pare di un altro pianeta”. Per Villeneuve non è da scartare l’ipotesi di un finale deciso da un contatto: “Capita se la lotta è così ravvicinata. Eppure c’è differenza se succede in lotta o come conseguenza di una manovra “sporca”. Tra i tanti elementi, a fare la differenza sarà anche l’esperienza: “L’esperienza conta tantissimo e Lewis ha grinta da vendere. Non possiamo però non considerare Max un esperto, è nel circuito da tanti anni, è giovane d’età ma non per esperienza”.

I GREGARI CONTANO

In un mondiale così tirato anche in chiave classifica piloti non è da sottovalutare l’aiuto dei gregari, anche se non sempre questi sono state efficaci nel dare supporto ai capisquadra. “Di sicuro Bottas ha dato una grande mano a Lewis in Ungheria – ricorda Villeneuve facendo riferimento alla carambola innescata dal finlandese ai danni dell’olandese –  però si nota la differenza tra lui e Hamilton. Sapevamo Perez non al livello di Verstappen […] però è migliorato. Alla fine tra i due sarà lui quello più intenzionato ad dare una mano, anche perché ha già un contratto per l’anno prossimo. Valtteri punta a fare un buon risultato per sé, non ha voglia di aiutare la squadra e si vede”. 

“L’aver annunciato Russell sicuramente è una buona mossa per il lungo termine, per il campionato di quest’anno no. Ovviamente non si può pensare solo all’immediato, bisogna pianificare anche il futuro e non c’è mai un momento più opportuno per i cambiamenti“. Tornando poi a quel 1997 e sull’aiuto ricevuto da Frenzen: “Era lui quello ingaggiato per vincere il campionato. Ci fu poi una violenta guerra interna al termine della quale lui poi rimase indietro”. 

UNDER PRESSURE

Villeneuve non può che ricordare ogni singolo dettaglio di quel 26 ottobre a Jerez, uno dei momenti più importanti della sua carriera sportiva. “Ricordo bene quella gara. E’ stata tosta, tutta in attacco. Quando si è l’uno contro l’altro diventa tutto più difficile perché non si possono usare strategie. Bisogna essere aggressivi – spiega Villeneuve – devi mettere pressione all’avversario. Ad ogni giro si doveva dare il massimo. Schumacher sbagliò, sapeva sin da prima della gara di non potersi permettere una manovra del genere. Nei giorni precedenti […] si era parlato molto di quello che aveva fatto con Hill”.

Villeneuve ammette la presenza dello zampino del team di Grove in quelle che poi sarebbero state le gravissime ripercussioni per il tedesco: “Noi della Williams avevamo spinto molto in questo senso per mettere pressione. Prima della gara la FIA aveva spiegato che se uno avesse provato a fare una cosa del genere ci sarebbe stata una durissima punizione. (Schumacher) lo sapeva perfettamente ed è per questo che la manovra non gli riuscì bene. La guerra psicologica è importante quasi quanto la guida”. Tornando poi al presente, il canadese ha concluso: “Non abbiamo mai visto Lewis in queste condizioni di recente. L’ultima volta è stata con Rosberg, e ha perso”.