VIDEO Formula 1 | GP Brasile 2017: analisi del circuito di Interlagos

GP Brasile 2017: analisi del circuito di Interlagos

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Questo fine settimana si spegneranno i semafori sul penultimo round della stagione 2017, che prenderà il via sul circuito di Interlagos, in Brasile.
Una tappa molto sentita da tutto il pubblico presente, soprattutto per il fatto che, come l’anno scorso, Felipe Massa sarà presente sulla pista carioca per l’ultima volta in carriera, dal momento che ha annunciato il ritiro definitivo dal Circus iridato.

Le monoposto più veloci del mondo, quindi, correranno sull’Autodromo Josè Carlos Pace, nome ufficiale del circuito di Interlagos situato nella periferia della capitale San Paolo. Inaugurato nel 1940, è entrato ufficialmente nel calendario del Circus iridato nel 1973, per poi essere sostituito nel 1978 e dal 1981 al 1989 dal tracciato di Jacarepaguà vicino a Rio de Janeiro, a causa delle baraccopoli che iniziavano a sorgere nelle vicinanze del circuito e che stonavano con l’immagine della Formula 1.

Con la stagione 1990 e la spinta dell’organizzazione locale nei confronti del nuovo idolo locale, Ayrton Senna, l’Autodromo Josè Carlos Pace, nel frattempo ridisegnato ed ammodernato grazie a 15 milioni di sterline, è tornato stabilmente in calendario fino ai giorni nostri. Lungo 4,309 km e con quindici curve all’attivo, durante la sua storia agonistica è stato ampiamente criticato per i bassi standard di sicurezza che hanno messo in pericolo piloti e pubblico sugli spalti. Nel GP del 2000, per esempio, la caduta di alcuni cartelloni pubblicitari ha rappresentato una seria minaccia per le monoposto, così come alcuni incidenti mortali presso la curva 3, la Curva do Sol, che hanno costretto gli organizzatori a rivedere il layout delle tribune.

Il circuito di Interlagos, inoltre, è da sempre teatro di battaglie memorabili: la prima da ricordare è sicuramente la vittoria di Ayrton Senna nel 1991, al volante di una McLaren-Honda MP4/6 arrivata al traguardo con la sola sesta marcia disponibile. Nel 2007, invece, Kimi Raikkonen riuscì a diventare Campione del Mondo per un solo punto di distacco, dal momento che il suo rivale Lewis Hamilton giunse al traguardo solamente settimo. L’anno successivo l’inglese potè però prendersi la rivincita: doveva essere il Mondiale di Felipe Massa, invece fu il primo alloro del britannico di Stevenage, che riuscì a passare un Timo Glock in difficoltà strappando il titolo al brasiliano della Ferrari.