Test Bahrain 2021: sei domande e sei risposte
La Formula 1 riparte dal Bahrain nel segno della Red Bull. Attardati i rivali: Mercedes scopre una W12 rantolante, Ferrari ritrova un livello dignitoso, con una coppia che pare nata bene. Anche se i piani nobili della classifica, al primo assaggio della SF21, rimangono inaccessibili. McLaren, Alpine e Aston Martin protagoniste del midfield, con il team di Woking in leggero vantaggio. Questo il verdetto dei test invernali 2021 in formato ridotto. Ma con la solita incognita di carichi di benzina, assetti e tempi sul giro da leggere e interpretare. Distinguendo quelli arrivati dopo giri a vita persa e quelli ascrivibili alla volontà di tenersi nascosti.
La fotografia dei tre giorni di test è come al solito parziale. Nitida per certi versi, perché il livello formidabile di Red Bull e Honda è ormai conclamato. Sfocata per altri, perché va appurata l’entità dei guai Mercedes: se sia solo una partenza falsa o ci sia sotto dell’altro.
Lasciamo così la pre-season 2021, diretti al primo appuntamento iridato, in vista del quale lanciamo sei domande su cui occorre ragionare.
MERCEDES
1 – W12 amara sorpresa: verità o abbaglio?
A leggere i cronologici nudi e crudi, verrebbe da pensare al solito bluff: coprire le carte per cogliere tutti in contropiede alla prima gara. Ma un’uscita di Hamilton, le ore buttate per i guai al cambio, i giri veloci abortiti e le tante sbandate sembrano troppo per essere riconducibili a pretattica. La stessa monoposto ha subìto un’importante evoluzione aerodinamica, che ha investito power unit e retrotreno. Proprio in quest’ultimo sembrano annidarsi i mali principali: può starci, quando si rivoluziona un progetto. Tanto che appare calzante la similitudine di James Allison, dt di Brackley: “Avere una nuova macchina è come cominciare una relazione da zero. Speri di darle del tu il prima possibile”. Vogliamo dunque concedere una dose di veridicità ai primi guai della W12, pur consapevoli che un’armata collaudata come quella di Toto Wolff dispone degli strumenti per invertire la tendenza. Statene certi.
2 – Con la Mercedes in difficoltà, la concorrenza gongola?
Mica tanto. In diversi hanno minimizzato le noie incontrate dalla casa di Stoccarda. A partire da Chris Horner: “Quello della Mercedes sugli scudi nei test e dominatrice a Melbourne è un film già visto. Sono una grande squadra, che domina da sette anni. Li vedo come favoriti”. Tesi sposata da un altro rivale, Seb Vettel, che il motore Mercedes ce l’ha sulla propria Aston Martin: “Certo, Hamilton e Bottas non hanno accumulato un gran chilometraggio. Ma aspettateveli là davanti”. Russell, che della Mercedes è pilota di riserva, non ha dubbi: “Alla prima gara partiranno per vincere”.
FERRARI
3 – Quanto vale la SF21?
Tanti guai del progetto precedente sembrano alle spalle, ma non è tutto oro. Partiamo dalle note positive. Binotto smorza le preoccupazioni sulla velocità di punta: “I problemi velocistici sono scongiurati, il 2020 è alle spalle”. Parole confortate dai dati, che premiano le power unit di Maranello anche per affidabilità (vedasi i 165 giri accumulati dall’Alfa Romeo di Raikkonen nel day-3). Motore promosso, dunque. Tanti nodi da sciogliere, invece, sul retrotreno, che ancora non convince, con problemi di degrado gomme emersi sulla distanza. A oggi, parliamo di una Ferrari guarita sul fronte velocità, ma con diverse incognite sul passo.
4 – Com’è il clima tra Sainz e Leclerc?
So far so good. Lo stesso Charles ostenta serenità: “Non c’è un leader, non c’è un gregario. Partiamo alla pari e ci spingiamo a vicenda”. Potrebbe essere il valore aggiunto della Ferrari 2021, che in Sainz ha un’ottima spalla, date le sue esperienze pregresse in altri team. Intanto, Carlito è partito a spron battuto, con un bel terzo tempo nell’ultimo giorno e la ruotata rifilata a Raikkonen come vendetta di una probabile incomprensione in pista. Segno di una carica agonistica già bella alta. Naturalmente, Leclerc non starà a guardare.
RED BULL
5 – È finalmente l’anno buono?
Piano, sono solo test. Ma qualche considerazione va fatta, a fronte di un ruolino schiacciante. Merito anche della Honda, che nel day-3 ha permesso all’arrembante Tsunoda, su AlphaTauri, di issarsi ad appena 93 millesimi da Verstappen. Anzi, è stato l’olandese a dover ritoccare il proprio crono per scalzare il nipponico. Red Bull è stata, tra le big, quella che ha innovato meno. Lo rivela il nome della vettura: RB16-B, non RB17. Segno di una continuità con il modello 2020, che ha chiuso in bellezza ad Abu Dhabi. Ipotizziamo in questo il valore aggiunto della Red Bull: proseguire su una strada già battuta, mentre Mercedes & Co. dovevano svezzare progetti tutti nuovi.
IL MIDFIELD
6 – Chi è la sorpresa tra i team di centro gruppo?
A guardare i crono del day-3, verrebbe da rispondere Williams, sesta con Russell. Analizzando i passi, quella messa meglio pare la McLaren, forse l’unica tra i motorizzati Mercedes (assieme alla Williams) a non naufragare. Discorso opposto per la Aston Martin: le AMR21 avranno anche la livrea più bella del mondiale, ma i tempi – Vettel 17° e Stroll 18° nel day-3, a oltre 6″ da Verstappen! – sono da allarme rosso, così come l’affidabilità. Tanta attesa anche per l’Alpine, se non altro per l’arrivo di Alonso. Ebbene, Fernando è la solita belva e gira già più veloce di Ocon, che è fresco di una stagione di affiatamento con il team. Da rivedere invece la A521, apparsa un po’ lontana dai livelli della Renault RS20 che ha chiuso la scorsa annata con tre podi.