Sergio Perez, in Red Bull chance per mostrare il vero valore
Si sa, certe occasioni capitano una sola volta nella vita. E lo sa bene anche il messicano che, dopo una vita passata nel midfield, potrà mettersi in mostra in un top team
L’approdo di Sergio Perez in Red Bull ha cambiato i piani dei dirigenti di Milton Keynes. Per anni, siamo stati abituati a vedere il vulcanico boss Helmut Marko trasferire i piloti dalla Toro Rosso/AlphaTauri alla Red Bull, e viceversa, per incastrare al meglio le gerarchie tra la punta di diamante, Max Verstappen e le giovani promesse del Red Bull Junior Team.
Negli ultimi anni, però, il giocattolo si è rotto. Dopo gli abbandoni di Carlos Sainz e Daniel Ricciardo, la Red Bull ha arrancato nella ricerca di giovani promesse. Tralasciando le parentesi di Brendon Hartley (pilota forte, ma non in Formula 1) e Daniil Kvyat (usato come un tappabuchi), i piloti del progetto giovani del team austriaco arrivati nella casa madre sono stati solamente Pierre Gasly e Alexander Albon.
Il primo, vincitore del Gran Premio d’Italia 2020, durante il percorso in Red Bull non ha brillato per niente, mostrandosi timido e impaurito. Basti pensare a quanto successo nel rocambolesco Gran Premio di Germania 2019: sotto la pioggia, che ha condizionato l’intera gara, la Red Bull di Verstappen riesce a chiudere la gara al primo posto. E Gasly, invece? Tampona Albon nel tentativo di sorpasso. La beffa sta nel fatto che la Toro Rosso di Kvyat riuscì ad arrivare a podio.
Fu così che a Milton Keynes decisero di sostituire il francese con Albon. Il thailandese non brillò, ma almeno fu costante, sfiorando il podio in Giappone, dove arrivò quarto, e in Brasile, dove solamente una mossa azzardata di Lewis Hamilton gli negò la gioia del podio. Nel 2020, invece, il thailandese non è andato oltre il settimo posto nella classifica finale, alternando prestazioni deludenti a gare mediocri.
LE SCELTE SBAGLIATE SULLE SECONDE PUNTE
Il messicano, quindi, arriva in Red Bull consapevole delle difficoltà provate dai suoi predecessori. Tuttavia, dal mio punto di vista, questa mossa di mercato rappresenta un completo fallimento della strategia di Marko e Christian Horner. Una dirigenza che dispone di un pilota estremamente forte, di una vettura competitiva e di un altro team per “allevare” i suoi gioiellini, non può dirsi soddisfatta dall’ingaggio di un usato sicuro estraneo al suo universo, necessario per impensierire, almeno nel discorso costruttori, la Mercedes.
Certo, sono consapevole che la storia non si fa né con i “se” né con i “ma”. Tuttavia, se dalle parti di Milton Keynes fossero stati più razionali, non avrebbero combinato questi pasticci, con piloti spostati qua e là per i risultati scarsi, consci del fatto che la monoposto è costruita a immagine e somiglianza di Verstappen.
LE ASPETTATIVE DELLA RED BULL SU PEREZ
Quindi, al netto di quanto detto fino ad ora, Perez dovrà essere in grado di restare sulla scia di Verstappen. Personalmente mi fido del messicano, anche grazie alle prestazioni che nel 2020 ci ha regalato. Naturalmente, non mi riferisco solamente al Gran Premio di Sakhir, dove la vittoria è arrivata a causa del suicidio della Mercedes, ma alla stagione complessiva, chiusa al quarto posto al volante di un’ottima monoposto.
Il campionato 2021 e il sedile Red Bull saranno l’occasione della vita per Perez, da sempre “rinchiuso” nel midfield, con risultati in classifica tra il sedicesimo (Sauber, 2011) e il settimo posto (Force India, 2016, 2017), tralasciando il guizzo dello scorso anno.
Se Perez, pilota di esperienza a differenza di Gasly e Albon, dovesse adattarsi al massimo, la Red Bull potrà compiere quel passo necessario per attaccare la Mercedes. Come abbiamo visto, Valtteri Bottas non è un pilota solidissimo. Quindi, la lotta per il titolo costruttori, Hamilton permettendo, potrebbe essere più aperta che mai. Vedremo presto se questo epilogo sarà possibile, anche al netto dell’influenza di Verstappen sul neoarrivato.