Red Bull, trovate le cause dei problemi della RB20?
Red Bull sta attraversando un periodo di problemi dopo un inizio di stagione fulminante. Ma sembra che la soluzione sia dietro l’angolo
Da tempo è chiaro che la Red Bull che abbiamo visto gareggiare dal Gran Premio di Miami in poi non è più la stessa vettura che ha garantito la vittoria del Titolo Costruttori al team negli ultimi tre anni. Ed è chiaro che, se il team vuole vedersi nuovamente vincitore di entrambi i Campionati, è necessario che le prestazioni della monoposto cambino rapidamente. Se tempo fa erano giunte voci che sostenevano che il crollo del team fosse dovuto al fatto che la FIA avesse chiesto di rimuovere determinati componenti dalla vettura, ad oggi siamo certi che le cause dei problemi della Red Bull sono esclusivamente opera della scuderia austriaca.
Nonostante ancora non si sappia con certezza quali siano le cause dei problemi della Red Bull, in seguito al Gran Premio d’Italia Christian Horner ha rilasciato delle dichiarazioni interessanti riguardanti il possibile fattore scatenante di queste difficoltà. “La RB20 è scollegata tra anteriore e posteriore. Possiamo vederlo” inizia il team principal. “La nostra galleria del vento non lo dice, ma lo dice la pista. Quindi sta tutto nel venirne a capo, perché ovviamente quando si ha questo problema non ci si può fidare dei propri strumenti. Perciò dobbiamo ritornare ai dati raccolti in pista e alle esperienze precedenti”.
Dov’è che tutto è andato storto? E come si è cercato di sistemare la situazione?
Nel momento in cui la scuderia austriaca si è resa conto dei problemi della vettura, ha iniziato a eseguire dei test su numerosi vecchi aggiornamenti a partire dalle ultime gare, in modo tale da trovare una soluzione il più ottimale possibile senza sacrificare eccessivamente le performance della monoposto. Non ritenendo che ciò fosse abbastanza, però, il team ha continuato a cercare di migliorare ulteriormente la RB20, ritrovandosi così ad introdurre nuovi aggiornamenti in ogni gara tranne in Austria e in Belgio, creando un programma di sviluppo lungo e incessante. A partire dal Gran Premio di Miami, possiamo notare che è stato effettuato un numero di cambiamenti alla vettura veramente enorme. La portata dei cambiamenti stessi fa intendere che, se davvero è stata una singola componente a causare i problemi della Red Bull, sarà molto difficile venirne a capo, soprattutto in breve tempo.
Il team principal Christian Horner continua nella sua dichiarazione: “Non è insolito che quando qualcosa non funziona con la macchina, si ottengano letture diverse dai propri strumenti di simulazione, e che questi non convergano. Si ottiene la CFD, la galleria del vento e i dati dalla pista. Ovviamente ciò che conta davvero sono gli ultimi, ma svilupparli è come leggere l’ora con tre orologi diversi: devi concentrarti sullo strumento che ti fornirà l’input più prezioso e, naturalmente, i dati della pista sono i più affidabili“. La vera preoccupazione quindi adesso sta nell’evitare che le prestazioni della RB20 si allontanino ulteriormente rispetto a quelle di altri team in ascesa, come la McLaren. Se un team, infatti, si concentra quasi esclusivamente sul testare vecchi aggiornamenti per individuare il problema, significa che non sta ponendo attenzioni su eventuali miglioramenti della vettura stessa.
Di: Maia Conti