Ocon: “Sono stato distrutto dall’anno in Mercedes”
Esteban Ocon, nuovo acquisto di Renault, ha raccontato di quanto sia stato difficile, fisicamente e mentalmente, il ritmo di vita in veste di pilota di riserva della scuderia tedesca
Un anno può fare la differenza: lo afferma Ocon, vecchia conoscenza dell’attuale scuderia Racing Point e nuovo pilota per Renault nel 2020. Il pilota francese, infatti, ha passato tutto il 2019 come pilota di riserva per Mercedes, uscendone esausto e molto provato.
“Voglio dire, la stagione che ho avuto è stata molto impegnativa” -afferma Ocon- “Non dormivo per giorni, era piuttosto folle. La quantità di viaggi che compivo e la quantità di ore che stavo facendo nel simulatore mi provavano moltissimo. Subito dopo andavo in pista, a provare materiali per Mercedes. Mi hanno usato bene ma molto”.
“I MIEI OBIETTIVI SONO STATI RAGGIUNTI”
Essendo anche uno dei piloti più alti di tutto il paddock Ocon ne ha risentito soprattutto fisicamente: “Quando sono arrivato dopo aver provato ad Abu Dhabi, nel mio campo di addestramento ero il più leggero di tutti. Sono stato praticamente distrutto, dall’anno”.
Tuttavia, il pilota di Evreux non si è lasciato debilitare, ma ha reagito prontamente dando dimostrazione di grande forza di volontà: “Ho trascorso tutto il tempo libero che avevo completamente nel mio campo di addestramento, in quota nei Pirenei. Invece di iniziare il 5 o il 6 gennaio, ero lì il 2. Invece di tornare per Natale la sera del 23 dicembre, ero lì il 24. Roba del genere. Ho raggiunto i miei obiettivi. Ho messo su quattro chili e mezzo di muscoli, il che è buono in due mesi” -ha detto Ocon- “Sono abbastanza contento del mio sviluppo. È una buona base solida da cui partire”.
Partendo da una grande personalità, da tanta passione e da una forza d’animo incredibile, Ocon sembra dunque pronto per il grande ritorno nella Classe Regina del Motorsport a quattro ruote. Chissà se si rivelerà una sorpresa, uno dei migliori, un outsider. Non ci resta, dunque, che aspettare lo spegnimento dei semafori di Albert Park.
Federica Coglio