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Credits: Mercedes AMG Press Area

Il Circus ha già reagito alla crisi, rimandando al 2022 le nuove regole e congelando per un anno lo sviluppo del telaio, ma non ci si può fermare qui

La diffusione dell’epidemia di Coronavirus sta minando anche le fondamenta economiche della Formula 1, con le antiche certezze che si stanno sfaldando di fronte a una situazione che costringerà in molti a rivedere i propri piani. Secondo quanto riporta l’edizione italiana di Motorsport.com, lunedì è avvenuto un meeting in videoconferenza tra i vertici del Circus, che per quasi quattro ore hanno discusso sul futuro di questo sport. 

La direzione emersa indica la possibilità, ormai sempre più concreta, di avere nel futuro prossimo un mondiale a costo zero per i team. Significa che una squadra non deve fare riferimento a capitali esterni, ma sostentarsi grazie a due elementi: i propri sponsor (che coprono circa il 20% del budget di una squadra) e la quota finanziaria versata da Liberty Media, che deriva essenzialmente dai diritti televisivi, dai soldi pagati dai promoter e dai title sponsor del Circus. Motorsport.com spiega che la metà di questo importo viene poi distribuita tra i team in base a diversi parametri, come il risultato ottenuto tra i costruttori, l’anzianità e il prestigio del marchio.

La proprietà americana ha aumentato i ricavi, ma rimane il fatto che le spese sostenute dai team sono ancora troppo alte. Importanti misure d’emergenza, in questo senso, sono già state attuate: su tutte, il rinvio del nuovo regolamento tecnico al 2022 (anche se i team spingevano per una proroga di un ulteriore anno) e il congelamento sullo sviluppo del telaio nel 2021. Ma non basta. Sul tavolo ci sono nuovi aspetti da considerare, nuove aree dove si dovrà intervenire in nome di un azzeramento, o di una netta riduzione, dei costi.

Del resto, la Formula 1 attuale rappresenta una sfida tecnica ancor troppo impegnativa sotto il profilo finanziario. E non è certo un caso se negli ultimi cinque anni l’unico nuovo costruttore a essere entrato nel Circus è stato la Honda, mentre colossi come BMW, Volkswagen e Porsche hanno risposto con un ‘No grazie’.