Motorsport al femminile: ecco chi è Ruth Buscombe

Motorsport al femminile Ruth Buscombe

Credits: Ruth Buscombe Facebook

Per la rubrica Motorsport al femminile, oggi vi presentiamo Ruth Buscombe: l’ingegnere a capo del reparto strategico dell’Alfa Romeo Racing

La sua passione per il Motorsport e le corse di Formula 1 nasce sin da quando è piccola. Ha studiato alla Forest School Walthamstow, dove gli insegnanti cercavano di scoraggiarla dall’intraprendere gli studi in ingegneria. Non capivano perché volesse lavorare in un ambiente prettamente maschile, che a loro avviso aveva poco da offrirle. Tuttavia, Buscombe non si è lasciata intimorire e ha deciso di seguire i propri sogni e le proprie inclinazioni.

Per questo motivo, ha deciso di studiare Ingegneria aerospaziale e aerotermica presso l’università di Cambridge. Nel 2012 ha concluso il suo percorso universitario con il massimo dei voti, presentando la tesi di laurea sugli effetti del sistema di riduzione alla resistenza aerodinamica in collaborazione con l’organo di governo del Motorsport e la supervisione dell’ex direttore della Jaguar Tony Pornell,

Dopo aver conseguito la laurea, Ruth Buscombe è stata assunta dalla Ferrari, come ingegnere di sviluppo. L’anno dopo, invece, è stata promossa diventando stratega di gara del team, assumendo un ruolo sempre più di spicco. Nel 2015 si è poi trasferita a fine stagione, alla Haas per dedicarsi alle strategie di gara di Grosjean e Gutierrez. Infine, si è unita al team Alfa Romeo Racing diventando capo del dipartimento strategico della squadra.

DA PRINCIPESSA A INGEGNERE

Ruth Buscombe è un vero modello per le giovani bambine che sognano un giorno di poter lavorare in Formula 1. Ha girato le spalle agli insegnanti che pensavano fosse da folli studiare ingegneria e ha semplicemente dato ascolto alle sue passioni e alla sua voglia di mettersi in gioco.

Da diversi anni è ambasciatrice dell’organizzazione Girls on Track, mentre nel 2016 si è unita alla campagna Dare to be Different. Quest’ultima è stata fondata da Susie Wolff e Rob Jones per avvicinare le donne al mondo del Motorsport. Le due associazioni collaborano da tempo in Gran Bretagna per mostrare alle giovani sognatrici che c’è un posto per loro nel mondo automobilistico, assumendo ruoli diversi: ingegneri, piloti, presentatrici e molto altro.

Buscombe non ha avuto molti modelli a cui aspirare per poter credere di lavorare in un team di Formula 1. Per questo motivo sa quanto sia importante poter avere un esempio da seguire. Infatti, ai colleghi di ESPN ha spiegato: “Mi mancava davvero una figura di riferimento, anche se c’erano donne che lavoravano in Formula 1 non le potevi vedere. È difficile cercare di diventare qualcosa che nemmeno riesci a vedere”.

“Io sono stata fortunata perché la figlia del mio insegnante di matematica studiava ingegneria a Cambridge. Lei è diventata il mio eroe. Pensavo che se lo faceva lei, avrei potuto farlo anch’io. Forse non è un nome famoso come quello di James Allison, ma Emily Todd è stata la mia fonte di ispirazione. Sono passata dal voler essere una principessa al voler essere un ingegnere di Formula 1, non avevo vie di mezzo”.

Ha poi concluso: “Ho sempre amato la matematica a scuola perché mi divertivo a risolvere i problemi. Quando ho capito che potevo applicare la matematica allo sport e alla competizione è scattato qualcosa. Per me era la cosa più bella del mondo. Da allora il mio obiettivo è stato quello di studiare tutte le materie che avevano permesso ad altri di lavorare nella Massima Serie”.