Mercedes contro Red Bull: la battaglia è (anche) politica

Mercedes Red Bull

Credits: Red Bull Press Area

MERCATO DEI MOTORISTI, ALI DELLA DISCORDIA E DICHIARAZIONI AL VETRIOLO: TRA RED BULL E MERCEDES è SCONTRO TOTALE

Confronti avvincenti, sorpassi e controsorpassi e un Mondiale che sembra destinato ad essere conteso fino all’ultimo metro. Questo inizio di 2021 ha acceso il duello tra Mercedes e Red Bull, tra Hamilton e Verstappen, ma dietro a quello che vediamo in pista nei weekend di gara c’è tanto altro. Un duello sportivo che si è presto trasformata in una battaglia politica, con tanti fronti esterni che vedono contrapporsi i due competitor.

Prima il mercato dei motoristi, poi la diatriba sui regolamenti, infine i battibecchi nel paddock di Montecarlo. Settimana dopo settimana Mercedes e Red Bull continuano ad alzare il livello della polemica, non tanto per superare il rivale, ma soprattutto per disturbarlo, per destabilizzarne la compattezza. Una situazione intricata che potrebbe infiammare il paddock anche nei prossimi mesi.

La prima ad accendere le scintille è stata la scuderia di Milton Keynes, che dopo l’addio di Honda, ha l’obiettivo di progettare in proprio la prossima generazione di power unit. Per iniziare ad organizzare il proprio reparto tecnico Red Bull ha quindi pensato di andare a saccheggiare la concorrenza, ingaggiando cinque motoristi della Mercedes. Tra questi anche Ben Hodgkinson, un’autentica bandiera della casa di Stoccarda, e legato da un lunghissimo rapporto di collaborazione con Toto Wolff. Ma era solo l’inizio.

DIETROLOGIA E VELENI INCROCIATI

In Portogallo Helmut Marko è arrivato perfino a teorizzare complotti. Il manager austriaco ha infatti accusato Norris e Vettel di aver deliberatamente ostacolato Verstappen durante le qualifiche. Il mandante? Ovviamente la Mercedes, che fornisce i motori sia alla McLaren che alla Aston Martin. I tedeschi non hanno esitato a respingere al mittente qualsivoglia dietrologia, rilanciando la provocazione già dal weekend successivo.

Questa volta siamo in Spagna, conferenza stampa del giovedì. A Valtteri Bottas viene chiesto se teme una possibile sostituzione a stagione in corso a favore di George Russell, come teorizzato dalla stampa britannico. Il finlandese risponde per le rime e dice che in Formula 1 c’è solo un team che si comporta in questo modo. Chiaro il riferimento alla Red Bull, che nel 2016 ha sostituito Kvyat con Verstappen e nel 2019 ha fatto lo stesso con Albon e Gasly.

ALI FLESSIBILI E UNA FEDERAZIONE CHE PRENDE TEMPO

Ma la discordia vera e propria è nata sul piano regolamentare, con la questione relativa alle ali flessibili. Il regolamento le vieta, ma sembra che siano usate da 6 team su 10, e tra questi c’è anche la Red Bull. Una soluzione teoricamente geniale, perchè permette di massimizzare l’efficacia della monoposto sia in rettilineo (quando l’alettone posteriore si piega si ottengono gli stessi effetti del DRS) che in curva (quando l’alettone torna nella posizione standard consente di offrire il massimo del carico aerodinamico a velocità minime).  Si stima che il guadagno sia tangibile, almeno di un paio di decimi al giro.

La denuncia di Mercedes ha sorpreso i vertici della FIA, che come accaduto anche nel 2020 in merito al DAS, ha deciso di prendere tempo. Scatteranno dei nuovi metodi per misurare la rigidezza delle ali, ma solo dal 15 Giugno. Quindi dopo i gran premi di Monaco e Azerbaijan, dove il team Christian Horner potrà continuare ad usufruire di un escamotage che tutti giudicano come irregolare.

C’è il rischio che cambiare la regola in corso d’opera possa alterare i valori in campo, come accaduto già nel 2003 (gomme Michelin montate dalla Williams) e nel 2006 (ricorderete l’affaire sul mass damper delle Renault di Alonso e Fisichella). Staremo a vedere. Di certo non si riuscirà a placare le polemiche, e quei mind-games del giovedì di Montecarlo stanno proprio a dimostrare che tra Mercedes e Red Bull gli stracci sono destinati a volare per tutta la stagione.