Max “selvaggio”? Adrian Newey difende Verstappen

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Credits @Red Bull Contant Pool

Talentuoso o “wild”? Non ci sono dubbi, Newey difende Verstappen

Max Verstappen è senza dubbio uno dei talenti dell’attuale circus della Formula 1. Non l’ha dimostrato solo lo scorso campionato mantenendo la mente lucida fino alla linea del traguardo dell’ultima gara, ma anche in numerose occasioni che l’hanno visto protagonista di confronti diretti. È proprio in questi momenti che ha tirato fuori tutta la grinta che, alcuni colleghi e commissari di gara, hanno definito pericolosa.

A causa dell’aggressività dimostrata in pista, il pilota olandese si è visto affibbiare la reputazione di “selvaggio”, un titolo che, soprattutto secondo il direttore tecnico della Red Bull Adrian Newey, non lo rappresenta, anzi ritiene ingiusto. Ci sono state sicuramente situazioni in cui Verstappen ha esagerato con mosse “cattive” o “sciocche” ammette Newey, soprattutto nel confronto diretto con il sette volte campione del mondo Lewis Hamilton. Le qualità del campione del mondo in carica, tuttavia, non vanno messe in discussione: Newey difende Verstappen senza se e senza ma.

Il direttore tecnico esalta, infatti, il proprio pupillo per l’incomparabile capacità di tirare fuori sempre il massimo dalla propria monoposto. “La cosa grandiosa di Max è che sai sempre di cosa è capace la monoposto perché ogni volta che ci sale le torce il collo”, ha detto parlando a The Race. “Il suo feedback è buono, è molto consapevole di cosa stanno facendo le gomme e di come gestirle. Penso che la sua reputazione di essere selvaggio sia ingiusta. Secondo il direttore tecnico della Red Bull, infatti, capita che ci si ricordi molto meglio degli errori commessi da Max piuttosto che da altri. “Silverstone per me è stato un chiaro fallo professionale [di Hamilton] e la gente sembra avere la memoria corta. Marchiano un individuo e ci vuole tempo prima che finisca”.

Verstappen vs Vettel e Ricciardo

Newey non risparmia i complimenti per il 24enne per il proprio approccio alla monoposto, ma anche alle gare. “È molto facile lavorare con lui, molto aperto. Gli chiedi di fare delle cose e lui ci proverà sempre”. Rispetto a Sebastian Vettel, ultimo campione della Red Bull prima di Verstappen, l’approccio è decisamente diverso. “Sebastian è sempre stato molto, molto dettagliato nella sua analisi post-sessione”, ha spiegato Newey. “I debriefing andavano avanti un bel po’ e Seb sarebbe rimasto a lungo fino a sera, guardando i video di bordo, esaminando i dati, parlando con il suo ingegnere. Questo è ciò che ha funzionato per lui, non è una critica.”

“Max non è così estremo” e, come approccio, assomiglia molto di più a Ricciardo. “Sono bravi perché si concentrano sulle cose che devi sapere. Sono felici se hai domande su cui rispondere ed elaborare. È molto facile lavorare con loro” ha concluso.