Il Re o il Leone: la sfida finale. Masi perde tutto

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Credits: Mercedes AMG Petronas press area

Ce ne sarebbero da raccontare su questo GP. Il Re e il Leone si contendono il trono, ma mentre la finale si avvicina Masi perde tutto il potenziale

Un trono, un vincitore, una sfida, una sola possibilità rimasta. Non c’era così tanta suspance da quando Simba e Scar si contendevano il trono della savana. Il vecchio Re e il nuovo Leone sono rimasti a baloccarsi il trofeo e la gloria finale in nome dell’ultimo duello ad Abu Dhabi. Come finirà? Ciò che tutti i tifosi sperano è di non riassistere alla vergognosa gestione del GP a Jeddah. La sfida precedente non si è chiusa equamente anche per la gestione del direttore Michael Masi che perde definitivamente tutto in credibilità. Probabilmente l’australiano era appena stato reduce di un re-watch completo di Boris per adattarsi al tormentone “Così. De botto. Senza senso”.

Effettivamente senza senso tutto ciò che è successo la scorsa domenica tanto che ai tele spettatori è sembrato vivere in un loop extra terreno stile “50 volte il primo bacio”, anche se il bacio non è stato il primo e non è stato l’unico quello tra i due contendenti. Statisticamente parlando, quante probabilità ad inizio campionato c’erano che Leclerc facesse più incidenti di Mazepin? Assolutamente nessuna. Eppure il mondo della Formula 1 è un po’ come le scale della scuola di Hogwarts“a loro piace cambiare”, tipo le regole di Masi.

LA SPRINT RACE DENTRO ALLA GARA, UN’ABITUDINE

Ancora, di nuovo, rieccoci. Anche per questa volta a seguito di un violento scontro che ha avuto come protagonisti diversi piloti al giro 16 si è optato per una ripartenza. Che la direzione gara stia cercando di far abituare i tifosi all’incremento di sprint qualifying in vigore dal prossimo anno? A noi comuni mortali non sotto effetto di rospi allucinogeni per via dell’interpretazione assolutamente arbitraria del regolamento non è dato saperlo. Per ora.