Il punto dopo i test invernali
Mercedes scopre le carte, Ferrari e Red Bull si nascondono
Venerdì 28 febbraio è calato il sipario sulla brevissima pre-season del 2020, la più corta della storia recente della Formula 1, con sole sei giornate dedicate al lavoro di svezzamento delle nuove vetture. Due giornate in meno rispetto agli ultimi anni, quando i giorni di test erano otto, ripartiti in due sessioni da quattro giorni ciascuna. Così è difficile stilare una chiara gerarchia dei valori in campo, specialmente riguardo al midfield, dove diverse squadre sembrano essersi rafforzate: in primo luogo la Racing Point, che ha fatto parlare di sé presentandosi con una monoposto che ricalca le soluzioni della Mercedes W10 dello scorso anno. Ma anche McLaren e Renault sembrano avere fatto un passo avanti, dal momento che la MCL35 e la RS20 sono state promosse a pieni voti dai rispettivi piloti, a riprova che in un contesto di stabilità regolamentare è più facile, per i team, affinarsi e incrementare la performance.
BOTTAS AL TOP, FERRARI E RED BULL NASCOSTE
Più nitida è invece la situazione riguardante i top team, al netto della strategia mirata a nascondere il proprio potenziale attuata da Ferrari e Red Bull. Al contrario del 2019, stavolta è stata la Mercedes a giocare a carte scoperte, cercando subito la prestazione pura e occupando costantemente la parte alta della classifica. Ferrari e Red Bull, invece, hanno orientato il lavoro su long run e simulazioni di gara. Il miglior tempo complessivo dei sei giorni di test è andato così a Valtteri Bottas, che con mescola C5 (la più morbida a disposizione) ha siglato il riferimento assoluto della pre-season 2020 in 1’15″732.
Il crono del finlandese è arrivato nel day-3, mentre sono stati un po’ più tribolati, per il team di Brackley, i tre giorni finali, complice una battuta d’arresto della W11 quando al volante c’era Lewis Hamilton (che in 1’16″410 detiene il 5° tempo assoluto dei test). Il secondo crono complessivo è di Max Verstappen, che nella giornata finale ha fermato il cronometro in 1’16″264 con compund C4, leggermente meno indicato per il giro secco rispetto a quello impiegato da Bottas. Va però detto che l’olandese ha alzato il piede mentre stava completando il suo miglior giro, dunque rimane l’incognita sull’effettivo potenziale della Red Bull RB16, che apprezzeremo solo a Melbourne.
Terzo tempo, a sorpresa, per Daniel Ricciardo e la Renault, in 1’16″276 su mescola C5. Più indietro, invece, la Ferrari, che ha piazzato Charles Leclerc in quarta posizione assoluta (1’16″360) e Sebastian Vettel in nona (1’16″841). Il team principal Mattia Binotto ha mantenuto un profilo basso, ammettendo che la SF1000 non è attualmente in grado di giocarsi la vittoria, anche se i long run sono sembrati consistenti. Per la Ferrari, vale quindi lo stesso discorso fatto per la Red Bull.
PROGRESSI
A centro gruppo, invece, sembra una battaglia serrata. Al netto dei passi avanti della Renault, che oltre a Ricciardo terzo vede Esteban Ocon in sesta posizione assoluta, c’è il settimo tempo di Sergio Perez con una Racing Point rivitalizzata, fatto segnare con mescola C3. Top ten anche per la McLaren, fortemente intenzionata a confermarsi la ‘best of the rest’, con Carlos Sainz detentore dell’ottavo tempo assoluto (1’16″820). Sensazioni positive anche per i piloti di Alpha Tauri (Kvyat è 11° e Gasly 14°) e Alfa Romeo, che pur non avendo siglato tempi a effetto è parsa molto consistente con la nuova C39. Situazione più difficile per la Haas, che vorrebbe replicare il 2018 ma ha scoperto che il lavoro sulla VF-20 è ancora lungo, mentre la Williams può solo migliorare (e lo sta facendo, a piccoli passi) dopo un 2019 da cancellare.
GIRI
Il chilometraggio più alto lo ha fatto registrare la Mercedes, che tra il team ufficiale e i suoi clienti ha accumulato 2422 tornate complessive (di cui 903 totalizzate da Hamilton e Bottas, il numero più alto per un singolo team). Numeri consistenti anche per la Ferrari: la SF1000 ha completato 844 giri in 6 giorni, mentre gli altri motorizzati dalla power unit di Maranello, ossia Alfa Romeo e Haas, hanno totalizzato 1384 giri. Honda, con Red Bull e Alpha Tauri, ha completato invece 1549 giri, quattro in più dei motorizzati Renault. Pochi sono stati i problemi tecnici e gli inconvenienti, nel complesso, e la sensazione è che, a parte i tre top team, il livello del midfield si sia alzato parecchio, probabilmente grazie al contesto di stabilità regolamentare che permette di lavorare su progetti ormai ben collaudati.