Hill: “La Formula 1 su circuiti urbani? Una necessità”
Il campione del mondo di Formula 1, Damon Hill, evidenzia come i circuiti urbani siano oggi essenziali
Damon Hill ha una teoria ben definita sul perché, entro il 2026, molti dei Gran Premi del Circus verranno disputati su circuiti urbani. Più di un terzo delle gare, infatti, avrà luogo su questi ultimi. Se non nelle vicinanze della città. Tante sono le ipotesi sorte a riguardo. Tra queste, spicca sicuramente la possibilità di offrire a un pubblico d’élite una forma d’intrattenimento introvabile altrove. E, perché no, attirare ancora di più l’attenzione sullo sport.
Altrettante, allora, sono le domande che girano intorno alla scelta delle località in cui hanno sede le gare. Spesso, come scritto dal giornalista spagnolo Raymond Blancafort sul sito SoyMotor.com, ci chiediamo se i tecnici della Formula 1 realizzino monoposto adeguate ai circuiti. O se, più semplicemente, le squadre preferiscano che siano i tracciati a farlo. Che il calendario venga cioè stabilito in base alle necessità dei team, e non il contrario. Ma per come stanno le cose, l’opzione più probabile, a oggi, sembra essere la seconda.
Motivi finanziari, ma anche tecnici
Il quesito sorge quindi spontaneo: la Formula 1 ha luogo su circuiti urbani per libera volontà o più per necessità? Stando alle parole di Hill, tutto questo è essenziale. “Mi è giunta voce che i nuovi motori avranno difficoltà a ottenere prestazioni costanti nelle vetture” ha dichiarato, tra i diversi motivi. “Penso che questo spostamento verso tracciati più stretti segua la direzione della Formula E, che ha scelto circuiti nei centri urbani, più costrittivi“. La stessa Formula E che sogna di poter iniziare a gareggiare su circuiti permanenti, è diventata così ispirazione per la categoria più conosciuta.
Basti pensare a come le località dei Gran Premi del Messico e di Monaco coincidano con quelli della Formula 1. Come Vallelunga possa ospitare la tappa italiana e quanto Valencia risulti essere perfetta per una gara spagnola. Ma il Circus continua a procedere nella direzione opposta. E a causa di ciò le vetture, negli anni, presenteranno dei cambiamenti evidenti. Gareggiare in tracciati urbani, più stretti e limitanti, comporterà un necessario dispendio, e conseguente recupero, di energia per le monoposto.
Entro il 2026, quindi, metà della potenza delle vetture sarà elettrica. E le frenate in cui recuperare energia, di conseguenza, aumenteranno. Ma tra i circuiti di Monaco, Melbourne, Montreal, Bakù, Singapore, Miami, Las Vegas e Madrid (per citarne alcuni), in stagioni dove più di un terzo dei Gran Premi avranno luogo su circuiti cittadini, questo scenario appare inevitabile.
Martina Romeo