Circuiti cittadini, pro e contro: un sostenitore inaspettato
Con la loro fama sempre maggiore, quest’anno sale a otto il numero di circuiti cittadini del Campionato: ecco quali sono i vantaggi di questi tracciati
Con le loro strade strette e i muri a un palmo di mano dalle monoposto, i circuiti cittadini hanno acquistato sempre più fortuna negli ultimi anni. In effetti, rappresentano l’alternativa più pratica per quelle nazioni che, sempre a maggior richiesta, desiderano entrare nel calendario di Formula 1. Nel corso degli anni, i tifosi si sono divisi in appassionati sostenitori o acerrimi nemici dei circuiti cittadini: e se alla seconda categoria appartengono piloti come Max Verstappen, alla prima appartiene – a sorpresa – l’ex campione del mondo Mika Hakkinen.
Durante i dieci anni di carriera (dal 1991 al 2001) del finlandese, gli unici circuiti cittadini del calendario erano Monaco, Australia e Canada. Nel corso degli anni, però, il numero di questi ultimi è aumentato sempre più. Fino alle freschissime aggiunte di Gedda e Miami, e il circuito – prossimo al debutto – di Las Vegas. Portando così il numero di corse cittadine a ben otto, su un totale di 23 Gran Premi.
MIKA HAKKINEN: “LA FORMULA 1 E’ UN BUSINESS DI LUSSO”
Mika Hakkinen ha elogiato questa nuova apertura verso i circuiti cittadini. Sottolineandone la comodità nell’attirare pubblico: “Sappiamo che le città possono offrire molte attrazioni per i tifosi.” afferma. “Ci sono ristoranti, centri commerciali, hotel lussuosi. Le persone possono guardare la gara dal loro balcone, o dalla loro barca: questo è un lusso. La Formula 1 è un business di lusso, e i tifosi possono vivere un’atmosfera incredibile. Dunque, penso sia entusiasmante avere gare cittadine“.
“Richiede più sfide da parte delle squadre e dei piloti, certo. Ma sai, i piloti sono pagati per affrontare queste sfide e portare un po’ di spettacolo ai fan. C’è bisogno di un equilibrio: non possiamo avere tutti tracciati cittadini, ma neanche tutti tracciati fuori città. Bisogna trovare un compromesso. La vita funziona così: non possiamo avere tutto quello che vogliamo“.