Analisi della redazione Formula 1 Primo piano Hamilton e Antonelli: le due stagioni “da rookie” a confronto 28 Aprile 2025 Martina Romeo © Sky Sport I confronti tra Andrea Kimi Antonelli e Lewis Hamilton sembrano inevitabili, ma la stagione da rookie del giovane bolognese può davvero essere paragonata a quella del sette volte iridato? Inutile negarlo, Andrea Kimi Antonelli continua a sorprendere e a sole cinque gare dall’inizio del Mondiale 2025 è sesto nell’attuale Classifica Piloti. Con i suoi 38 punti, il bolognese conferma definitivamente il suo solido debutto. Un inizio carriera talmente promettente da venire spesso paragonato a quello di Lewis Hamilton, nel 2007. Anno in cui il non ancora pluripremiato Hamilton affrontava la sua sorprendente stagione da “rookie”, ma in una situazione totalmente differente rispetto a quella affrontata da Antonelli oggi. Ma prima di poter mettere le due stagioni a confronto, sono necessarie delle precisazioni. Per prima cosa è importante ricordare come funzionava l’assegnazione del punteggio nel Circus prima dell’ormai lontano 2010. In passato, infatti, la Formula 1 premiava solo i primi otto arrivati, con un punteggio che andava dai 10 punti per il primo fino all’unico punto assegnato all’ottavo classificato. Più precisamente: 1° posto: 10 punti 2° posto: 8 punti 3° posto: 6 punti 4° posto: 5 punti 5° posto: 4 punti 6° posto: 3 punti 7° posto: 2 punti 8° posto: 1 punto Un format molto simile, ma non identico, a quello che oggi viene utilizzato per le Sprint Race. Un tipo di assegnazione che non permetteva, tra le altre cose, la possibilità di guadagnare alcun punto extra. Che fosse per il giro veloce o grazie alla stessa Sprint (introdotta solo nel 2021). Aspetti che mettono subito in evidenza quanto il metodo odierno renda la scala dei punti molto più aperta e permetta una classifica più variegata. Un qualcosa che trasforma il Campionato di una volta in un Mondiale più competitivo e coinvolgente. La prima stagione di Lewis Hamilton in Formula 1 Sin dai suoi esordi, Sir Lewis Hamilton sembrava destinato a raggiungere l’Olimpo del Motorsport. Seguito e sponsorizzato per anni dalla McLaren, il team di Woking non poteva che essere il primo a credere nelle capacità dell’allora ventiduenne britannico, che divenne nel 2007 parte della line-up ufficiale della squadra al fianco del già noto Fernando Alonso. Campione del Mondo in carica per la seconda volta consecutiva con Renault. Alla vigilia del 2007 però il team Papaya non era lo stesso di oggi. Dopo una stagione 2006 difficile, chiusa senza vittorie, la McLaren effettuò una profonda riorganizzazione tecnica e creò la MP4-22, una vettura straordinariamente competitiva dotata di motore Mercedes e con uno sviluppo aerodinamico all’avanguardia per l’epoca. La possibile performance della monoposto era perciò, fino all’inizio della stagione, un mistero per la maggior parte degli appassionati. Così come il talento dello stesso Hamilton. Dopo aver dominato nei kart, vinto in Formula Renault e il Campionato GP2 Series nel 2006 da debuttante, quest’ultimo però non poteva più certo essere ignorato. La scelta di ingaggiarlo prima del previsto, e affiancarlo ad Alonso, è stato uno dei tanti rischi colti dalla McLaren quell’anno, poi assolutamente ben ripagato. Nell’anno di debutto di Hamilton, la Ferrari e la McLaren-Mercedes rappresentano le vetture da battere in griglia e quelle che continuano a contendersi, gara dopo gara, la vittoria del Campionato. Nel corso della stagione, il giovane Lewis si mostra costante, spregiudicato e veloce, andando a podio nelle prime nove gare consecutive e vincendo ai circuiti di Montreal, Indianapolis, Hungaroring e Fuji. Un vero e proprio record per un rookie. La performance del britannico è tale che al termine del GP del Giappone, quindicesima gara delle diciassette previste dal calendario, lo stesso comandava la classifica piloti con 12 punti di vantaggio sull’allora compagno di squadra, Fernando Alonso. Quest’ultimo seguito, a pochi punti di distanza, da Kimi Raikkonen, unico ferrarista ancora matematicamente in lotta per il titolo. Un titolo mancato, ma solo per poco La conquista dell’iride, ritenuta ormai assicurata, non è però mai arrivata per il giovane Hamilton. O almeno, non nella sua prima stagione nel Circus. Nonostante tutto sembrasse svolgersi a favore del britannico, funesto fu il circuito di Shanghai, che trasformò quello che sarebbe dovuto essere il giorno della conquista del titolo, in quello che compromise definitivamente il suo mondiale. Durante il GP della Cina del 2007 Hamilton non rispettò gli ordini del team e, a causa di pneumatici totalmente usurati, uscì dal tracciato nella prima curva della pit-lane, senza più riuscire a rientrare e non conquistando così alcun punto. Situazione che portò Lewis a presentarsi all’ultimo Gran Premio della stagione, quello del Brasile, con soli 4 punti di vantaggio sul compagno di scuderia. E a 7 su Raikkonen. Nonostante però il giovane rookie partisse dalla prima fila, una partenza sbagliata e la continua lotta con Alonso, aggiunti ai problemi accusati al cambio, lo portarono a concludere la gara in settima posizione. Dopo 17 gare, tutte disputate in nazioni diverse, contro i migliori pronostici ad aggiudicarsi la corona del Mondiale 2007 di Formula 1 fu Kimi Raikkonen con 110 punti. Solo uno in più di entrambi i piloti McLaren, che conclusero la stagione con 109 punti ciascuno. Hamilton e Antonelli, parte della storia Mercedes Vista la storia di Lewis Hamilton in Mercedes non sorprende che il suo sostituto abbia avuto sin da subito gli occhi addosso, soprattutto se si tratta di un rookie così promettente come Andrea Kimi Antonelli. Nonostante un esordio amaro durante le prime prove libere del GP d’Italia del 2024, giorno in cui è stata ufficializzata la sua presenza in griglia con la Mercedes AMG PETRONAS per il 2025, Antonelli si è sempre dimostrato un pilota costante nonostante la giovane età. Dopo la partecipazione al GP d’Australia di quest’anno, all’età di 18 anni, sei mesi e venti giorni, il bolognese è diventato il terzo pilota più giovane a debuttare in Formula 1. Oltre a essere il secondo più giovane di sempre a fare punti grazie al 4° posto ottenuto al Circuito di Albert Park. Secondo solo a Max Verstappen. Nelle gare successive, Kimi non ha (quasi) mai mancato un colpo. 8° posto in Cina (poi diventato 6°), 6° in Giappone (dove ha registrato anche il giro più veloce) e in Arabia Saudita. Queste ultime intervallate da un 11° posto in Bahrain dove, nonostante l’ottima performance, il pilota ha mancato per poco la zona punti. Dopo il Gran Premio dell’Arabia Saudita, Kimi Antonelli occupa attualmente la sesta posizione nella classifica piloti con 38 punti. Piazzandosi davanti a tutti gli altri rookie di questa stagione. La prima stagione da rookie di Antonelli è davvero paragonabile a quella di Hamilton? Le stagioni da rookie di Lewis Hamilton e di Andrea Kimi Antonelli possono essere sì confrontate, ma tenendo sempre in considerazione diversi aspetti. Nel 2007, Hamilton debuttò nella classe regina del Motorsport in uno dei top team, con la McLaren dimostratasi da subito al massimo della competitività. Quest’anno, invece, Antonelli si è affacciato al grande palcoscenico della Formula 1 con una Mercedes performante, ma ancora in fase di ricostruzione. Il bolognese ha non poco peso sulle spalle, con il team delle frecce d’argento che cerca di tornare al vertice in un panorama tecnico molto più complesso rispetto al passato. Una situazione ben diversa da quella affrontata anni fa dal sette volte iridato britannico. Quest’ultimo sin da subito con una vettura da campionato a disposizione. Un qualcosa su cui Antonelli, ad oggi, non può ancora contare. Al contrario di Hamilton, Antonelli dovrà quindi costruire la propria storia pazientemente, in un contesto di maggiore incertezza e competitività diffusa. I due debutti rimangono accumunati dalla precocità e dal talento, ma se il giovane Hamilton fu l’asso che sfiorò subito la gloria, Antonelli è chiamato a essere uno degli architetti di una nuova rinascita. Rookie del 2025, come procede la loro stagione? Il 2025 è quello che potrebbe essere definito “l‘Anno dei Rookie“. Purtroppo, però, non per le loro attuali performance. Tra i cinque debuttanti presenti in griglia quest’anno, tra cui troviamo oltre ad Antonelli, Oliver Bearman, Isack Hadjar, Gabriel Bortoleto e Jack Doohan, solo Kimi ha mostrato una certa continuità in pista. Nonostante la situazione sembri essere migliorata per tutte le scuderie rispetto allo scorso anno, da non dimenticare sono le vetture che i piloti hanno a disposizione. Se Antonelli ha fatto il suo debutto con una Mercedes in fase di collaudo ma costante nelle prestazioni, gli altri debuttanti vivono un’esperienza differente. Situazione particolarmente ostica per Bortoleto e Doohan, rispettivamente in Kick Sauber e Alpine. Con zero punti e ancora in cerca di una comprensione definitiva della loro monoposto. Oliver Bearman ha già dimostrato le sue capacità, ed è certo difficile dimenticare la sua prestazione al volante della SF-24 a Jeddah in sostituzione di Carlos Sainz. Nonostante la sua avventura in Haas fatichi un po’ a prendere il via, il suo talento non passa inosservato. Seppur dal fondo della zona punti. Talento che non manca certo neanche ad Hadjar che, dopo un inizio difficile, sembra essere pronto a dimostrare cosa sia davvero in grado di fare. Tags: 2025, Andrea Kimi Antonelli, Lewis Hamilton, Mercedes AMG Petronas F1 Team, Scuderia Ferrari Continue Reading Previous Cadillac: presentazione F1 in grande stile al GP di MiamiNext Carlos Sainz: “I sorpassi in Formula 1? È praticamente impossibile”