Credits: Formula 1 Twitter

In mezzo alla sabbia e sotto ai riflettori, rischiava di consumarsi un altro delitto in Formula 1, dopo tanti anni. E invece Grosjean emerge dalle fiamme ed è sano e salvo. Sarà pure un miracolo, ma se lo ha salvato l’Halo un motivo ci sarà

E’ grottesco vedere come la “Formula noia” sparisce davanti a una palla di fuoco che si solleva al via del Gp del Bahrain. Tanti improvvisati esperti di uno sport che fino a ieri hanno detestato, e che manco seguivano. I giornali che scrivono “terrore, palla di fuoco, miracolato”, con titoli che escono quasi dalle pagine. Questo risveglio mediatico mette un po’ tristezza, e si contrappone alla allegria che abbiamo intimamente tutti provato appena abbiamo visto il francese saltar fuori dalle fiamme.

SICUREZZA, UNA PRIORITA’

Sì, sarà stato pure fortunato il nostro Romain, ma è solo una piccola parte della storia. La Formula 1, dal 1994 almeno, ha compiuto passi da gigante nella sicurezza. Eppure Grosjean era uno di quelli contrari all’halo, il parapetto che circonda l’abitacolo del pilota e che, fosse esistito prima, avrebbe riscritto la storia di questo sport, lasciando vivi molti dei suoi protagonisti. Una dozzina di migliaia di euro, fabbricato nei dintorni di Modena, in dotazione dal 2017. Questo è lo strumento che ha salvato la vita a Grosjean per sua stessa ammissione: non ci fosse stato, dentro al guardrail si sarebbe infilata la sua testa. Peraltro, una volta ripescata la carcassa della sua Haas, abbiamo potuto notare quanto l’aggeggio sia rimasto intatto, prova ancor maggiore della sua resistenza. Ci spiegheranno poi perchè il guardrail si è bucato, e vedremo come si presenterà quel punto della pista al Gp del Sakhir, sullo stesso circuito, nel prossimo fine settimana.

STESSO CIRCUITO, DIVERSO LAYOUT

Il penultimo start della stagione sarà infatti ancora in Bahrain, ma la pista subirà modifiche: non più quel groviglio di curve parallele al rettifilo d’arrivo, ma una sorta di trapezio che aumenterà ancora le punte di velocità e metterà ancora più in risalto le qualità del motore. Un disastro per la Ferrari, in pratica: già negativa in questo week-end (il team radio del sensibile Leclerc che chiede info su Grosjean dopo l’incidente, resta comunque una bella cosa a parte, quello di Vettel indirizzato al compagno invece è di tono ben diverso), non osiamo immaginare nel prossimo.

A podio la Red Bull, con Albon che agguanta un terzo posto, giusto in tempo per far capire che quel sedile lui lo vuol mantenere. Prestazione buona ma fuori tempo massimo: Perez, ruspante e sfortunato autista della Racing Point che fonde il motore a pochi chilometri dalla fine e deve abbandonare un podio sicuro, annuncia che se non va alla Red Bull si prenderà un anno sabbatico. Hulkenberg è pronto ad affiancare Verstappen, secondo, e con grandi chances di vincere il secondo round poiché Lewis Hamilton (pole numero 98 e vittoria numero 95 in scioltezza, che ve lo diciamo a fa’?) ha trovato l’unico avversario che lo può fermare, il covid, e salterà la contesa. Sano e salvo anche Stroll che si cappotta dopo un crash con Kvyat, che si becca pure la penalità. Sfortunato l’altro pilota della Alphatauri, invischiato nei due principali incidenti della gara.

Da ultimo, un pensierino per Valtteri Bottas: sano e salvo anche tu, a volte, sul giro secco. Ma per il resto, son dolori. Partenza storta, la ripartenza pure, e un affanno incredibile per lottare con l’Alfa Romeo e la Renault di Ocon. Non è proprio cosa. Ripassare più avanti.