GP Miami imitazione Montecarlo 001

Credit: Red Bull, Press Area

Miami e Montecarlo. Due città così lontane e così simili. Una cosa in comune, soprattutto per quanto riguarda il nostro ambito, ce l’hanno: entrambe ospitano un GP di Formula 1. Ma da ieri una è diventata la brutta “imitazione” dell’altra

E hanno anche più di una cosa in comune: entrambe le città ospitano la massima serie automobilistica nello stesso mese dell’anno. A Miami la Formula 1 ha fatto tappa l’8 maggio; a Montecarlo si correrà il 29. Uno a inizio e uno a fine mese. Per i puristi di questo sport, il GP di Monaco rappresenta ancora quel simbolo della Formula 1 dove i fantasmi del passato si nascondono dietro ogni angolo. Nonostante siano passati più di novant’anni dalla prima edizione della gara, Montecarlo è ancora un riferimento. Tanto che c’è chi ha tentato di copiare l’atmosfera dell’appuntamento più glamour del campionato. Ma col risultato di esserne diventata l’imitazione “trash”.

Il GP di Miami ha fatto il suo debutto nel Mondiale di Formula 1. Gli organizzatori hanno tentato in tutto e per tutto di ricreare una Montecarlo in versione Florida. Ma quello che ne è uscito è stata una brutta copia. Un’imitazione venuta male. Un po’ come quando il compagno di banco sbircia sul tuo compito in classe e sbaglia a riscrivere le risposte.

Il tracciato è stato costruito lontano dalla costa. E proprio questo è uno dei motivi che ha spinto gli organizzatori della corsa ad andare a ricreare una “baia finta”.
I promoters della gara di Miami hanno pensato di portare sul tracciato cittadino tutto quello che ha da sempre caratterizzato la gara di Montecarlo. Il porto turistico, gli yachts, l’acqua cristallina, le spiagge. C’era anche una cabinovia che sovrastava la pista. Peccato che tutto fosse un fake. Tutto era finto e artefatto, riproposto nel triste intento di rendere tutto scenografico e riproporre l’atmosfera glamour del GP di Monaco.

GP Miami imitazione Montecarlo 002
Credit: AP Photo

Miami, un traguardo per Liberty Media

Nonostante tutto questo stile artefatto, non si può negare che questo GP inaugurale di Miami rappresenti forse il traguardo più significativo dall’acquisizione della Formula 1 da parte di Liberty Media. O almeno, lo sarà fino al 2023 quando la gara di Las Vegas, la terza sul suolo americano, farà il suo debutto in calendario.

Fin dall’acquisizione della massima formula automobilistica, quasi sei anni fa, Liberty Media ha provato a modernizzare e cambiare questo sport e l’ambiente. Passando da questioni prettamente estetiche, come a esempio la modifica al logo, a cose che hanno mirato a riformare più nel suo interno la Formula 1.

Business is business

Del GP di Miami e della vittoria di Max Verstappen, meritatissima per l’olandese arrivata al termine di una lotta estenuante con Leclerc, non possiamo considerare solo il suo valore sportivo. Si deve obbligatoriamente parlare di un evento globale e seguitissimo. Fuori e dentro la pista.

Ci aveva visto lungo Stephen Ross, proprietario dei Miami Dolphins, la squadra locale di football. In tempi meno sospetti è stato proprio il magnate americano a spingere affinché il circuito sorgesse attorno all’Hard Rock Stadium. Il vero cuore pulsante dell’intero fine settimana, tanto da obbligare piloti e squadre, a fine corsa, a percorrere una passeggiata estenuante per prendere parte alla cerimonia del podio.

 

 
 
 
 
 
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Business is business. Si è cercato di trasformare la gara di Miami in una macchina da soldi capace di rendere l’evento un appuntamento unico. Se sulle tribune è stato registrato il sold out nonostante i biglietti per i comuni mortali, se così vogliamo definirli, viaggiavano tra i 500 e i 1800 dollari, nessuno ha voluto far sentire la sua assenza in un evento di tale portata.

Sono arrivati in tanti. Sulle tribune ma soprattutto nel paddock. Tra star di Hollywood (Dwayne Johnson, Matt Damon, Ryan Reynolds, Renée Zellweger e Michael Douglas solo per citarne alcuni), passando per le leggende dello sport (Serena e Venus Williams, Michael Jordan, Tom Brady, Tony Parker, David Beckham con la moglie Victoria) e per i musicisti più in voga del momento (Will.i.am, ex voce dei Black eyed peas, il rapper Bud Bunny, Dj Khaled, Pharrell Williams e Luis Fonsi).

Ma le luci della ribalta sono state riservate all’ex first lady degli Stati Uniti, Michelle Obama. La 58enne, inquadrata più volte dalle telecamere con le cuffie addosso, è stata invitata da Lewis Hamilton ed è stata l’ospite speciale del box Mercedes.

 

 
 
 
 
 
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Pista insipida ma rischiosa per i tracciati storici

E per quanto riguarda il tracciato? Forse i più sono rimasti delusi in questo fine settimana. Il circuito non era niente di che. Niente che non si fosse già visto. Invece di offrire qualcosa di unico e adatto al luogo che ha ospitato il quinto appuntamento del calendario, la pista è stata costruita semplicemente seguendo il modello utilizzato per la maggior parte dei moderni circuiti di Formula 1.

Alzi la mani chi, osservando le monoposto sfrecciare sulle curve ad alta velocità del primo settore, spezzate da segmenti di pista con altre curve dalle velocità più basse, non ha pensato a tracciati come quello di Jeddah o Yas Marina. A chi non è venuto in mente il circuito di Baku, guardando la serie di curve che portano al rettilineo più lungo.

E uno dei problemi, veri, che sta attanagliando questa Formula 1 è la sempre crescente richiesta di circuiti cittadini a discapito delle piste storiche che hanno fatto la storia di questo sport. La classe Regina del Motorsport, in un certo senso, sta inseguendo il modello della Formula E dove ogni evento ha l’obiettivo di “suscitare con la forza” l’interesse del pubblico. Tanto che anche le gare consolidate del calendario non possono ritenersi apparentemente esonerate dall’essere “mutilate” per soddisfare le aspettative del mondo d’oggi.