GP Abu Dhabi pagelle

© McLaren, X official account

Una domenica di Formula 1 che resterà impressa nella memoria degli appassionati. Il circuito di oggi ci ha regalato una gara densa di intensità: strategie ribaltate, duelli al limite, errori inattesi e lampi di puro talento. Le condizioni di pista altalenanti hanno aggiunto un ulteriore strato di imprevedibilità, mettendo a nudo punti di forza e debolezze di piloti e team.
È stata una di quelle giornate in cui qualcuno ha brillato come non mai, qualcuno ha confermato la propria ascesa e altri hanno dovuto fare i conti con una realtà più dura del previsto. E come sempre… le pagelle, ultime quest’anno, del GP di Abu Dhabi non perdonano.

Lando Norris – 9

Una gara da pilota maturo, consapevole dei propri mezzi. Norris ha gestito ogni fase con impressionante lucidità: ritmo costante, sorpassi decisi ma puliti, zero errori nonostante la pressione di chi lo inseguiva.
La sua capacità di leggere la gara, soprattutto nei momenti di cambiamento di grip, è stata determinante per mantenere un passo superiore.
Il suo percorso: 10
Non potevamo non soffermarci nelle nostre pagelle del GP di Abu Dhabi sul percorso di Lando nel corso degli anni, che lo hanno portato ad essere oggi un campione. La crescita è evidente: rispetto alle stagioni passate, Lando non solo è più veloce, ma soprattutto più completo. Mentalità da leader, gestione da top-driver. Un campione, finalmente, a tutti gli effetti.

Oscar Piastri – 8

Il weekend di Oscar è stato solido dall’inizio alla fine. In gara ha mostrato grande sensibilità nella gestione gomme, uno dei suoi punti forti.
Il duello a metà gara ha dimostrato freddezza e controllo, anche se in alcuni momenti gli è mancata quella cattiveria agonistica che avrebbe potuto portarlo un gradino più avanti.
Complessivamente cresce, ma a differenza di Norris non sembra ancora pronto a mettere insieme il “pacchetto totale”.

Charles Leclerc – 9.5

Una delle sue migliori gare recenti. Leclerc ha estratto ogni millesimo dalla Ferrari, soprattutto nei primi due stint dove il degrado sembrava pronto a tradirlo.
La difesa (chirurgica) contro chi lo attaccava e la capacità di mantenere costante il distacco sugli inseguitori hanno ricordato i suoi giorni più brillanti.
Eccellente gestione tecnica del mezzo, comunicazione perfetta con il muretto, zero sbavature.
Manca un soffio per la lode, ma il livello è stato altissimo.

George Russell – 7

Russell ha alternato momenti convincenti a fasi meno brillanti. Il passo gara non era male, ma la difficoltà nel gestire le fasi centrali della corsa, soprattutto con gomme in fase calante, lo hanno tenuto lontano dal meglio possibile.
Corre pulito, sfrutta il potenziale della Mercedes, ma manca la zampata da protagonista. Una gara “giusta”, nulla più.

Yuki Tsunoda – 8

Finalmente un Tsunoda concreto. Il giapponese ha dimostrato una maturità inedita: oggi ha saputo attaccare nei punti giusti e difendersi in modo intelligente, evitando eccessi che in passato gli erano costati caro.
Buona anche la gestione dei vari stint, con un passo sorprendentemente costante.
Un risultato che premia un lavoro che si vede, anche se ormai troppo tardi.

Fernando Alonso – 8

Un altro capolavoro di esperienza. Alonso ha trasformato una vettura da metà gruppo in una protagonista della zona punti.
Letale nei duelli, soprattutto all’esterno delle curve più veloci, e impeccabile nel prendere decisioni in anticipo rispetto agli altri.
Ha sfruttato ogni occasione, anche quelle che altri non vedevano. Per l’ennesima volta, fa sembrare semplice ciò che semplice non è.

Max Verstappen – 10

Gara dominata con una naturalezza che rasenta l’irritante per gli avversari. Max è stato semplicemente un gradino sopra: gestione gomme perfetta, passo gara ingestibile per chiunque, nessun punto debole.
Ha controllato la corsa dal primo all’ultimo giro come solo i campioni sanno fare.
Oggi, per lui, era un’altra routine.

Lewis Hamilton – 3

Una delle prestazioni più difficili degli ultimi tempi. Hamilton non ha mai trovato ritmo, è apparso in difficoltà nel gestire il posteriore in ogni fase della gara e ha commesso errori insoliti per uno del suo livello.
Ferrari non lo ha aiutato, ma da un sette volte campione ci si aspetta comunque qualcosa di più della semplice sopravvivenza in pista.

Alexander Albon – 2

Weekend da dimenticare. Sempre in difesa, mai in lotta reale. La vettura non ha certo brillato, ma Albon non è riuscito a compensare con la guida o con la strategia.
Gara anonima, senza guizzi e senza mordente.

Haas – 8

Un risultato che profuma di impresa per un team che parte spesso in salita. Strategia pulita, passo gara sorprendente e capacità di restare agganciati al treno dei punti fino alla fine.
Sfruttano tutto quello che hanno: ottimo segnale.

McLaren – 10

Perfetti. Auto fortissima, strategia impeccabile, gestione da squadra al top.
Il lavoro sinergico tra i due piloti è stato il vero valore aggiunto: una delle migliori prestazioni dell’anno da parte del team papaya, che ha poi portato al trionfo di Lando.