Formula 1 | Le pillole di saggezza di Damon Hill: “È facile diventare cinici in Formula 1”

Damon Hill e Suzuka 1996, come dimenticarsene?
Quell’ultima vittoria stagionale che lo portò sul tetto del mondo è stata il trionfo di una carriera caratterizzata da tanti momenti felici e molte contese con il rivale di sempre, quel Michael Schumacher con cui si aprirono controversie più o meno importanti sul loro comportamento in pista.

Ma anche da eventi tragici, come la morte del padre in un incidente aereo e quella del compagno di squadra nella stagione 1994, quell’Ayrton Senna che fece limare il piantone dello sterzo dai propri meccanici perchè si sentiva scomodo all’interno dell’abitacolo della sua Williams-Renault FW16, un azzardo che lo portò a quel terribile schianto del 1 maggio sulla pista di Imola.

Il leggendario commentatore della F1 britannica, Murray Walker, lo conosceva bene Damon Hill, tant’è che riassunse in una sola frase la sua intera vita una volta che tagliò il traguardo della pista giapponese: “Mi devo fermare perchè ho un nodo alla gola”.
L’inglese fu toccato da tanta umanità al punto tale che rimase sempre grato al telecronista britannico per ciò che aveva detto in quell’occasione particolare: “Era commosso, sapeva della storia di mio padre ed allo stesso modo conosceva per filo e per segno la mia carriera, è stato un momento veramente speciale”.

Ma la tristezza era dietro l’angolo, perchè il neo-campione del mondo sapeva già che non avrebbe più corso per la Williams visto che gli era stato preferito il giovane Heinz-Harald Frentzen.
Negli anni successivi si barcamenò tra la Arrows e la Jordan per poi ritirarsi dal circus nel 1999.
Dopodichè si fece crescere i capelli, passò del tempo con la propria famiglia, ritornò a studiare all’università e sparì dalla circolazione fino al 2007, quando iniziò ad aiutare i bambini con disabilità nell’apprendimento – dopotutto suo figlio Oliver ha la sindrome di Down.

Dal 2006 al 2011 è stato anche presidente della British Racing Drivers’ Club, ma solo tramite la sua autobiografia dal titolo “Watching the Wheels” si venne a conoscenza della sua battaglia contro la depressione.
La morte del padre Graham gli aveva lasciato delle ferite che tornarono alla ribalta solo dopo il ritiro dalle corse, al punto che dovette iniziare una cura con un terapista: “Divenni profondamente consapevole di quanto paura avessi di morire da un momento all’altro” commenta il pilota inglese a luci spente.

Recentemente è tornato sotto i riflettori come commentatore delle gare di Formula 1 per Sky Sport e questo, alla luce delle sue esperienze passate, gli ha permesso di intravedere il bene ed il male del nostro sport: “Ci sono tanti aspetti positivi e spettacolari ma anche altrettanti lati negativi, ma questa è la vita – afferma Damon Hill – Ciò che voglio far passare è il fatto di poter diventare un po’ più auto-consapevoli perchè alcune volte credo che ci si perda nella ricerca dell’ingrediente segreto quando invece è il punto della situazione che viene messo in secondo piano”.

È molto facile diventare cinici in Formula 1” e con questa frase il discorso passa al mondiale che Nico Rosberg e Lewis Hamilton stanno combattendo fianco a fianco.
Il figlio di un campione del mondo diventa a sua volta un campione del mondo – commenta l’inglese in riferimento al tedesco della MercedesNon sono un suo detrattore, anzi, non sarebbe un’ingiustizia se vincesse il titolo: ha lavorato sodo ed è migliorato sempre più, sarebbe interessante vedere come riesce a gestire la pressione una volta che si avvicina al proprio obiettivo”.

Per quanto riguarda Lewis Hamilton, Damon Hill afferma che avrebbe dovuto stare più attento ad usare le proprie parole in pubblico: “È stato sfortunato quest’anno e si è espresso male tante volte con le persone, però ha dalla sua un sacco di fans che pendono dalle sue labbra per ogni singola parola che dice”.
Quando gareggi cerchi sempre e solo di badare a te stesso, di ricevere i pezzi migliori e di non farti scavalcare dal tuo compagno di squadra: è facile poi che ti vengano in mente certi pensieri in riferimento a possibili complotti o trattamenti preferenziali, ma questo fa parte delle corse”.

Nell’ultima parte dell’intervista Damon Hill crede che sia ancora troppo presto per ridurre a zero le chance di vittoria dell’inglese della Mercedes con ancora quattro gare da disputare.
Ma se veramente vuole vincere il suo quarto titolo iridato, Hamilton deve trovare quel qualcosa di “magico” che ha permesso al 56enne di Hampstead di primeggiare per ben due volte sul circuito di Suzuka, prima sotto la pioggia battente nel 1994 e poi in quel 1996 che lo fece entrare a pieno diritto nella Hall of Fame della Formula 1.