Formula 1 | La vita da nababbo di Jenson Button, tra jet privati ed apparente sobrietà

Vi siete mai chiesti com’è la vita di un pilota di Formula 1, ovviamente pagato e non pagante per fare questo mestiere? Lo sponsor Chandon della McLaren, che fornisce gli spumanti per le feste finali sul podio, ha intervistato Jenson Button, uno dei top driver più blasonati degli ultimi anni.

L’inglese ad agosto era stato beccato con degli amici nella cittadina californiana di Napa nell’intento di rilassarsi davanti a del buon vino e del formaggio.
Ma per il campione del mondo 2009 dall’ossessione della forma fisica queste non sono altro che dei piaceri occasionali: lussurie, proprio come quella che assaporò nell’anno in cui portò la Brawn BGP 001 sul tetto del mondo e grazie alla quale screditò il suo vecchio mentore, quel Flavio Briatore con il quale condivise più i dolori che le gioie al tempo della Renault.

Era il lontano 2002 ed il pilota di Frome, allora 22enne, se la spassava a più non posso a suon di amoreggiamenti e festini al punto che le prestazioni della sua R202 ne avevano risentito parecchio.
Ed anche se non era quello il motivo per cui la vettura francese era una lumaca in pista (come ha spiegato Jenson Button nel proseguo dell’intervista), l’allora direttore esecutivo del reparto corse transalpino lo aveva definito uno “scansafatiche”.

Quella è stata una critica ingiusta da una persona che non avrebbe mai dovuto permettersi di dire una cosa del genere perchè lui stesso era un playboy”, dichiara l’inglese nella sua camera d’albergo alla vigilia dello scorso GP di Singapore.
Il vero motivo per cui non stavo andando bene in quella stagione era relativo al fatto che non avevo alcuna esperienza nel guidare una vettura così scarsa – ammette un Jenson Button con una tranquillità disarmante – Mi godevo la vita e me la godo tuttora, dovreste farlo tutti perchè non si può sapere quanto a lungo durerà”.
In questo momento posso divertirmi quanto voglio perchè ho vinto un titolo mondiale e sinceramente non mi interessa quello che dice la gente, come del resto non si doveva giudicare né il mio stile di vita né le mie prestazioni ai comandi della Renault nel 2002”.

Ma ecco la parte per cui tutti voi state scalpitando di sentire: i soldi. In 17 stagioni Jenson Button ha guadagnato oltre 100 milioni di dollari e questo significa che può permettersi ciò che più gli piace.
Mi hanno cambiato la vita e l’hanno resa più semplice – continua il 36enne della McLaren – Una volta ho dovuto volare con il mio jet privato per raggiungere una gara in Europa: so che è molto costoso, non lo faccio spesso ma ormai sta diventando una necessità”.
Qualche altro “peccato”? “Bè, sono un inglese ed ho bisogno di qualcosa per stare al caldo ma non proponetemi quei maglioni che ti mettono il prurito addosso: solo ed esclusivamente cashmere!”.

E la sua casetta a Monte Carlo? Se pensate che il campione del mondo 2009 trascorra le serate al casinò, vi sbagliate.
Da grande sportivo è più improntato alla fuga verso le montagne circostanti, verso quella Francia e soprattutto quell’Italia che sono la location preferita per le sue scorrazzate in bicicletta: “È fantastico, io ed i miei compagni di allenamento spesso partiamo e ci andiamo a prendere un caffè: amo l’Italia e la sua cultura!”.
All’inizio non è stato facile crearsi una rete d’amicizie, ma adesso è tutto più semplice – presegue Jenson Button – Ci alleniamo molto e mi piace Monaco perchè è pulita e sicura e ci corriamo pure, l’unica difficoltà è la lingua visto che con il francese sono tutt’altro che una spada”.

Vista la sua passione intrinseca per lo sport, l’inglese ammette di essere un ragazzo da “pantaloncini e maglietta”, anche se gli piacciono molto le tute in tre colori.
Basta che non siano sgargianti e lo stesso vale per la sua McLaren P1.
Le mie tinte? Grigio, blu e nero. Se un completo ti sta bene non servono colori appariscenti, come per le macchine – commenta il 36enne – Ho comprato con i miei soldi una McLaren P1 nella colorazione grigia e la gente mi domanda ‘perchè?’ ”.
Io gli rispondo che la vernice non deve essere vistosa dal momento che basta ed avanza il motore che si ritrova, è una delle macchine più fuori di testa del pianeta; e poi è una mia scelta, so chi sono e questa è la cosa più importante”.
Serviva una prova per dimostrare che il playboy è finalmente cresciuto? Eccovi serviti.