Formula 1 come hobby? Egoistico secondo Vettel

Vettel hobby

Credits: Aston Martin F1 official twitter

Restare nel Circus solo per divertimento? Sebastian Vettel non concorda con una pratica che toglierebbe l’opportunità ai giovani di distinguersi

It’s more like a hobby for me“. Per mesi questa celebre frase pronunciata dal veterano Kimi Raikkonen nell’ultima puntata della seconda stagione di Drive To Survive, la serie targata Netflix che lancia un occhio sui dietro le quinte della Formula 1, ha spopolato sul web. Il pilota quarantunenne dell’Alfa Romeo Racing è consapevole di aver già avuto il suo momento di gloria nella massima categoria del Motorsport. E ammette senza peli sulla lingua di continuare solo per divertimento. Non è dello stesso parere, però, il quattro volte campione del mondo Sebastian Vettel.

Il tedesco, intervistato dal sito americano di Motorsport.com, ha infatti condiviso i suoi pensieri su alcune caratteristiche della Formula 1. Sport che, più di ogni altro, chiuderebbe più volte la porta ai giovani talenti. Tra queste, correre solo per hobby non sarebbe giusto secondo Vettel: “Se lo paragoni ad altri sport, c’è un numero limitato di posti in Formula 1. Credo che se non ti soddisfa più, per un qualsiasi motivo, allora è il momento di farsi da parte e di lasciare che altri ragazzi abbiano la loro opportunità”.

In particolare, il tedesco afferma che situazioni come quella di Roger Federer, e quindi di sportivi che superata la soglia dei quarant’anni di età continuano a competere, non siano applicabili in Formula 1: “Nel tennis si può dire che non stai prendendo il posto di nessuno, quindi è diverso. Ma qui, con solo 20 posti a disposizione, ne stai occupando uno. Comunque ognuno è libero di fare quello che vuole.

VETTEL: “LA FORMULA E’ UN HOBBY COSTOSO”

Le difficoltà per essere fra i 20 piloti della Formula 1 non finiscono qui. Il pilota tedesco sottolinea anche la problematica derivante dalle ingenti somme di denaro di cui bisogna disporre per avanzare nella carriera nel Motorsport:I costi sono troppo alti. Se ripenso a quando ho iniziato i prezzi erano inferiori, ma comunque alti. Sono stato molto fortunato. Sono stato supportato dal signor Gerhard Noack, lo stesso uomo che ha sostenuto Michael Schumacher circa 20 anni prima. All’epoca era molto costoso. Michael aveva bisogno di aiuto e anche io perché non potevo permettermelo. Nella mia prima stagione siamo stati in grado di pagare metà dei soldi da soli”.

“Siamo stati comunque fortunati che delle persone ci hanno appoggiato e aiutato. Vettel crede che sia fondamentale riuscire a trovare una soluzione che preveda investimenti per i bambini meno abbienti: “Da allora è cambiato il mondo, è cambiata la sponsorizzazione. E’ cambiata anche la volontà di investire soldi nei bambini e nel Motorsport. Insomma, è sempre stato difficile. Non credo ci sia una soluzione facile, ma puoi fare delle cose per cercare di rendere lo sport più accessibile a bambini di diversa estrazione. E’ un hobby costoso, non importa come lo si guardi. Ma negli ultimi anni è aumentato ed è diventato troppo costoso.

Alessia Verde