Formula 1 clienti: idea per ridurre i costi senza budget cap

Racing Point 2020

Credits: Racing Point twitter

In questi giorni sono state stabilite le ultime norme inerenti al budget cap. Eppure per abbattere i costi tenendo alto il livello tecnico, ci sarebbero delle alternative, come i team clienti

Budget cap, standardizzazione delle parti, BOP e weekend più corti. Tutte idee per abbattere i costi esorbitanti del Circus e cercare di livellare il divario tra top team e team di bassa classifica. Tutte cose che poco hanno a che fare con la Formula 1, ma che invece tendono a ricordare un po’ la filosofia tutta americana dell’Indycar.

Una soluzione per ovviare al problema dei costi e al tempo stesso livellare il gap tra top team e resto della griglia potrebbe essere l’introduzione dei team clienti. Con la definizione di team clienti si identificano quelle squadre che per correre acquisterebbero l’auto della stagione precedente dai top team. Una soluzione vietata dal regolamento  che impone alle scuderie di garantire i diritti di proprietà intellettuale. Tradotto, le auto che scendono in pista devono essere frutto delle menti dei propri ingegneri e non copiate da qualcun altro.

La questione era stata sollevata nel corso dei test invernali, quando la Racing Point si è presentata a Barcellona con una vettura, che a molti è apparsa come una Mercedes del 2019, soltanto dipinta di rosa. Ovviamente nel paddock si sono sollevati parecchi dubbi sulla regolarità della vettura inglese, ma un recente controllo della FIA, ha chiarito, che non è stata violata alcuna norma.

Tuttavia dare la possibilità alle piccole squadre di correre utilizzando auto dell’anno prima, appartenute pur sempre ad un top team, permetterebbe di ridurre notevolmente le spese. E di questi tempi non è cosa da poco. Sarebbe un modo valido anche per avvicinare alla Formula 1 nuovi costruttori. Basterebbe un budget limitato, necessario a garantire l’acquisto di un’auto, dei motori e magari lo sviluppo autonomo di qualche componente. Chissà potremmo vedere un’Audi mettere il proprio marchio sulla Mercedes della stagione precedente, o una Porsche acquistare una vecchia Red Bull, chi lo sa?!

Di sicuro, l’obiettivo è quello di contenere i costi, specie ora che diverse squadre, anche storiche, vivono sull’orlo del fallimento. E in quest’ottica magari l’apertura del ‘libero mercato’ potrebbe essere una soluzione più valida di un budget cap, come testimoniano diversi addetti ai lavori tra cui Christian Horner, team principal della Red Bull.