vettel 2020

Credits: Scuderia Ferrari Press Area

Analizziamo il profilo dei tre candidati a prendersi il posto di Seb, nel caso quest’ultimo rifiutasse il prolungamento del contratto

“Dopo dieci anni trascorsi al vertice, sarebbe difficile accettare, di punto in bianco, di ritrovarsi a lottare a metà schieramento”. Con queste parole Sebastian Vettel, a Melbourne, aveva risposto alla domanda se fosse pronto a imbarcarsi in una nuova sfida – magari con la Renault o con la McLaren – rinunciando alla Ferrari. Dove le sue prerogative saranno irrimediabilmente ridimensionate, nel caso il tedesco restasse nei prossimi anni. Con Leclerc legatosi a lungo termine al Cavallino, Seb dovrebbe accettare un ruolo meno predominante rispetto a quello di cui godeva quando al suo fianco c’era Raikkonen. 

Per questo la questione del rinnovo contrattuale potrebbe rivelarsi più delicata di quanto sembrasse qualche mese fa, quando dalle parole del tedesco sembrava naturale il prolungamento della sua permanenza a Maranello. Secondo fonti accreditate, la Ferrari avrebbe già avanzato alla sua ormai ex prima guida un’offerta, che il tedesco avrebbe declinato. Si tratta ovviamente di un’offerta al ribasso, dopo che per anni il quattro volte iridato ha percepito ingaggi faraonici. Con le monoposto ferme, proseguiranno ugualmente le negoziazioni e pare che entro fine aprile Vettel e la Ferrari dovrebbero arrivare un accordo, altrimenti la via della separazione sembra quella più naturale. Ed è questa un’ipotesi che a Maranello dovranno ponderare. Vediamo, quindi, l’identikit dei tre piloti che, in caso di uscita del tedesco, appaiono i candidati ideali a presentarsi in rosso nel 2021: Daniel Ricciardo, Carlos Sainz e Antonio Giovinazzi.

RICCIARDO

Dei tre, è quello dotato di più esperienza. Ha già avuto un flirt con la Ferrari nel 2018, a inizio anno, quando era chiaro che Raikkonen avrebbe lasciato. Ma si arrivò a un nulla di fatto. “Io mi ero offerto, chiedete a loro perché non si è concretizzato nulla” disse l’australiano in merito a quella sciagurata trattativa. Con “loro” si riferiva naturalmente alla Ferrari, dove qualcuno si oppose al suo arrivo.

In effetti c’era il timore che un team Ricciardo-Vettel avrebbe potuto mandare nel pallone il tedesco, visto il ricordo del 2014. Ma una coppia Ricciardo-Leclerc, sulla carta, sembra molto equilibrata. Del resto, Daniel non ha bisogno di presentazioni: 7 vittorie e 29 podi, oltre all’onore di avere battuto Verstappen ad armi pari, sono lì a testimoniarlo. Unica macchia, un 2019 in Renault un po’ sottotono, dove non ha fatto chissà quale differenza su Hulkenberg. Ma su un’auto vincente, l’australiano di Perth aspetta solo di riscattarsi.

SAINZ

Il curriculum non è di quello di Ricciardo, l’esperienza nemmeno. A nostro avviso, è un ottimo pilota, ma forse senza il guizzo del campione. In Toro Rosso, contro Verstappen, non c’era storia. In Renault, nel 2018, è uscito sconfitto dal confronto con Hulkenberg. Lo scorso anno, invece, ha dato il meglio di sé, prendendosi il titolo di ‘migliore degli altri’, addolcito dal podio del Brasile, dove non è ingiustamente salito solo perché la penalizzazione a Hamilton fu comunicata dopo la cerimonia. È senz’altro un valido candidato, ma difficilmente la McLaren se lo farà sfuggire, visto che il madrileno è al centro dei progetti di Woking dopo un 2019 da incorniciare.

GIOVINAZZI

Dei tre, sembra il candidato meno accreditato. La nazionalità italiana gioca a suo favore, ma i risultati ottenuti sinora sono poca cosa – vista anche l’esperienza limitata – contro quelli di Ricciardo e Sainz. I 14 punti del 2019 impallidiscono di fronte ai 43 messi a referto da Raikkonen, anche se nell’ultima parte dell’anno il pugliese ha mostrato buoni sprazzi. L’Alfa Romeo gli ha chiesto un salto di qualità nel 2020 e l’attuale stand by dovuto al Coronavirus rischia di danneggiarlo, visto che, nel caso Vettel lasciasse la Ferrari, a parlare per Giovinazzi ci sarebbero solo i risultati ottenuti l’anno scorso. Che, detto in modo crudo, non erano granché.