Fernando Alonso: «Bisogna avere pazienza, nello sport come nella vita»

Credits: McLaren Media Hub

Fernando Alonso è uno dei piloti che, fin dal suo ingresso in Formula 1 ai tempi della Minardi, ha maggiormente diviso la tifoseria. O lo si odia o lo si ama. Non ci sono vie di mezzo. Il suo temperamento passionale e la sua sincerità, in più di un’occasione, hanno rappresentato un ostacolo per il pilota spagnolo. Proprio in occasione del Gran Premio del Giappone, Fernando Alonso non ha lesinato parole dure nei confronti della Honda definendo l’attuale V6 Turbo che sta spingendo la McLaren a quello utilizzato su una vettura di GP2.

Il team di Woking sta sicuramente affrontando uno dei suoi periodi peggiori dall’inizio della stagione. Dopo aver fallito le aspettative sugli aggiornamenti alla power unit non è un mistero che le relazioni tra la McLaren e la Honda siano sempre più tese. Dopo essersi scusato per le accuse mosse al motorista nipponico, Fernando Alonso ha voluto mandare un messaggio positivo a coloro che sperano di vedere ancora vincere una vettura uscita dalla factory di Woking: «Bisogna avere pazienza. Tutti gli anni, anche quando le cose vanno bene, c’è sempre una gara che male. È per questo motivo che bisogna avere pazienza, nello sport come nella vita in generale», ha confidato Fernando Alonso ai colleghi di Movistar+ in occasione di un’intervista esclusiva.

Lo spagnolo ha anche voluto parlare del suo carattere, fattore già trattato in settimana anche da Luca Colajanni attraverso il suo blog. L’ovietense non si nasconde e si definisce, dentro e fuori la pista, come una persona che esige molto e non si arrende mai: «L’istinto predatorio dei piloti quando si calano dentro l’abitacolo ti rende competitivo e spietato a volte, ma è un discorso applicabile solo alla pista. Quando lavoro preferisco essere rigoroso ed esigente e allo stesso modo mi aspetto lo stesso da chi lavora con me – ha continuato Fernando Alonso – Quando sei in lotta, stai competendo contro qualcuno. Fino a quando tutto non è finito, quando finalmente si passa sotto la bandiera a scacchi bisogna essere determinati ad andare avanti».

Il 34enne ha affermato che non si può iniziare a etichettare in certi modi un pilota per una cosa detta in un team radio durante una corsa, in un momento evidentemente delicato non solo per il corridore: «Credo che forse si è troppo abituati a vedermi in televisione per trenta secondi e solamente una volta che sono sceso dalla vettura – ha continuato Fernando Alonso – Non si possono trarre conclusioni su una persona giudicandolo per una cosa detta in un momento di grande tensione e adrenalina mentre guida a 300km/h».

C’è stato spazio anche per parlare di sogni. Perché i tifosi della McLaren e dell’ovietense non sono gli unici che sognano di tornare a vedere la vettura britannica vincente: «Professionalmente parlando voglio continuare a provare a conquistare il terzo Mondiale, un sogno che porterò per sempre avanti fino a quando non lascerò la Formula 1. Personalmente, spero di avere una vita lontana dal mondo delle corse il più normale e tranquilla possibile e di riuscire a farmi una famiglia».