Dennis Hauger a F1world: “Il 2020, il titolo in Formula 3 e…”
Dennis Hauger, neo campione della Formula 3, fra le difficoltà del 2020, il campionato portato a casa quest’anno e un prossimo futuro già all’insegna della Formula 2
Tra gli assoluti protagonisti della stagione 2021 non si può non menzionare Dennis Hauger. Il pilota norvegese che si è laureato campione della Formula 3 stravincendo il confronto con i propri avversari. Il classe 2003 rappresenta un futuro roseo per la Formula 1 e per la Red Bull, che può vantare fra le proprie trafile un giovane così talentuoso. Senza però andare troppo in là, la prossima stagione per il campione della F3 costituirà una nuova occasione per mettersi alla prova in una nuova categoria, quella della Formula 2.
Con quale spirito hai iniziato la stagione?
“Ho avuto un buon mindset, nel mentre sono stato focalizzato sulla stagione che avevo davanti. Con il mio team la motivazione c’era e il feeling era quello giusto“.
Il 2020 era stato un anno complicato, quanto è stato importante ritornare a così alti livelli?
“Il 2020 è stato difficile, mi ha dato la percezione di quanto questo sport possa essere brutale qualche volta. Non mi sentivo a mio agio, e non mi ero mai sentito un tutt’uno con la vettura. Dietro al mio casco c’è una frase che recita “Se non vinco, imparo” e nel 2020 ho imparato molto su di me, sia come pilota che come persona”.
Essere al volante della Prema ha inciso sulla tua crescita?
“La Prema ha avuto decisamente un influenza positiva sulla mia crescita come pilota quest’anno. Sono una squadra professionale e allo stesso tempo familiare. Sono sempre stati di supporto e fonte di motivazione durante il corso della stagione spingendomi nella giusta direzione“.
Fin dalla prima gara del 2021 ti sei dimostrato davvero veloce, ti sei mai sentito l’uomo da battere?
“Ci sono stati numerosi piloti forti in questa stagione, e ogni fine settimana di gara ha portato nuove sfide. Li ho sempre affrontati uno alla volta, ma la monoposto è sembrata davvero buona e il team è stato eccezionale. Abbiamo lavorato molto bene insieme e penso che questo sia stato un fattore importante nell’economia dei nostri ottimi risultati“.
È stata un’annata intensa, quanto lo è stata dal punto di vista mentale?
“Preferisco cacciare che essere cacciato, ma sotto questo punto di vista è stato ok. Mi sono concentrato ed assicurato di avere le giuste persone intorno a me”.
Sei riuscito a vincere il campionato nell’ultima tappa in Russia, ma prima di quel momento hai mai pensato “è fatta”?
“No. Per me non è finita fino a che non si taglia la linea del traguardo. So che nelle corse qualsiasi cosa può accadere, e che la situazione può cambiare davvero molto rapidamente”.
All’inizio il calendario prevedeva che l’ultimo round fosse ad Austin, poi è stato modificato con Sochi. Cosa ne pensi del fatto che solitamente l’ultima gara sia programmata due mesi dopo la penultima?
“In questo sport la volontà è quella di voler guidare con continuità, in modo tale da mantenere il ritmo e la concentrazione costruiti durante la stagione. Nei due mesi di pausa faccio del mio meglio per mantenermi impegnato il più possibile, ma mi manca stare dietro al volante”.
Quest’anno la Formula 2 e la Formula 3 non hanno condiviso gli stessi fine settimana. Così, per esempio, Spa e Zandvoort sono rientrate nell’agenda della Formula 3, ma non Monza. Tu che hai avuto l’esperienza anche del vecchio format (anche se scombinato causa Covid), cosa ne pensi di questo cambiamento? Ti è piaciuto correre tre gare per weekend? O pensi sia meglio averne solo due?
“Ho prestato maggior attenzione alla Formula 3, e comunque finché continuiamo a correre sono felice qualunque sia il programma”.
Helmut Marko ha già anticipato il fatto che correrai in Formula 2 nella prossima stagione, quali sono le tue aspettative?
“Sono entusiasta per quello che mi aspettata, ma sono anche consapevole che ci sarà un duro lavoro davanti. È una nuova classe per me e ho ancora molto da imparare, ma non vedo l’ora di tornare là fuori“.
Sai dirmi cosa significa per te essere parte del Red Bull Junior Team?
“Significa molto. Lavoriamo insieme da un po’ ormai, ed esserne parte mi ha spinto a migliorare come pilota”.
Parlando di più di te, quale è la ragione che ti ha portato ad appassionarti al motorsport?
“Decisamente mio padre. È stato lui ad avermi introdotto nel mondo del motorsport da giorno in cui sono nato, e siamo insieme in questo percorso fin dal primo giorno”.
C’è qualcuno all’interno dell’attuale griglia di Formula 1 a cui ti ispiri?
“La mia più grande ispirazione è sempre stata Michael Schumacher. Nell’attuale griglia invece direi Sebastian Vettel”.