Claire Williams: “Non hai successo? E’ perchè sei donna”
Claire Williams, 43 anni e team principal dell’omonima scuderia di Formula 1, parla a proposito del ruolo che ricopre e delle difficoltà che riscontra a causa del suo genere
Il mondo della Formula 1 è sempre stato prevalentemente maschile: i paddock sono pieni di piloti, meccanici, ingegneri e team principal uomini. Ma il ruolo della donna si sta affermando sempre di più. Da ingegneri donna, a giornaliste, fino ad arrivare all’importante ruolo di team principal. Claire Williams è, infatti, alla guida dell’omonimo team, e sta compiendo egregiamente il suo lavoro. Tuttavia, spesso viene criticata: “Non appena non hai successo, alcune persone ti incolpano perché sei donna”.
“Qualcuno mi ha detto che molte persone nel paddock di Formula 1 pensano che la squadra abbia iniziato a fare male quando sono rimasta incinta e ho avuto un bambino. Come osano. Ci sono altri nove dirigenti della squadra in F1 e sono sicuro che la maggior parte di loro ha figli”, ha aggiunto la Williams.
TRA UOMINI E MOTORI ECCO UNA DONNA
Claire Williams ha aggiunto: “Non posso permettermi un bambino perché sono una donna che gestisce un team di Formula 1? È un atteggiamento vergognoso e un atteggiamento molto del XIX secolo. Lavoro sette giorni su sette, praticamente tutto l’anno, e se non avessi portato Nate a una manciata di gare, lo avrei visto raramente. Ma sono criticata anche per questo”.
“Mi piacerebbe camminare nel paddock quest’anno dopo aver portato la squadra in una posizione migliore” -ha affermato decisa la Williams- “Non solo per mostrare a tutte quelle persone che si sbagliavano, ma anche per dimostrare che una donna può sopportare una grande quantità di critiche, camminando a testa alta e continuando a combattere”.
Ha poi continuato: “Voglio dimostrare che posso essere una donna, posso essere una moglie, posso essere una madre e comunque gestire una squadra di Formula 1 in modo efficace. Ci sono così tanti cambiamenti fondamentali che devono avvenire all’interno della società. Soprattutto, per quanto riguarda il modo in cui ci rivolgiamo alle donne sul posto di lavoro, perché sono ancora molto indietro rispetto ai tempi“.
Federica Coglio