Caso Piquet-Hamilton: la discriminazione non ha posto nella F1

Piquet-Hamilton

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Dopo aver espresso insulti razzisti verso Hamilton, Piquet è stato multato dal tribunale brasiliano. Questo fatto ci ricorda che la discriminazione non ha posto in Formula 1

Nel corso di un’intervista rilasciata da Nelson Piquet, il tre volte campione del mondo è finito nella bufera per aver utilizzato un linguaggio inappropriato nei confronti di Lewis Hamilton. L’intervista riguardava l’incidente avvenuto tra il pilota britannico e Verstappen nel corso del gran premio di Silverstone. Pare che il tre volte campione del mondo non sia nuovo ad uscite del genere. In passato ha apostrofato con termini non proprio edificanti i suoi colleghi, tra i quali Ayrton Senna.

Quando la notizia dei commenti di Piquet è emersa per la prima volta l’anno scorso, Hamilton ha risposto pubblicando sui social media: E ‘più che la lingua. Queste mentalità arcaiche hanno bisogno di cambiare e non hanno posto nel nostro sport. Sono stato circondato da questi atteggiamenti e mirato tutta la mia vita. C’è stato molto tempo per imparare. È giunto il momento di agire”.

Ed infatti si è agito. Il tribunale brasiliano ha espresso la sentenza venerdì: il tre volte campione del mondo di Formula 1, Nelson Piquet, è stato multato di 5,000,000 Reals brasiliani per ‘danni morali’ verso Lewis Hamilton. Il giudice Pedro Matos de Arrudo ha detto che l’importo del risarcimento è stato dato “nel senso che non si dovrebbe solo apprezzare la funzione riparatrice della responsabilità civile, ma anche (e forse soprattutto) la funzione punitiva in modo che, come società, un giorno possiamo essere liberi dagli atti perniciosi che sono il razzismo e l’omofobia“.

Cosa ha da dire Piquet?

Quando le sue dichiarazioni sono emerse, Piquet ha chiarito le sue parole e si è scusato“[…] Ma voglio chiarire che il termine utilizzato  è stato ampiamente e storicamente utilizzato colloquialmente in portoghese brasiliano come sinonimo di ‘ragazzo’ o ‘persona’ e non è mai stato destinato a offendere”, ha detto il tre volte campione del mondo l’anno scorso.

Condanno fermamente qualsiasi accusa che la parola sia stata usata da me allo scopo di sminuire un pilota a causa del suo colore della pelle. Mi scuso di cuore con chiunque sia stato colpito, tra cui Lewis, che è un pilota incredibile, ma la traduzione che ora circola sui social media non è corretta”. La discriminazione non ha posto nella F1 o nella società e sono felice di chiarire i miei pensieri in proposito”, ha poi concluso.

Insomma, pare che giustizia sia stata fatta non solo in senso pragmatico attraverso la suddetta multa, ma anche a livello morale attraverso quanto detto dal brasiliano. La speranza è che questi eventi siano sempre meno frequenti e che la Formula 1 possa sempre e comunque valorizzare tutti i piloti per la loro bravura, indipendentemente dal colore della pelle. Questo è sport!