Analisi dell’incidente di Grosjean: ecco come si è salvato il pilota

GP Bahrain: momenti di paura per Grosjean

Credits: Formula 1 Twitter

Ecco quali sono state le dinamiche dello spaventoso incidente che ha coinvolto, alla sua terzultima gara in Formula 1, Romain Grosjean

E’ il primo giro del GP del Bahrain. Mentre Romain Grosjean cerca di sorpassare Daniil Kvyat, la Haas del francese tocca la ruota della monoposto di Faenza, andandosi a schiantare contro le barriere. L’impatto è talmente violento che la monoposto si spezza in due prendendo fuoco. Quello accaduto a Grosjean è sicuramente l’incidente più violento degli ultimi anni.

Mentre la regia toglie le immagini dal luogo dell’impatto, per evitare la ripresa in diretta di una potenziale tragedia, Grosjean riesce a scappare dalla fiamme, abbandonando quel che resta del suo abitacolo in pochi concitati secondi. Dopo momenti di paura, nei monitor si rivede Grosjean senza casco, visibilmente spaventato, all’interno della medical car. Solamente a quel punto Liberty Media decide di mandare in onda le impressionanti immagini dell’incidente.

L’IMPATTO, LE FIAMME E L’INTERVENTO DEI SOCCORSI

Erano anni che il fuoco non interrompeva una gara della classe regina del Motorsport. Come anzidetto, la monoposto di Grosjean si è spezzata in due dopo l’impatto, che è si è verificato a una velocità di 220 km/h. Mentre il retrotreno si è fermato a bordo pista, l’avantreno è rimasto conficcato fra le lame. Da lì il pilota della Haas è riuscito a togliersi le cinture, non senza qualche difficoltà, e a scavalcare le barriere.

Grazie al tempestivo intervento dei commissari di gara e del dottor Ian Roberts, accorso sul luogo dell’incidente dalla medical car guidata da Alan van der Merwe, il francese è riuscito ad abbandonare l’inferno di lamiere e fiamme solamente con delle ustioni alle mani e alle caviglie, come verrà successivamente accertato al Bahrain Defence Force Hospital di Manama.

L’esplosione della monoposto è stata causata dal violento spezzamento, che si è verificato all’altezza del serbatoio. Lì, nel cuore della vettura, è collocato, oltre a 100 litri di carburante, anche il pacco batterie che caratterizza le monoposto dell’era ibrida. L’alta temperatura, che può raggiungere i 200 gradi, ha sicuramente agito da detonatore.

RIFLESSI PRONTI E ANNI DI INVESTIMENTI SULLA SICUREZZA

A ogni modo, l’attuale conformazione delle monoposto, fortemente voluta dalla FIA guidata da Jean Todt, ha salvato la vita di Grosjean. Fortunatamente, la cellula di sopravvivenza dell’abitacolo, costruita in fibra di carbonio, ha retto all’impatto. L’Halo, inoltre, ha salvato la testa del francese, impedendo al guardrail di ferirlo mortalmente. Il fatto che sia rimasto cosciente gli ha permesso di sganciare le cinture celermente. “Sono sollevato che Grosjean sia salvo. Dobbiamo dire grazie agli uomini della FIA per il loro intervento coraggioso ed efficace – ha commentato, via Twitter, il presidente Todt –. Abbiamo sempre messo la sicurezza in cima alle nostre priorità e continueremo a farlo”.

Sui social, in molti hanno ringraziato “San Dallara” per il miracolo. Gian Paolo Dallara, fondatore dell’azienda che produce anche la Haas, ha così commentato l’accaduto alla Gazzetta dello Sport: “La vettura si è spezzata dove doveva spezzarsi, tra motore e cambio: la parte dove è il pilota ha criteri di sicurezza molto maggiori. Nonostante la grande paura trasmessa dalle immagini, l’ingegnere ha confermato che la monoposto si è comportata come previsto nelle fasi di progettazione.

GLI INSEGNAMENTI DEL PASSATO

Gli incidenti degli ultimi anni, quello di Suzuka del 2014 – che è costato la vita a Jules Bianchi – su tutti, hanno permesso alla Formula 1 di compiere passi da gigante nella direzione della sicurezza. Naturalmente, il rischio zero non esiste e non esisterà mai ma, anche questa volta, le indagini che verranno cercheranno di far aumentare gli standard.

In conclusione, il più grande ringraziamento per il “lieto fine” va al sopracitato Halo, inserito nel 2018 nonostante la contrarietà di diversi piloti. Lo stesso portacolori della Haas, nel 2017, si dichiarò contrario: “Il giorno in cui è stato deciso di adottarlo è stato un giorno triste per la Formula 1″. Probabilmente, dopo l’incidente, Grosjean avrà cambiato idea e sarà molto felice di non essere stato ascoltato.