Brown: “Questa crisi minaccia la Formula 1”

Brown Ricciardo Alonso

Credits: Twitter @ZBrownCEO

Il coronvirus non ha messo in difficoltà solamente il campionato di Formula 1, ma anche le stesse scuderie partecipanti, che a detta di Zak Brown rischiano di fallire

Con otto Gran Premi rinviati e una stagione che sembra non partirà nemmeno in Canada, la Formula 1 sta affrontando una grave crisi finanziaria, la peggiore della sua storia. Ad essere coinvolte ci sono anche tutte le scuderie partecipanti, le quali rischiano scottanti conseguenze. Per cercare di arginare i danni economici, quest’oggi si terrà una conferenza tra i boss dei team e i dirigenti di Liberty Media.

Ufficialmente, sul tavolino si discuterà sulla riduzione del budget cap, una riduzione che le squadre meno facoltose vorrebbero fosse drastica. Dai 160 milioni di euro massimi stipulati per la stagione 2020, è già stato deciso che il budget passerà a 135 milioni. Tuttavia, ciò non è ancora sufficiente ed è stato richiesto di abbassare i fondi a circa 90 milioni e di poter includere elementi non contabilizzati in precedenza, come ad esempio lo stipendio dei dirigenti.

FERRARI E RED BULL CONTRO TUTTI

A guidare il fronte delle squadre più piccole c’è Zak Brown, boss della McLaren. “La F1 si trova in una situazione molto fragile. Questo può essere devastante sia devastante per le squadre che una minaccia per il campionato”. Infatti, il CEO ha specificato che quattro team si trovano in difficoltà tali da poter uscire immediatamente dal campionato e che dato il tempo necessario per creare e gestire una scuderia, non si prevedono nuovi candidati per entrare nel Circus. Secondo alcune fonti, ad opporsi alle richieste di Brown ci sono solamente Ferrari e Red Bull. L’altro top team, la Mercedes, sembrerebbe favorevole, almeno stando a recenti dichiarazioni di Ola Källenius.

L’amministratore delegato McLaren prevede che i negoziati siano difficili e che difficilmente il budget scenderà al di sotto di 115 milioni di euro. “Due squadre, a causa delle loro ambizioni sportive, non si stanno rendendo conto che stanno mettendo a repentaglio tutta la F1. Se non adottiamo un budget cap abbastanza aggressivo, alcune persone potrebbero chiedersi cosa ci facciano qui”.

La scuderia britannica è stata la prima squadra i cui piloti, Carlos Sainz e Lando Norris, hanno rinunciato a parte dello stipendio per supportare gli uomini rimasti a casa in cassa integrazione. “Siamo una squadra ben finanziata, ma tutto ha i suoi limiti. Non ho un libretto degli assegni senza fondo. Non è un segreto che con la F1 stiamo perdendo denaro e che i miei azionisti vorrebbero creare maggiore valore. Perdere ancora più soldi non è un’opzione. E’ stata una decisione difficile, ma ciò che mi sorprende è che nessun’altra squadra l’abbia presa”.